Vincere = Obiettivo. Turnover = ‘’Regola’’. Modulo = ‘’Sorpresa’’!!!
La strada di questo Napoli si sta delineando a suon di novità!
Il campionato parla di un secondo posto conquistato con meriti propri e senza ‘’ombre’’, trucchetti e via dicendo.
Il gioco, la filosofia e, soprattutto, l’approccio di Ancelotti si stanno palesando con un’impronta quasi ‘’on the run’’: sfugge ad ogni pronostico, sfugge ad ogni occasione, sfugge ad ogni precedente e, quindi, ha l’ennesimo sapore di ‘’novità’’.
Proprio cosi. Ormai il sarrismo è stato superato, almeno nell’immaginario collettivo. L’ancelottismo sta dividendo tifosi ed addetti ai lavori proprio per quell’ingrediente che il tecnico di Reggiolo, per esperienza, si riserva sempre di aggiungere a proprio piacimento, quando il suo ‘’vento’’ soffia nella giusta direzione, quando il gruppo ‘’spinge’’ in quella stessa direzione.
La prova contro l’Udinese ha praticamente esaltato, per non dire sublimato, il senso pragmatico ed incisivo di questa squadra, in questo momento della stagione.
Vincere tra rosa corta e gestione delle emergenze: ormai lo stanno imparando ad ogni gara. Il ‘’come si vince’’! Partenza buona, finale in crescendo, si colpisce e si affonda alla prima occasione. Sta diventando quasi quasi un ‘’protocollo’’ azzurro. Una ‘’soluzione finale’’ alla quale nessuno può sottrarsi. E’ in corso un’operazione di ‘’democraticizzazione’’ della panchina: in poche parole, tutti giocano, con buona pace della parola ‘’titolarissimi’’, di sinonimi come rosa corta ovvero squadra standard e via discorrendo. In tal senso viene ribaltata, almeno per ora, la nota teoria del ‘’mercato zero’’ della passata estate, con la dirigenza accusata di aver fatto poco o nulla per arricchire la squadra sul piano tecnico. Invece sono i nuovi innesti e le ‘’antiche’’ seconde linee di sarriana memoria a portare caratterizzazioni più che positive al gruppo. In buona sostanza la parola turnover sta diventando la regola, contro un recente passato di ‘’eccezione’’!
Tutto ciò deve essere ricondotto direttamente agli ultimi novanta minuti di campionato.
Il Napoli parte con un determinato modulo, ma Ancelotti, dopo l’infortunio a Verdi, rilegge istantaneamente la situazione e predispone con mano saggia un nuovo ‘’piano’’. I risultati li vediamo in un minor pressing, minor verticalità, maggior possesso di palla. Il rigido 4-4-2 si adatta al contesto: si abbandona l’idea dell’attacco a tutti i costi e si ragiona di più. Soprattutto con più calma. Il cambio Hamsik-Milik rivoluziona la gara. Il raziocinio del neo entrato è l’ingrediente che mancava per far fare il salto di qualità all’undici azzurro. Mertens smette di essere seconda punta ed è libero di muoversi tra attacco e trequarti. Hamsik presiede il centrocampo che, con l’innesto di Fabian Ruiz, diventa insuperabile. Quindi razionalizzazione. È la parola d’ordine. Un centrocampista in più ed un attaccante in meno, in qualunque altra situazione, sarebbe stata interpretata come una soluzione ‘’conservativa’’. Invece il seguito della sfida dice altro. L’Udinese, molto offensiva, non riesce a saltare più le linee centrali con velocità. Il capitano attua staticità, Allan copre le spalle, Fabian Ruiz si sovrappone con ordine e precisione. Lo spagnolo ed anche Rog dimostrano che le variazioni sono servite a tanto. La squadra è anche aggressiva in difesa. Insomma un cocktail che ha come leitmotiv un turnover che ha finito con l’allargare una rosa che si presumeva ‘’corta’’!
Motivazione e responsabilità tra gestione dello stress e della rosa: il Calcio è Calcio. In passato tutti a bocca aperta davanti alla grande bellezza. Indiscussa protagonista sarriana, ieri e che continua oggi oltremanica. Ma ora l’estetica va messa da parte. Qui è in atto una rivoluzione ‘’funzionale’’. Sarri metteva il talento dei singoli al servizio di un sistema di gioco; Ancelotti ‘’usa’’ il talento dei suoi ragazzi per portarli al miglior risultato possibile…e basta! Gli interpreti possono cambiare, il risultato deve restare immutato. Il tecnico di Reggiolo continua, giornata dopo giornata, la sua incessante sperimentazione che deve conferire al gruppo quel certo additivo che sopprima la meccanicità a favore della duttilità di lettura della gara. Ancelotti ha inculcato la calma per gestire lo stress, scritto a caratteri cubitali. In tal modo riesce ad ottenere il massimo da tutti. Perché? Ognuno finisce col sentirsi investito di una responsabilità unica, creativa, che ha fatto compiere un salto di qualità nella direzione del gioco. Ora si riesce a cambiare registro più facilmente, più efficacemente. Ora la rosa è più larga, più affamata di prima. Non è questione di turnover vincente o meno. E’ la capacità di gestione del ‘’leader calmo’’ di Reggiolo ad essere l’esempio ispiratore della motivazione personale dei singoli, che si sentono finalmente protagonisti del loro momento, del loro ambito al totale servizio del’obiettivo finale. Vincere!
Anche contro il Psg si cercherà l’imprevedibilità. Non conteranno i moduli, ma la pazienza e la personalità. Il senso camaleontico deve continuare a resistere alle difficoltà del momento. I tifosi, solo cuore e folklore, devono essere lì. L’ennesimo azzurro continua a crederci…
Avanti Azzurri, Avanti…
Marco Melissa