Credevamo che il VAR (Video Assistant Referee) fosse riuscito nell’impresa di rendere innocui quei mariuoli dei non colorati. Evidentemente ci sbagliavamo tutti. E di grosso. La sfacciataggine, la tracotanza e la totale assenza della benché minima traccia di senso del pudore di certa gentaglia và oltre l’umana comprensione. E così a Cagliari è andata in scena l’ennesima farsa made in Italy. L’arbitro, di fronte ad un palese episodio da sottoporre alla VAR (che avrebbe altrettanto palesemente penalizzato la squadra ospite – leggasi Juventus – allontanandola probabilmente dalla testa della classifica a vantaggio del Napoli), ha preferito ignorare l’accaduto. Dire che questo è scandaloso equivale a paragonare l’effetto di un sassolino gettato in uno stagno agli effetti di un uragano. E non mi si venga a parlare di buona fede del direttore di gara. È una favoletta che non funziona più.
Ma tant’è.
Al Napoli non resta, vista l’aria che tira, di provare seriamente a vincerle tutte. Fino alla fine del campionato (vorrà dire che il nostro scudetto varrà dieci dei loro). Alla FIGC (augurandoci che il prossimo presidente sia finalmente una persona al di sopra di ogni sospetto: vedi alla voce Damiano Tommasi) non resta che obbligare (col beneplacito FIFA) tutte le venti squadre della massima serie ad avere maxischermi dove proiettare le immagini in diretta della partita in corso, con relativi replay, così come si vedono in tv. Seppoi vogliamo andare sull’esoterico (che poi tanto esoterico non è) prendiamo esempio dal rugby. Avete mai seguito un match del Sei Nazioni? Quando l’arbitro chiede di rivedere le immagini di un’azione dubbia guarda le stesse dal maxischermo dello stadio (come il pubblico). In più il suo microfono è connesso con gli altoparlanti dell’arena e qualsiasi cosa dice la condivide col pubblico stesso. Più trasparente di così… Il calcio italiano è malato e la cura Calciopoli è stata perfettamente inutile. Fumo negli occhi. Quindi, o si corre a seri ripari o questo sport è destinato a fare la fine dei trac (a finire male). Ad maiora.
Giulio Ceraldi
#ForzaNapoliSempre