All’indomani della vittoria con la Spal e considerando ciò che si legge in giro (soprattutto tra i commenti di una parte della tifoseria) mi sono fatto un’opinione. Opinabile (ci mancherebbe) ma radicata in me.
Una parte della tifoseria sembra ostentare, nei confronti del Napoli, un atteggiamento quasi snob.
Mi spiego meglio.
Si parla e si discetta della squadra come se, sì, il primato c’è ma manca qualcosa. Che sia nell’approccio alle gare, nel punteggio di fine incontro, non necessariamente e sempre pingue, od in cos’altro. Si avverte un linguaggio quasi derivante da un supposto pedigree che il club dovrebbe onorare, scendendo in campo, alla stregua di un Real Madrid o di un Manchester United (per citarne solo due). Quasi a pretendere che l’avversario, oltre che battuto venga matato. Noblesse oblige.
Noi siamo il Napoli. Quello del primo scudetto dopo 61 anni dalla fondazione della società e che ne aspetta un altro (il terzo ndr) dopo “appena” 28 anni. Nel mezzo tanti campionati anonimi, un pò di Serie B e (non dimentichiamolo) un fallimento (con Serie C inclusa).
Certa puzza sotto il naso non si addice al tifo azzurro. Non è e non può essere nel nostro DNA.
Non sò queste persone. Io, alla fine di questo campionato, anche se non dovessimo arrivare primi (facciamo tutti gli scongiuri del caso, per carità) mi spellerò le mani ad applaudire. Perché, comunque vada, questa è e resterà una stagione fantastica.
Poi è chiaro e cristallino che pure io voglio lo scudetto. Al 1000%.
Ma non butto l’acqua sporca con tutto il bambino alla prima occasione.
Giulio Ceraldi
#ForzaNapoliSempre