AD OGNI COSTO

Carlo Ancelotti

Oggi, alle 18, allo Stadio Olimpico Grande Torino il Napoli si gioca molto più dei semplici tre punti.

Gli azzurri di Carlo Ancelotti si giocano le residue possibilità di rientrare prepotentemente in corsa per il titolo.

L’affermazione sembra esageratamente perentoria ed anche un tantino drammatica. Eppure, a ragionarci bene, non lo è affatto.

Mi spiego.

Per cercare di dare un senso alle parole bisogna partire dal ritiro a Dimaro dello scorso luglio. Sì, perché è da lì che sono partite dichiarazioni del tipo “dobbiamo vincere”, “voglio vincere” anziché il classico e più prudente “proveremo a vincere”. Dichiarazioni partite dalla dirigenza, dal tecnico. Dichiarazioni che sì, dopo qualche anno di podio senza vittoria, sembrano essere quasi “il minimo sindacale” che si possa dire per mantenere alto l’entusiasmo della piazza. Anche qualche colonna della squadra, alla vigilia della nuova stagione, si è lasciata andare a dichiarazioni molto impegnative sugli obiettivi stagionali.

Tutto bello, tutto entusiasmante.

Poi si è partiti.

Calendario dall’inizio tutt’altro che facile, per carità. Resta il fatto che, se punti al bersaglio grosso non puoi permetterti battute d’arresto.

Dopo sei giornate di campionato siamo quarti, ad un punto dall’Atalanta.

Quattro vittorie e due sconfitte.

Dieci gol incassati.

In Champions siamo partiti ché meglio non si poteva, battendo i campioni in carica del Liverpool. Un bonus che lasciava presagire l’agevole passaggio agli ottavi. Bonus poi sprecato con lo scialbo pareggio di Genk e la consapevolezza che il gruppo è molto più equilibrato di quanto pensassimo. Corsi e ricorsi storici? Déjà-vu? Speriamo di no.

Carlo Ancelotti ha operato turnover sostanziali un pò lungo tutto l’arco di queste prime otto partite (tra campionato e coppa). A volte dando l’impressione di farli a scapito dello stato di forma dei singoli, pur di sperimentare nuove soluzioni.

Il risultato sono state prove altalenanti degli azzurri, passati da esaltanti momenti di bel gioco a fasi preoccupanti di amnesie difensive e attacchi asfittici.

Tutto ciò ha inevitabilmente messo il tecnico sul “banco degli imputati”, reo, soprattutto, di continuare volutamente ad ignorare la natura tattica del gruppo a sua disposizione.

Fatto sta che da ieri si parla con insistenza di un “ritorno alle origini”, col tridente d’attacco che fece la fortuna degli azzurri fino a meno di due anni fa.

Sarà vero?

Lo scopriremo tra qualche ora.

Una cosa è certa. Qualsiasi risultato diverso dalla vittoria butterà questo gruppo nell’occhio del ciclone di una polemica che già si alimenta di carboni ardenti da qualche settimana. E non sarà la matematica o il fatto di essere soltanto agli inizi di ottobre a salvare il Napoli da una mezza crisi di inizio stagione.

Bisogna vincere.

Ad ogni costo.

Giulio Ceraldi

#ForzaNapoliSempre

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