
“Si vabbè lo sapevo.. Alla fine proprio quando dovevano fare lo scatto e salire in vetta, come sempre, non ci sono riusciti… Menomale che lo sapevo …”
Il tifoso (passami il termine) disfattista, che si lascia andare ad argomentazioni come quella appena espressa, resta vittima di un noto fenomeno della psicologia: si tratta dei pensieri automatici e distorsioni cognitive.
Le distorsioni cognitive sono modalità disfunzionali di interpretare le esperienze e si caratterizzano per il processo attraverso cui avvengono più che per il contenuto in sé.
Un attimo.. procediamo con calma che ti spiego meglio cosa intendo.
Secondo l’approccio cognitivo comportamentale, alcuni disturbi psicologici sarebbero causati da pensieri automatici disfunzionali messi in atto dalle persone, durante l’elaborazione degli eventi della vita. Fu lo studioso Aaron T. Beck a notare come molti dei suoi pazienti attuassero comportamenti e/o pensieri quasi senza rendersene conto: in maniera automatica.
Che c’entra il tifoso di prima?
E’ possibile che quando ci troviamo a vivere una esperienza così coinvolgente come quella di una partita di calcio, specie se in ballo c’è qualcosa di molto invitante (sì mi riferisco alla possibilità di giocarsi per davvero quella cosa che comincia con la lettere S), possiamo mettere in atto dei pensieri (fanno sempre così.. Non cacciano mai gli attributi quando serve.. lo sapevo che andava così), in maniera automatica e senza un’esperienza soggettiva di riflessione sottostante
Sai qual è la cosa interessante di questo processo? (e converrai con me, con quanto sto per dirti se hai assistito a qualche dibattito calcistico),che coloro che attuano questi pensieri automatici sono “convinti” che siano plausibili e quindi, questi pensieri, non sono sottoposti a critica o dubbio: “io ho ragione!”
Un altro aspetto interessante comporta che questi processi di pensiero implicano delle strutture che sono gli schemi cognitivi “e mo sti schemi cognitivi che vogliono significare?”, gli schemi cognitivi comportano che due persone che valutano lo stesso evento, lo faranno in modo diverso ecco perche due (o più) tifosi difficilmente andranno realmente d’accordo; ognuno userà uno schema cognitivo diverso con cui leggere e interpretare la partita che ha di fronte.
Allora.. direi che non ci resta che provare a controllare, per quanto possibile (o contenere) questi pensieri automatici, cercando di leggere la realtà dei fatti per come è (o potrebbe essere).
Il Napoli c’è, è in corsa (e corre). A noi tifosi il compito di spingerlo sempre più su, e mai più giù (pensieri inclusi).
Giusy Di Maio, Psicologa Clinica, & Gennaro Rinaldi, Psicologo Psicoterapeuta
Pallone & Psiche, rubrica nata dalla collaborazione de Il Ciuccio sulla Maglia del Napoli con Il Pensiero Non Lineare – Riflessioni e sguardi non lineari sulla Psicologia – a cura dei Dott.ri Giusy Di Maio e Gennaro Rinaldi.
“Il calcio è una cosa seria! Il Napoli è una cosa seria!”