
Presentazione
– Lotta su più fronti. Neanche il tempo di rifiatare dopo l’impegnativa battaglia contro la capolista Inter, ecco che gli azzurri si ritrovano servita un’altra sfida di rilievo. Barcellona: il nome dell’avversario parla da solo. Tra poche ore l’undici di Spalletti riprenderà il suo discorso con l’Europa League che si preannuncia sin da subito molto impegnativo. Un playoff di prestigio contro un avversario di lusso come i blaugrana guidati da Xavi. Una chiave di lettura attenta di questa sfida non può non tenere conto di svariati fattori concomitanti che le conferiscono un valore più che importante sul piano tecnico. Due scuole di pensiero, due approcci innovativi, ma anche due condizioni di classifica nei rispettivi campionati che esigono l’ennesimo spettacolo fatto di qualità indiscutibile. Tifosi ed addetti ai lavori fantasticano sulle statistiche, sulle combinazioni numeriche a venire e sui nomi che potrebbero illuminare questo primo turno di spareggio per accedere agli ottavi di finale. Qualche ombra, soprattutto in chiave di impostazioni tattiche, potrebbe derivare dalle assenze previste in entrambe le squadre. Il bagaglio tecnico che scenderà in campo farà si che tutto ciò finisca in secondo piano. Ma procediamo con ordine e passiamo all’analisi dello status delle contendenti al Camp Nou.
NAPOLI ai blocchi di partenza
– Nessun calcolo. Al cospetto di avversari di simile calibro, a ciò che è già da considerarsi complesso sul piano dell’approccio non vanno aggiunti ulteriori elementi che possano aggravarne il peso, soprattutto psicologico. L’ansia è la regola, la calma l’eccezione, Spalletti il metronomo azzurro. Tocca proprio a lui tarare sul piano psicologico tutto il gruppo; tocca a lui scegliere le soluzioni più funzionali che contemperino allo stesso tempo un buon rendimento ma dosando le energie in modo costruttivo. Non è facile, inutile negarlo, poiché il Barcellona è, a conti fatti, un festival dei grattacapi tattici. E’ vero che il Napoli si presenta con credenziali di rilievo, legate alle ultime buone prestazioni-risultati e ad una rosa che ha pian piano recuperato tutti i pezzi del puzzle che erano stati smarriti. La dea bendata non è stata però totalmente clemente: Lozano e da ultimi Politano e Lobotka non si possono certo considerare defezioni trascurabili. In ogni caso le variazioni sul tema di natura tattica dovrebbero essere fondate meno sugli uomini a disposizione e di più sui ruoli da ritagliare su misura per tutti. Lo scenario generale dovrebbe essere un tema caro a Spalletti: attaccare per linee verticali, ma condendo il tutto con ingredienti più particolari come un baricentro in zona mediana, precisa ed insistente fluidità posizionale e pressing alto sulle ripartenze. Ai trequartisti previsti Elmas-Insigne e Zielinski centrale sarà richiesta una maggiore mobilità, sia negli spostamenti in linea orizzontale per mandare fuori giri la retroguardia blaugrana e consentire inserimenti letali per Osihmen (pronti ad entrare anche Mertens e Petagna), sia in fase di copertura allo scopo di non restare mai in inferiorità numerica rispetto agli avversari di reparto. Nel 4-2-3-1 azzurro un aspetto importante sarà la zona mediana occupata da Ruiz e Anguissa: si potrebbero sfruttare soluzioni che portino a far credere di prediligere la copertura di alcune aree del campo facendo densità ma al solo scopo di tenere i giocatori più veloci nei punti che contano. Tutto ciò, in buona sostanza, rappresenterà un pochino il filtro per la difesa azzurra. Meret dovrebbe essere la scelta tra i pali, mentre i confermati centrali Rrahmani-Koulibaly, coadiuvati da Di Lorenzo e Rui ai lati (pronti anche Juan Jesus e Ghoulam), avranno il loro bel da fare per improvvisare continui giochi a scalare sull’attaccante avversario allo scopo di arginare la raffinata tecnica della quale sono dotati gli spagnoli ed a mantenere per più tempo possibile il controllo delle operazioni.
