NESSUNA GERARCHIA

I numeri della partita parlano chiaro.

Diciotto tiri in porta contro i sette dei giallorossi. Sessanta per cento di possesso palla. Diciassette a tre il conto dei corner.

Eppure…

Eppure il meritatissimo pareggio arriva allo scadere. Al 90′. Di Mertens.

Oddio. Il belga avrebbe segnato una tripletta stasera, con le reti annullate per fuorigioco al 74′ ed all’81’.

La Roma capitalizza (quasi) al massimo un match giocato con la testa, concentrati in difesa al punto da costituire un autentico muro, per la maggior parte dell’incontro, nei confronti degli azzurri.

Un pò ci si è messa anche la sorte, cisì come era avvenuto con la Stella Rossa a Belgrado, ad impedire agli azzurri di segnare.

E un pò ci si è messo anche l’arbitro. Lo stesso del rigore negato sullo 0 a 0 a Marassi con la Samp. E anche al San Paolo si rende protagonista di decisioni alquanto discutibili e di un rigore netto per spinta ai danni di un giocatore azzurro in area romanista.

Ma, a onor del vero, anche le scelte del tecnico partenopeo, stavolta, non sono state impeccabili.

Non discuto la scelta di schierare Milik dall’inizio. Il centravanti polacco, nonostante sia spesso lento e macchinoso là davanti, mostra gran senso di sacrificio e soprattutto una enorme forza di volontà. Poi, diciamocelo chiaro e tondo: è stato in pratica fuori dal gioco per circa due anni e resta comunque un investimento cospicuo fatto dalla società e va perciò incoraggiato. Poi, però, ci siamo resi conto (una volta in più) dell’incredibile cambio di marcia della squadra con l’ingresso di Dries Mertens (ma questo lo sapevamo già).

Carlo Ancelotti è il vero fuoriclasse di questa squadra ma stasera, su Insigne, ha sbagliato giudizio.

Lorenzo Insigne è indiscutibile ed è, senza ombra di dubbi, il nostro valore aggiunto. Ma così come ruotano gli altri (tutti gli altri) deve ruotare anche lui quando è in chiara serata-no. Il fatto che abbia messo lo zampino nel pareggio degli azzurri non cambia il mio giudizio di una virgola. Ci sono ricambi a iosa per il suo ruolo.

Ecco, se dobbiamo abbandonare l’era delle gerarchie facciamolo in modo integrale.

Lorenzo Insigne aveva fatto una partita memorabile al Parco dei Principi. Così come Allan. Ma è stato un match che ha portato via tante energie. Infatti lo stesso mastino brasiliano (congratulazioni per la strameritata convocazione in verdeoro) con la Roma è apparso sottotono, ma sempre su standard accettabili.

Insomma, un pareggio che ci può stare ma che deve servire di monito a non insistere su certe strade.

La caratteristica principale del Napoli targato Ancelotti è quella della intercambiabilità di giocatori e schemi. Restiamo su questa falsariga e andremo lontano.

Un ultima nota. Piacevole. Ma che giocatore che è quel Fabián Ruiz. Applausi per Cristiano Giuntoli.

#ForzaNapoliSempre

Giulio Ceraldi

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