La partita di Marco Melissa

Presentazione

– E’ la somma che fa il totale!

Prendiamo in prestito questa battuta strappa-risate del Principe Totò per fotografare lo status quo del Napoli alla vigilia di questa trentaseiesima e terzultima giornata di campionato.

Agli azzurri, a Champions League ormai matematicamente acquisita, non resta altro che continuare a lottare a denti stretti fino alla fine per conservare questo terzo posto; è diventata più una questione di onore personale che non ai fini della classifica finale, visto che le milanesi (anche senza il conforto della matematica certezza) sembrano proiettate a contendersi il tricolore fino al fischio finale. La somma finale degli azzurri, a poche ore dalla prossima sfida contro il Torino dell’ottimo Juric, condensa indubbie qualità (pur se viste senza continuità) ma anche proiezioni future condite da numerosi dubbi. Provando a riassumere alcune note dolenti (che fanno tutt’ora male), viene subito in mente una continua (da considerarsi quasi un’eredità degli anni precedenti) mancanza di collante con gran parte dei tifosi in termini di chiarezza d’intenti imprenditoriali; per il prossimo futuro le cose non sembrano volgere ad un cambiamento.

Un Leader: mancava, manca o mancherà ancora? Su questo tema, tifosi ed addetti ai lavori si dividono da sempre: chi lo materializza in una fascia di capitano, chi in uno score personale in azzurro da record assoluto, e via dicendo. La chiusura di tutto il cerchio, però, va individuata nella gestione della rosa da parte di Spalletti. Verifica della preparazione atletica per preservare una certa integrità fisica, utilizzo di Mertens e/o altri giocatori, solo per citarne due. Tra poche ore torneranno alla ribalta questi due aspetti appena citati come molti altri, che vanno ad aggiungersi alla predetta somma finale. Il tutto ci porta ancora ai seguenti quesiti: abbiamo espresso il massimo potenziale? Le rivali pure? A tali lecite domande la squadra deve impegnarsi a rispondere sul campo con tutta l’energia rimasta, soprattutto per lanciare dei segnali chiari e definitivi ai tifosi nell’ottica della prossima stagione. Ad oggi guardiamo le insidie che frapporranno i granata sul cammino degli azzurri: il lavoro di Juric sta dando frutti molto positivi in questa fase, e le sue scelte, pur non sempre apprezzate da molti, creano non pochi grattacapi agli avversari. Ma procediamo con ordine e passiamo all’analisi tecnica dello status delle contendenti allo Stadio Olimpico di Torino.

NAPOLI ai blocchi di partenza

– Conferma o smentita. In queste parole si consuma l’attesa per questa trasferta. Il Napoli può lasciare adagiate tutte le negatività, psicologiche ed empiriche, per far fronte al Toro: la squadra si presenta pressoché al completo, con probabile conferma del gruppo che ha travolto la settimana scorsa il Sassuolo; con il solo Lobotka in standby di verifica, Spalletti può contare anche su alcune assenze importanti tra le fila degli avversari, aspetto tutt’altro che trascurabile in termini di impostazione tattica. Juric, è risaputo, è molto bravo contro le big, soprattutto tra le mura casalinghe. Motivo per cui il Napoli dovrebbe approcciare la gara con particolare attenzione alla tenuta difensiva in previsione di un temibile Belotti, e non rinunciare ad una trazione anteriore che potrebbe beneficiare proprio di una gran riserva tecnica grazie al fatto di avere a disposizione il gruppo al gran completo. Ospina, tra i pali, dovrebbe dirigere una difesa ancora imperniata sul duo centrale Rrahmani-Koulibaly, Di Lorenzo a destra e Mario Rui a sinistra. Il lavoro di contenimento dei mediani e trequartisti granata dovrebbe essere l’asse portante del 4-2-3-1 di Spalletti. La spinta costruttiva dalle retrovie dovrebbe essere appannaggio di Fabian Ruiz e Anguissa. Ancora Mertens (o Zielinski) potrebbe essere al centro della trequarti, con Insigne e Lozano ai lati, tutti a supporto di Osihmen. Contrariamente a quanto non eseguito nella sfida d’andata, stavolta le linee verticali vanno percorse in alternanza ad una maggiore densità centrale, già in parte vista la settimana scorsa, utile anche per approfittare del gap tecnico nella formazione avversaria causato dalle assenze. Tutto ciò deve prevalere sulla consueta ansia di smentita: poche idee, pochi inserimenti, fiato corto. Questo Napoli è da evitare; quello contro il Sassuolo, da emulare.

TORINO ai blocchi di partenza

– Essenziale. Il Torino, contro una big come il Napoli, deve esserlo.

Juric, pur opponendo un modulo collaudato (3-4-2-1, alternato al 3-5-2), deve fare di necessità virtù, accollandosi, da una parte, il peso dell’assenza di Lukic a centrocampo, e, dall’altra, la prolungata assenza di Sanabria sul fronte offensivo. Ma i granata, in questi ultimi tempi, sono in assoluta crescita. Quarantasette punti, sei risultati utili consecutivi ed una spettacolare rimonta, la settimana scorsa, sul campo dell’Empoli; senza contare l’ottima vena di Belotti. In campo, Bremer e Pjaca sono in forse ma le alternative non mancano. In difesa, accanto a Berisha tra i pali, proprio Bremer dovrebbe essere il centrale affiancato da Djidji e Rodriguez. Mediana affidata ai centrali Ricci e Mandragora, mentre ai lati potrebbero agire Singo e Vojvoda. In attacco Juric punterà ancora su Praet e Brekalo, entrambi alle spalle di Belotti. Il tecnico croato, in linea di massima, punterà ad una gara con pochi fronzoli: solito pressing asfissiante, anche molto alto, e forte propensione al duello uno-contro uno; qui il Napoli deve opporsi con più aperture laterali e/o gioco in orizzontale, evitando di sprecare palloni con lanci lunghi. Altra caratteristica importante a favore dei granata è l’indice Ppda basso, sinonimo di rapidità nel far ripartire l’azione e, nel contempo, subire di meno l’avversario. Il Napoli deve giocare soprattutto di tattica e, ad un certo punto, di gambe. Il turnover è possibile e vanno tentate tutte le soluzioni nel raccordo tra centrocampo e la trequarti avversaria. Spalletti sa bene che iniziare col piede giusto, con una buona impostazione ed una ben nitida resa mentale, garantirebbe un rendimento più duraturo nell’opporsi all’avversario e, soprattutto, cercare le giuste vie offensive.


In sintesi

– Accantonare. In questo scorcio di fine stagione la priorità del Napoli deve essere quella di badare al sodo, lasciando nel dimenticatoio errori commessi-punti persi. Non avrebbe senso compiuto un’auto-flagellazione in tal senso, principalmente agli occhi dei tifosi. Ma è soprattutto in virtù delle forze che il Torino metterà in atto che gli azzurri devono scendere in campo scevri da ogni esitazione. I granata vogliono chiudere al decimo posto e, se possibile, violare la soglia dei cinquanta punti. Quindi, in buona sostanza: insidiosa e combattuta fino alla fine. La sintesi della sfida di Torino ha queste note caratteristiche che preannunciano un viso aperto tra azzurri e granata. E’ l’ennesima occasione, una delle ultime, per dimostrare che la qualità azzurra c’è, che le idee tecniche non mancano…

Come sempre, Avanti Azzurri, avanti…

Marco Melissa

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