
La ragione per la quale ho preferito lasciar passare alcune ore dalla partita è legata a due fattori che, credo, sia importante menzionare.
Il primo è quello di evitare di scrivere di pancia su un incontro che definirei urticante (ed uso un eufemismo).
Il secondo è perché volevo, visto il risultato, sincerarmi dello stato di forma della capolista Inter (mai vista sinora all’opera ndr) al cospetto del Barcellona. Piccolo inciso: la squadra di Conte ha soltanto un tempo nelle gambe e, soprattutto, i blaugrana di Valverde sembrano, al momento, soltanto un lontano parente dello spauracchio degli anni passati. Nonostante questo è bastata una squadra a mezzo servizio (quarta ne La Liga) per avere ragione della squadra prima in classifica ed a punteggio pieno nel campionato italiano di Serie A. E questo la dice lunga, ancora una volta, sul livello della nostra massima serie. Ma questa è un’altra storia.
Non sono più un ragazzino per sapere che non è una rondine a fare primavera. Eppure i segnali poco rassicuranti che riguardano questa squadra cominciano ad accumularsi in quantità tali da meritare attenzione.
Ieri sera in Belgio ho visto probabilmente il peggior Napoli della gestione Ancelotti.
Una squadra messa in campo ignorando le indicazioni dei match precedenti. A partire dal buon primo tempo col Brescia di domenica scorsa.
A questo si è unita la scarsa vena di alcuni elementi e la stanchezza di altri per vanificare qualsiasi velleità realizzativa dell’undici azzurro.
Poi si aggiunge il preoccupante stato di forma di chi dovrebbe garantire nuova linfa al reparto avanzato.
Il tutto “scecherato” dalle mani esperte del “barman” Carletto per un cocktail-partita da cambiare canale.
Ad ogni modo, anche questo punto è in cascina (visto l’andazzo…). Guardiamo avanti.
Anzi no.
La nota positiva di ieri sera è che, se ancora qualcuno ne fosse stato convinto, non è Lorenzo Insigne la causa di tutti i mali del Napoli.
Passo e chiudo.
Giulio Ceraldi
#ForzaNapoliSempre