di Marco Melissa
Le porte dell’Europa League del Napoli si aprono con una trasferta che ha mille sapori e svariati toni emotivi. Zurigo, il primo scoglio da superare per questi sedicesimi di finale, è un punto cruciale per il progetto ‘’in costruzione’’ di Ancelotti che, nel corso del tempo, sta operando un sorta di ‘’muta tecnico-tattica’’ tendente a definire il nuovo assetto da utilizzare in prospettiva futura. Una posizione di metà classifica, una media gol non certo irresistibile ed una difesa a volte poco coordinata rappresentano un quadro non invidiabile per gli svizzeri. Ma guai a sottovalutare ‘’se stessi’’. Come più volte ribadito da queste stesse pagine, mister Carlo non molla un centimetro né sul piano delle scelte tecniche né sul piano dell’approccio psicologico alle sfide. Il Napoli può cadere, allo stato attuale, solo perché non vuole stare in piedi! Si, proprio cosi. La storia recente, tra campionato, Champions e Coppa Italia, ha fornito più di un resoconto eloquente di questa ‘’sindrome azzurra’’: la stessa rosa, impostata sugli stessi temi tattici, un giorno è bel tempo e l’altro è tempesta. Ecco che i franchi tiratori si divertono a far piovere dubbi sulla qualità della preparazione ‘’innestata’’ dal tecnico emiliano. Ma molti dimenticano che non è facile creare il ‘’nuovo’’ pur continuando ad utilizzare, almeno per il momento, l’eredità sarriana. Ancelotti sta cercando di creare l’habitat ideale in cui far convivere tutti; si sa, ovviamente, che tutto ciò è parzialmente in linea con la volontà della dirigenza che punta esclusivamente sulla crescita delle giovani leve. Per questo motivo si deve puntare a tutto gas in questa Europa League. Tante squadre blasonate concorrono e ci sono tanti buoni motivi per gli azzurri di far bene: il prestigio per questa competizione, far crescere la propria immagine all’interno del circuito Uefa e, dulcis in fundo, un’iniezione consistente alle casse (oltre dieci milioni non sarebbero proprio male per il consolidato di proprietà di De Laurentis che ha mostrato qualche lieve crepa nel 2018). Insomma tanti motivi per crederci e tentare la scalata al successo, anche in virtù di una forza dimostrata sul campo (soprattutto in Champions) nonostante gli alti e bassi. Lo Zurigo rappresenta un avversario da affrontare da subito senza troppi tatticismi. Il giovane tecnico Magnin, che spesso propende per il cambio modulo, partirà con un 4-2-3-1, farà sicuramente pressing asfissiante a centrocampo per arginare gli azzurri; potendo contare sull’ottimo Kololli, centrocampista dai piedi buoni, proverà con un trio offensivo a supporto dell’insidiosa punta Odey, che costringerà agli straordinari un rosa azzurra che ha molte defezioni da compensare. Con Albiol fuori dai giochi per un bel po’, Mario Rui e Verdi fermi ai box e discorso Hamsik ormai archiviato in veste cinese, Ancelotti probabilmente punterà sulla ritrovata vena offensiva di Insigne in appoggio a Milik; il centrocampo potrebbe vedere ancora in azione la linea Fabian-Allan con Zielinski e Callejon sugli esterni. Koulibaly e Maksimovic, con Ghoulam e Malcuit ai lati, dovranno garantire la copertura difensiva. Una riflessione d’obbligo prima di mettere in moto cuori e stringerci intorno agli azzurri. Non è l’ultima spiaggia, non sono le ‘’briciole rimaste’’ di questa stagione, non è…punto! Stiamo correndo, contro tutto e tutti, e la corsa va affrontata con il massimo adrenalinico, e, soprattutto, va ‘’vissuta’’, fino alla fine. Proviamoci ancora!…
Avanti Azzurri, Avanti…
