A dirla tutta l’atmosfera che si respira negli ultimi tempi in quel di Fuorigrotta, intorno al nostro tempio (per molti già ex tempio) del calcio partenopeo, in giro per i “vicarielli” della città (in genere dipinti d’azzurro da bandiere e murales vari), puntando le orecchie ai commenti nei bar ed agli angoli di edicole e chioschi, è abbastanza diversa, per non dire innovativa, rispetto ad un passato anche recente. Senza ricorrere ai soliti amarcord calcistici (che puntualmente rievocano in un cortometraggio-flash l’epoca d’oro azzurra, passando per Maradona, Achille Lauro, Sallustro, ecc.) la Napoli di oggi ha il diritto di vivere l’oggi, comunque sia.
Prima si stava attaccati al giornale, ad arrovellarsi il cervello in discussioni varie davanti ad un bel caffè. I tempi cambiano ed anche Napoli cambia e sta cambiando. Nelle abitudini, nei gusti, negli umori e (ahimé) per i biechi ragionieri, nella passione calcistica. Punto. Non fa una grinza. Stasera arriva il Torino? Siamo ancora in perfetta media per raggiungere alcuni record stagionali? Il passaggio di turno agli ottavi dell’Europa League è alla nostra portata dopo la vittoria esterna contro lo Zurigo? Il programma, benché succulento, lascia il tempo che trova per molti tifosi. Fortunatamente, però, non per tutti. Passione e fede sono solo parole per molti. Fortunatamente, però, non per tutti. Per molti rimangono sentimenti senza tempo. Il problema è ben altro. Si ha la sensazione che si sia messa in moto una macchina, alquanto perversa, per cercare a tutti i costi i responsabili di una fuga dagli spalti, da un colore, addirittura da una storica passione. Si inseguono notizie che enfatizzano una vendita mediocre di biglietti per la sfida contro il Toro. Ormai l’opinionismo di tanti che remano contro Napoli, De Laurentiis e via dicendo, ha più presa del semplice “sediamoci e godiamoci il momento”. Ma ce lo ricordiamo tutti il tanto caro ‘’Vicié, la vita s’adda piglià comm’ ven'”? Questo, almeno allo stato attuale, è anatema per il calcio. Fermiamoci un attimo e riflettiamo su questo. Vivere la prossima sfida con la leggerezza di una condivisione di uno spettacolo sportivo (dove non contano numeri e statistiche) potrebbe essere un antidoto alla sindrome da passione perduta. Non esiste proprio. La passione non si perde. Si anima, ogni giorno. Neanche al cospetto di risultati tanto attesi e mai realizzati. Neanche davanti alla miopia di scelte societarie più inclini alla quadratura dei conti. Neanche davanti all’eliminazione più cocente.
Allora eccoci qui pronti a sostenere Ancelotti ed i suoi ragazzi.
Mazzarri, uno dei tanti eroi incompiuti della storia azzurra, è un osso duro. Ci si attende da lui uno schieramento massiccio. Un 3-5-1-1 con Belotti unica punta supportato dal solo Berenguer oppure con il classico 3-5-2, inserendo nei giochi offensivi Zaza o Iago Falque.
Per Ancelotti la gestione dell’emergenza è ormai routine. Dovrà continuare a fare a meno di Mario Rui e Verdi. Per tacere di Albiol. L’attacco dovrà girare e non poco, vista la buona struttura difensiva dei granata. Insigne e Mertens potrebbero partire in pole, supportati da Allan e Fabián Ruiz centrali e Zielinski-Callejòn laterali.
La difesa è da grattacapi, con i probabili riconfermati Koulibaly-Maksimovic come centrali e Hysaj e Ghoulam laterali davanti a Meret.
Azzurri e granata hanno tanti motivi per cercare il bottino pieno, quindi nessuno starà a guardare. Neanche i tifosi presenti o meno sugli spalti staranno con le mani in mano.
Il cuore continua a battere d’azzurro, perché la partita non è ancora finita…
Avanti Azzurri, Avanti…
Marco Melissa
#ForzaNapoliSempre