SI CHIUDE IN BELLEZZA (NONOSTANTE TUTTO)

Il Napoli chiude il 2018 con la vittoria sul Bologna scongiurando l’imperversare di uccellacci del malaugurio e professori del piffero per le prossime tre settimane.

L’assenza del (fin qui) sempre presente Koulibaly si è fatta sentire soprattutto sulle palle alte ed in generale sulle azioni da fermo (due gol dai felsinei in situazioni fotocopia, ieri al San Paolo).

Certamente non la miglior partita dell’anno ma la conferma che insieme Milik e Mertens possono coadiuvarsi a vicenda per sbrogliare, l’uno di potenza e l’altro d’astuzia, le matasse ingarbugliate di partite che, come quest’ultima, mettono di fronte avversari poco disposti a fungere da semplici “sparring partners” restando ancorati alle gare fino all’ultimo minuto. Ed è proprio questo match che ci conferma la capacità realizzativa partenopea in zona Cesarini. La rete della vittoria di Dries Mertens ne è, appunto, la riprova.

L’anno calcistico del Napoli si chiude bene. Anzi benissimo. Quarantaquattro punti al giro di boa sono un bilancio pienamente positivo, soprattutto se si considerano le famose griglie che “gli addetti ai lavori” avevano stilato alla vigilia dell’attuale stagione. Ebbene, tutte le squadre che avrebbero dovuto sovrastarci sono dietro di noi. Alcune già con distacchi siderali.

La Juventus fa storia a sé. Ivan Zazzaroni, direttore del Corsport, twittava (parlando di Juve – Samp) di “direzione di gara da TSO” (Trattamento Sanitario Obbligatorio – alias ricovero all’ospedale psichiatrico ndr). Quest’anno le due stagioni (la 2017/18 e la 2018/19) sembrano perfettamente amalgamarsi senza soluzione di continuità.

Il resto è storia delle ultime ore. La morte dell’ultrà a Milano (che, tra l’altro, si è scoperto avesse un DASPO – particolare evidentemente ininfluente in Italia per scendere in strada “a caccia di napoletani” ndr), la strana stima (per usare un eufemismo) espressa dagli spalti nerazzurri di San Siro nei confronti di Kalidou Koulibaly (a proposito, la UEFA ha dato ragione al Napoli, su ciò che andava fatto sui “buu” razzisti al nostro campione, e sbugiardato i vertici di AIA e FIGC in un colpo solo – un’altra figura di merda made in Italy, tra le righe e per gradire).

E ancora, il nostro Ministro dell’Interno che, in conseguenza dei fatti di San Siro, afferma di voler convocare i “capi ultrà” per affrontare il problema (il criterio di legittimazione e scelta di questi “rappresentanti del tifo” è tutto da decifrare ndr). Questo a conferma del fatto, se ci fosse stato ancora qualche dubbio, che la pazzièlla è saldamente nelle mani delle criatúre. Ecco. Serenamente.

E allora, approfittiamo anche noi “fruitori del prodotto calcio” di questa sosta per disintossicarci dai veleni del pallone nostrano. E speriamo che, oltre a copiare il “Boxing Day” per pure ragioni di botteghino, dal calcio inglese incominciamo a copiare anche (e soprattutto) le regole e le leggi (senza dimenticare la cultura, che lì riesce facilmente ad isolare le mele marce dal resto della tifoseria).

Giulio Ceraldi

#ForzaNapoliSempre

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