Lo scorso fine settimana si è concluso un campionato iniziato, per i nostri colori azzurri, dall’addio di Sarri e dall’arrivo di don Carlos sulla panca azzurra.
Nuovo allenatore, nuova filosofia di calcio, nuovi metodi di allenamento, nuovi atteggiamenti tecnico/tattici. Nessuno (e tra i nessuno inserisco anche me, inguaribile sognatore) ha pensato ad una annata superlativa. Con questo giustifico la griglia della Gazzetta. Anche la mia vedeva il Napoli dietro alla Juve e l’Inter, al pari col Milan e la Roma. Eppure, nella consapevolezza assoluta che non avremmo più visto il Sarri-ball, con la certezza razionale che avremmo visto un altro Napoli. Se poi andiamo ad analizzare in senso assoluto questa prima annata, scopriamo che in campionato abbiamo confermato il secondo posto ( impensabile alla vigilia). In Champions siamo andati meglio, rispetto allo scorso anno, perchè ad un passo (un goal o forse una parata) dal passaggio agli ottavi, per altro in un girone palesemente proibitivo. Così avremmo buttato fuori chi probabilmente la Champions la vincerà. In Europa League siamo stati buttati fuori ai quarti da chi è in finale a giocarsela, mentre lo scorso anno siamo usciti molto prima buttati fuori dal Lipsia, squadra inferiore alla nostra. Persino in Coppa Italia siamo andati meglio rispetto allo scorso anno: fuori col Milan ai quarti, ma in trasferta, mentre il quarto con l’ atalanta, nostra carnefice, lo scorso anno lo avevamo in casa.
Eppure, in senso relativo, non siamo soddisfatti. Abbiamo visto un buon Napoli, a tratti. Sembravamo un cantiere aperto. Abbiamo avuto difficoltà a somatizzare un nuovo modello tattico (il “finto 4-4-2”). Modello che, se da una parte da il la ad una percorso che dovrebbe portare ad una interessante versatilità in corsa, dall’altra lascia evidenti lacune sulla applicazione di tale nuovo corso. Abbiamo mollato il campionato dopo Milano, sponda Inter, rischiando una distanza dalla Juventus ancora più siderale, passando da un atteggiamento in campo propositivo ad uno meno aderente alle nostre caratteristiche. Remissivo ed abulico, per lunghi tratti. Siamo venuti meno nei momenti topici in coppa. In Coppa Italia, dove affrontammo la partita col Milan con un approccio timoroso e quasi distaccato rispetto al valore di un quarto di finale, per poi raggiungere l’apoteosi dell’approccio timoroso in quel di Londra (Europa League), dove a mio avviso, abbiamo esaltato le qualità degli avversari oltre misura.
Comunque il mio voto per quest’anno è più che sufficiente e per il prossimo anno mi sento di essere “ottimisticamente preoccupato”. L’ottimismo mi viene dato dal fatto che questa squadra ha dato prova di essere forte e con molti margini di miglioramento. La preoccupazione mi assale perchè, a mio parere, la forza migliorabile, ovvero i margini di miglioramento, passano per la sostituzione di qualche elemento che fino a qualche mese fa era impensabile. potesse essere necessario dar via. Non so se saremo capaci di farlo, nel rispetto dei valori pensati dalla società, e se saremo capaci poi di sostituire effettivamente con chi, in realtà, serve. Se non per valore assoluto, serve per aderenza a quel modello tattico versatile che il mister ha in mente. Ma, fortunatamente , al netto di tutte le sciocchezze che saremo costretti a leggere nei prossimi giorni, a tutte le false notizie di gossip che dovremo digerire nei prossimi giorni. Da quelle disfattiste rispetto ad ogni acquisto che il Napoli proverà a prendere (o prenderà) a quelle che poi ci relegheranno in terza, quarta e quinta fascia, dovremo aspettare solo 90 giorni per sapere e capire cosa ci riserverà il futuro.
Il Pocho
#ForzaNapoliSempre