
Presentazione
– Meno uno. Purtroppo!
Esperienza breve, senza rimpianti tutto sommato.
In sintesi è questo il bye-bye del Napoli al primo traguardo disponibile per la stagione agonistica in corso, la Coppa Italia; un turno in-out giocato e perso contro una Fiorentina molto arrembante e ben messa in campo.
Reset necessario, a questo punto per gli azzurri, con la necessità di doversi ributtare a pieno ritmo nel campionato.
Il Bologna di Sinisa Mihajlovic, per intenderci, è un avversario insidioso: molto capace sia sul piano strettamente tecnico che su quello agonistico.
Spalletti, in buona sostanza, deve cercare per l’ennesima volta di fare di necessità virtù, disponendo di una rosa che, tra Covid, Coppa d’Africa ed infortuni, manca ancora di tutti i tasselli al proprio posto per difendersi al meglio da certe insidie ma, soprattutto, per creare continuità offensiva; è vero che alcuni elementi sono rientrati in gruppo, ma latita per ora quel gioco spumeggiante e ricco di iniziativa visto nella prima parte di stagione.
Procediamo però con ordine e passiamo all’analisi dello status delle contendenti al Renato Dall’Ara.

NAPOLI ai blocchi di partenza
– Unione di gruppo.
E’ l’unica certezza, quasi un baluardo, da mantenere ben saldo.
Il Napoli, a lungo decimato ed in via di ricomposizione organica, mantiene fede ai dettami di Spalletti in quanto a spirito di sacrificio e voglia condivisa di raggiungere determinati traguardi nonostante i risultati, da una parte, ed il rendimento espresso sul rettangolo di gioco, dall’altra, siano appena sufficienti in quest’ultimo periodo. Ma la concorrenza è forte, agguerrita.
Oggi come oggi appaiono lontani anni luce gli inizi di stagione in cui gli azzurri brillavano per volume di pressing, efficacia difensiva, insomma per una grande identità tattica; usando come metro di giudizio l’attuale capolista, da quella sfida al termine della quale abbiamo ereditato un gravissimo infortunio ai danni di Osimhen, si è passati da un quasi più dieci punti in classifica all’attuale meno sei. Una differenza che parla da sola.
Di mezzo son passati in rassegna il peggio del peggio sul piano delle defezioni, con la dea bendata, tra l’altro, puntualmente girata altrove!
A maggior ragione assurge a ruolo fondamentale la sfida contro il Bologna, che si può trasformare, a seconda dell’esito finale, in croce o delizia per il prossimo futuro del cammino degli azzurri.
Passando al campo, Spalletti recupera Osimhen (che parte dalla panchina) e Zielinski (negativizzato al Covid) ma deve lasciare ancora ai box tante pedine: dubbi sull’utilizzo di Ospina (quasi sicuro Meret al suo posto); fermo Insigne, ancora alle prese con il recupero muscolare; il trio Koulibaly – Anguissa – Ounas impegnati in Coppa d’Africa.
A questo punto dovrebbe partire come unica punta Petagna, spalleggiato da Politano, Mertens ed Elmas, con ottime alternative in Zielinski e Lozano.
A centrocampo Fabián Ruiz in coppia con Demme (o Lobotka), mentre in difesa si ritorna al duo centrale Rrahmani – Juan Jesus, coadiuvati ai lati da Di Lorenzo e Mario Rui (pronti anche Ghoulam, Malcuit e Tuanzebe).
Con il rientro di tanti si spera di poter contare su una maggiore capacità offensiva in verticale, in modo tale da indurre squilibri nella difesa dei rossoblu ma, soprattutto, aggredendoli sul piano agonistico.
BOLOGNA ai blocchi di partenza
– Caparbietà.
Una delle note caratteristiche del Bologna è in buon sostanza un elemento imprescindibile del codice genetico del suo allenatore.
Sinisa Mihajlovic sa bene come motivare i suoi ragazzi dall’alto della sua esperienza, pur in presenza di una certa differenza tecnica rispetto agli azzurri.
I rossoblu visti contro il Cagliari non sono gli stessi che hanno travolto il Sassuolo, ma il denominatore comune palesato si tinge positivamente sul piano caratteriale.
Il tecnico serbo cercherà di spingere avanti il baricentro, di giocare a trazione anteriore ma senza esagerare. Calci piazzati e d’angolo, incursioni laterali e diga sulla trequarti: queste le armi preferite dai felsinei che costringeranno il Napoli a tenere ben serrati i corridoi laterali ed a prestare più attenzione nelle marcature.
Anche nel Bologna ci saranno molte assenze pesanti (su tutti Barrow e Mbaye impegnati in Coppa d’Africa nonché Schouten, Kingsley e Santander) ma, nel contempo, rientrano alcune pedine di rilievo che permetteranno a Mihajlovic di poter contare su un maggior numero di alternative.
Il 3-4-1-2 rossoblu, che si trasforma spesso in un puro 3-4-3, vedrà Skoruspki tra i pali, con Soumaoro, Binks e Theate in difesa.
Rientrano due elementi importanti a centrocampo come i due esterni Hickey e De Silvestri, che affiancheranno i centrali Svanberg e Dominguez.
L’attacco sarà composto da Soriano a supporto di Arnautovic ed Orsolini (pronto anche Sansone).
In sintesi
– Chiudiamo la porta e buttiamo via la chiave.
Nessun pensiero che rimandi alla serata di Coppa Italia deve intromettersi, neanche per un secondo, nel flusso di concentrazione che gli azzurri devono imporsi contro il Bologna.
E’ importante questa sfida, una sorta di prova della verità al cospetto della lotta tra le big di classifica.
Discorso speculare per i felsinei: lottare a testa alta contro un avversario di grosso calibro come il Napoli, al di là del risultato finale, rappresenta un’iniezione di fiducia per cercare continuità nel rendimento.
Motivo in più per Spalletti di suggerire soluzioni semplici, veloci ed efficaci soprattutto dalla trequarti in poi e per tutto il gruppo di tenere alta la guardia difensiva ed impostare un gioco corto e fluido che possa essere interpretato al meglio da tutti.
Come sempre, Avanti Azzurri, avanti…
Marco Melissa