Un Napoli troppo timido ed incredibilmente impreciso perde senza scuse contro un Arsenal che corre il doppio degli azzurri con una capacità di raddoppiare e triplicare nell’aggredire la palla che annichiliscono, a tratti, la squadra di Ancelotti.
Potrei fermarmi qui ma, tutto sommato, sarebbe irriverente nei confronti di chi ci fa restare a galla in questo doppio confronto italo-inglese che vede il Napoli con le mani ancora vuote al giro di boa. Parlo di Koulibaly, uomo barriera della difesa, insieme ad un buon Maksimovic, e di un immenso Meret, autentico uomo ragno della porta partenopea.
In partite come questa ed a questo punto di una competizione europea, fuori casa ti capita una, forse due occasioni in tutto l’arco del match.
Il Napoli versione Emirates distribuisce i bonus in modo equo. Uno per tempo.
Prima Insigne, allo scadere della prima frazione di gioco, spara in curva un “rigore in movimento” servitogli da Callejòn.
Poi Zielinski, al 72′, si mangia un gol fatto davanti a Cech, su invito col contachilometri di Lorenzo Insigne dalla destra.
Per il resto si è visto un Napoli troppo timido, titubante ed impreciso per impensierire e seriamente contrastare un Arsenal che conferma gli ottimi numeri delle statistiche riguardanti gli incontri casalinghi.
Ma è fuori casa che i Gunners spesso stentano. Ora, con Emery, come allora, con Wenger. È questa la speranza alla quale si attacca il Napoli.
Ma chiariamoci bene. Non si può puntare alla semifinale senza un peso consistente im zona d’attacco. Idem dicasi in termini di precisione, concentrazione e… dannato ritmo. Quello che spesso è mancato in quel di Londra.
La tradizione che vede gli azzurri mai vittoriosi in terra d’Albione continua.
Pazienza.
Ciò che conta adesso è ricompattare le fila e lavorare, di testa e di gambe, al ritorno tra una settimana.
A Napoli.
Passo e chiudo.
Per ora.
Anzi no. Piccolo pensierino della sera: Marek, ci manchi.
Giulio Ceraldi
#ForzaNapoliSempre