BARCELLONA ai blocchi di partenza
– Sintesi di qualità. Il Barcellona, sotto la guida di Xavi, sta cercando di riprendere la dritta via smarrita (gli addii di Messi e Aguero e l’esperienza negativa Koeman) in termini di gioco di alto livello e capacità di fare risultato ovunque e comunque. Tiki-taka è la parola d’ordine, sinonimo di capacità nonché di volontà di mantenere tra le proprie mani il monopolio del fraseggio a tutto campo. Difficile trovargli punti deboli: nonostante una posizione di classifica non ancora esaltante (quarto ndr) e l’uscita di scena dalla rincorsa alla Champions, l’organizzazione di gioco voluta dal new deal sta mostrando già degli apprezzabili miglioramenti. Un po’ di vento contro se lo ritroveranno a causa delle assenze di Depay, Araujo e Ansu Fati. Ma il 4-3-3 è un sistema collaudato che sta fruttando e al quale si stanno sin da subito adattando alla perfezione i preziosi recenti rinforzi ereditati dal calciomercato. Non è proprio un caso che Ferran Torres e Aubameyang (Traorè dovrebbe subentrare in corso d’opera) sono già parte attiva del gioco, con Gavi (o Dembelè) a fare da terzo motore per l’attacco blaugrana. Il 4-3-3 è poco incline ad un’offensiva spregiudicata ma brilla con le sue manovre avvolgenti che partono da centrocampo e quasi mandano a vuoto i tentativi di aggressione degli avversari. Come arginare una simile corazzata offensiva? Il Napoli non deve cadere nella tentazione di salire sulla stessa cattedra di palleggio del Barcellona; deve cercare, piuttosto, in maniera quasi sistematica, di spezzare il ritmo e di interrompere i rifornimenti di centrocampo provenienti sia dall’inesauribile centrale Busquets, che dai preziosi laterali de Jong e Pedri. Contrariamente al recente passato, gli azzurri potrebbero tenere uno dei due esterni difensivi più alti e stringere le maglie centrali con il supporto dei mediani. Il risultato potrebbe portare ad una minore possibilità di interscambio dei ruoli dei centrocampisti spagnoli e ad una buona capacità di riaggressione in caso di errore dei blaugrana. Proprio quest’ultimo aspetto potrebbe essere cruciale: usando un pressing alto, spesso la difesa del Barcellona si espone al contropiede avversario; è vero che Piquè e Garcia al centro, con Dest e Alba ai lati, sono sinonimo di esperienza, ma se gli azzurri riuscissero a far uscire dai blocchi qualche difensore usando la velocità di spostamento laterale di elementi come Elmas o Zielinski, si potrebbero aprire porte verticali per la precisione di Insigne e la velocità in profondità di Osihmen.
In sintesi
– Osare per sognare.
Il Napoli non ha altra scelta che essere tutt’altro che attendista al cospetto di questo Barcellona. Le soluzioni che Xavi proverà al Camp Nou saranno il frutto della sua rivoluzione di gioco e mentalità, di una sua ricerca di riorganizzazione e rimodellamento di un gruppo che ha potenziale e qualità da vendere. Spalletti sa bene tutto ciò e dovrà chiedere ai suoi uno sforzo non indifferente basato su una maggior esigenza di controllo del possesso di palla, di folate improvvise in attacco ma anche di densità a centrocampo per spezzare il filo del gioco alla manovra avvolgente dei blaugrana. Consci dei propri mezzi, tranquilli e lucidi nella definizione dei ruoli chiave.
Il Napoli ha le carte in regola per lottare a testa alta…
Come sempre, Avanti Azzurri, avanti…
Marco Melissa