E’ un’altalena davvero affascinante e coinvolgente. Una sequenza emotivo-temporale che sposta continuamente l’asse dell’umore.
La battaglia cruenta continua, signore e signori.
Pensate a quante volte ci si trovi di fronte a questa irrisolvibile diatriba stagionale. Al cuor non si comanda. Nemmeno davanti a qualsivoglia numero, risultato finale o statistica che sia e che possa rendere merito o demerito agli azzurri.
Certo, è la storia di sempre, di questo continuo rebus che prende la forma di un pallone e che mette a volte d’accordo tutti ed a volte tutti contro. L’esempio è offerto da queste ore che precedono l’arrivo del Genoa all’arena San Paolo. Ancelotti sa che i suoi ragazzi, in modo indotto o meno, si ritrovano in un delicato momento di transizione psicologica. E siccome l’Arsenal incombe, bisogna categoricamente continuare a macinare esperienza collettiva, continuare a fare esercizi di determinazione e concentrazione.
La squadra di Prandelli, come l’Empoli, va presa per il verso giusto onde evitare brutte sorprese.
Se volessimo ragionare guardando i numeri, la quantità di vittorie casalinghe pende nettamente in favore degli azzurri da almeno dieci anni. Ma attenzione. Il Genoa è stato capace di raccogliere ben quattro punti in questa stagione contro la capolista (una vittoria casalinga ed un pareggio in trasferta). Come dire, è abituata ad affrontare le grandi. Carletto, come sempre, proverà a metterci del suo. Ma la testa ed il cuore, a volte, proprio non vanno d’accordo. E’ un film già visto. Ed è perfettamente inutile accanirsi contro lo status quo.
Dagli anni di Sallustro a quelli di Maradona e più di recente con Benitez e Sarri, lasciamo sulla nostra scia punti importanti. A volte fondamentali.
La storia interviene, spesso, a dettare eventi e condizioni che dovrebbero far mandare giù “l’amara pillola” in modo meno traumatico. Scorrendo però il web di questi giorni e riflettendo, dovremmo capire che la pillola non è quella scelta enigmatica della pellicola Matrix, blu (azzurra?!) o rossa che sia. Pillola che consentirebbe di vivere nel paese delle meraviglie o nella cruda realtà. Il tecnico partenopeo sa bene che il suo gruppo deve avere grande cuore (leggere alla voce determinazione) e la testa giusta (concentrazione) per costruire il sogno ambito da ogni tifoso. Ma in mezzo ci passano argomenti che segnano e segneranno il futuro del cammino del Napoli. Ferocia tecnica, esperimenti tattici, alternative ai non-titolari, ossia rosa più lunga per difesa e centrocampo. Va rivisto un dato importante: il livello medio mentale. Non parliamo di un nuovo coefficiente da utilizzare nella statistica descrittiva ma di un importante punto di partenza sul quale tante squadre e tanti giocatori hanno costruito fortune. Senza far scivolare il discorso sul piano motivazionale, basterebbe fare un passo alla volta per confermare l’ottima stagione fin qui costruita e, magari, provare a continuare la scalata in europa.
Tutto, comunque, deve passare prima per i rossoblu in cerca di punti salvezza.
Prandelli proverà a pungere con Sturaro e Kouamè e dovrà stringere le maglie di una difesa che a volte va in confusione.
Ancelotti ha Insigne e Ghoulam in fase di recupero e diverse incognite da risolvere. Risparmiare Allan o Ruiz?
Vincere senza dannarsi l’anima sarebbe la migliore soluzione. Darebbe ragione ai numeri. Ma la testa ed il cuore devono essere in sintonia per tenere lontano l’Arsenal. Almeno questa stasera.
Il resto lo devono fare i tifosi.
Non importano gli alti e bassi, i dubbi. Si tifa e basta. Nel bene e nel male. Sempre.
Avanti Azzurri, Avanti…
Marco Melissa
#ForzaNapoliSempre