Napoli – Roma: il passato illumina, il presente appassiona

Illustri precedenti, la storia che parla, la passione viscerale che non dimentica.

Quando si parla di sfida tra Napoli e Roma qualsiasi riferimento agonistico, tecnico e statistico passa in secondo piano. Tante ‘’battaglie’’ illuminate da risultati e giocatori doc che hanno fatto e fanno ‘’storia calcistica’’. I tifosi che, negli anni ed ancora oggi, ‘’tuonano’’ senza sosta. In poche parole la logica prevale quel tanto che basta per attendere il via libera della passione, della fuoriuscita pura di sano agonismo; quei moduli studiati e ri-studiati a tavolino che si alternano ad improvvisati monologhi che richiamano, nel momento, le immagini retrò di un passato stile amarcord. Per quanta pretattica si possa fare, per quanto si provi a celare le vere scelte tecnico-tattiche, Napoli-Roma ha in se prestampati i segni prodromici di una ‘’Classica’’.

Senso della realtà e crescita personale continua: tra campionato, Champions ed ancora campionato, tenere i piedi a terra è, al momento, un problema di non poco conto per gli azzurri. Paradossale ma vero. I risultati positivi, i notevoli miglioramenti di gioco in termini di armonia e fluidità e le statistiche portano con se, sempre, la scomoda eredità del ‘’non esaltarsi’’ e continuare sulla strada giusta. Ancelotti, in questo, sta dimostrando di non mollare un centimetro, anzi un millimetro! Lo fa a modo suo, come sempre, tra messaggi in campo e fuori, tra un allenamento ed un’intervista. Anche qui sta l’uomo leader targato ‘’semplicità e calma’’. Insomma non bisogna perdere il ‘’senso della realtà’’ dei fatti già visti e da ‘’emulare’’ ancora, possibilmente migliorando. Tutto ciò transita per il continuum ‘’crescita personale’’. Imprescindibile. Per il tecnico di Reggiolo è fondamentale, anche più della prestazione del momento o del risultato positivo stesso. In buona sostanza, gli azzurri stanno crescendo in termini di approccio mentale alla gara. Le priorità sono chiare: evitare di essere intimoriti quando non si riesce ad avere possesso costante, quindi maggiore attenzione alla gestione delle emozioni; maggiore convinzione nei propri mezzi equivale a miglior applicazione di schemi. Ancelotti inculca il scendere in campo per la vittoria: è l’unico strumento per tenere alta la voglia di non accontentarsi; ciò consente di superare la persistenti carenze sul piano della personalità e consolidare un atteggiamento mental-tattico a medio-lungo termine.

Turnover e ‘’cazzimma’’ contro i ‘’lupi’’ giallorossi in agguato: l’incrocio tattico ed agonistico della sfida di domani è affascinante da ogni punto di vista. La Roma è ostica. Le statistiche parlano da sole. Gli azzurri prevalgono nel numero di vittorie consecutive, ma negli ultimi due anni entrambe le squadre hanno vinto in trasferta e perso in casa, motivo per cui si deve prestare molta attenzione all’approccio. Il 4-4-2 ‘’dovrebbe’’ essere la regola per Ancelotti. Rispetto alle ultime gara le variazioni sul fronte offensivo potrebbero essere legate all’inserimento dall’inizio di Zielinski, parcheggiando Fabian Ruiz in panchina e continuando sulla falsariga di un maggior possesso e di una più attenta gestione delle transizioni che, come accaduto a Parigi, fruttano tanto. Hamsik ed Allan dovrebbero spostarsi possibilmente più avanti rispetto al passato per filtrare meglio; nel contempo si deve insistere nel verticalizzare verso Insigne e il probabile Milik, con libere opzioni negli spazi aperti dal sempre puntuale Callejon. Il ‘’giro’’ dello spagnolo spesso non lascia riferimenti di copertura agli avversari. Sul fronte difensivo i dubbi non sono pochi. Considerando la pericolosità di Dzeko e compagni, Albiol e Koulibaly centrali dovrebbero quadrare lo schema con i laterali Hysaj e Mario Rui, oppure Malcuit a cambiare le carte in tavola. Il problema, però, è la logica d’approccio. Anche contro la Roma Ancelotti farà pressione sul mantenere un atteggiamento diverso da quello emerso post-Psg: non conta quanto si è sfiorato, ma quanto si è vinto! Allora? Il tecnico di Reggiolo punge i suoi ragazzi prendendo in prestito la ‘’cazzimma’’ partenopea nel suo senso più puro, per portarli ad una maggior tendenza a sfruttare con furbizia e tempismo il ‘’millimetro’’ lasciato scoperto da qualsiasi avversario. E’ vero, ciò sovverte teorie e tattiche, ma nel calcio, come nella vita, a volte ci vuole.

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I ‘’lupi’’ sono sicuramente affamati. Risalire in classifica è d’obbligo. 4-3-3 o 4-2-3-1 restano prioritari anche alla luce del risultato di Champions. Il problema è nelle mani degli interpreti sui quali potrà contare Di Francesco. Florenzi e Kluivert non danno certezze di condizione e, considerando Pastore out, la scelta si restringe. Sul fronte offensivo Dzeko a recitare la parte da protagonista, supportato da Under ed El Shaarawy a disturbare con gli inserimenti ad uscita tipici; Pellegrini ad orchestrare il tutto. De Rossi e Nzonzi dovrebbero essere i filtri di centrocampo davanti ad una difesa che giocherà molto raccolta, con i centrali Manolas e Juan Jesus supportati sull’esterno da Santon e Kolarov che, come già visto, tenteranno anche la via d’uscita verso il contrattacco.

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Competere su vari fronti è complesso. Ma la ricerca di un’identità sempre più ispirata da una coesione di gioco e d’intenti può portare lontano. La Roma ha già ‘’punto’’ e fatto male. Ancelotti lo sa bene. Diventa, cosi, fondamentale l’approccio. Anche perché il San Paolo può diventare ‘’l’arma’’ determinante, ma solo se gli azzurri mostreranno i loro numeri sin dall’inizio…

Avanti Azzurri, Avanti…

Marco Melissa

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