NAPOLI – SAMPDORIA BATTIAMO NOI STESSI

Ci risiamo. Dobbiamo ripartire dall’ennesima ‘’Alba di un nuovo giorno’’. Perché i buoni propositi, la direzione verso un nuovo progetto, la scelta di puntellare appena la rosa già competitiva ereditata dalla passata stagione sarriana e l’entusiasmo per l’arrivo di una nuova mano d’esperienza in panchina sono andati a farsi friggere, tutti insieme, dopo la double-night di Milano. Ecco che tutto d’un tratto sono spuntate, come funghi, tra social e media, sequele di critiche tecniche e parossistiche sequenze di pessimismo quasi cosmico, tra un leopardiano addio ai grandi traguardi ed una macabra constatazione di strada a senso unico verso l’ennesima ‘’incompiuta’’! Allora, ad Ancelotti e tutto il gruppo occorre, senza alcun dubbio, rimboccarsi le maniche, come già fatto ripetutamente nelle ultime settimane, per dimostrare che San Siro, nel complesso, è stato un passaggio a vuoto sotto tanti (forse troppi) punti di vista. Tra qualche ora dobbiamo essere più che determinati: la Sampdoria arriva lanciatissima, Quagliarella è in vena di record, Gabbiadini probabile valida spalla ed altro ancora. I tre schiaffi di Genova dell’andata bruciano ancora; fu un momento di buio totale. Tutto questo va preso decisamente con le pinze, analizzato alla luce del progetto tecnico che Mr. Carlo sta portando avanti e deve consolidarsi in un assetto definitivo. Proprio quello che manca ancora al Napoli. Nelle ultime partite, inutile negarlo, abbiamo avuto grossi problemi di produzione offensiva: circolazione della palla abbastanza piatta, non riusciamo mai a trovare nitidamente un uomo libero tra le linee. Ancelotti ha provato in diverse occasioni a fare pressing alto e verticalizzazioni al fulmicotone. Macchè: niente! Non vanno sicuramente accettate le feroci rappresentazioni di teatrale catastrofismo di molti influencer sportivi che vedono solo nubi e pioggia e nessuna possibilità di scampo. Ma dobbiamo mettere i puntini sulle I. Difficile capire se l’assenza di un baricentro forte nel gruppo abbia, in qualche strana modalità, portato tutti a subire sul piano psicologico una lenta ed inesorabile caduta verso il basso, con la concentrazione al minimo e, soprattutto, con un mordente sotto i piedi. Ma nel calcio ogni opinione ha una sua chance proprio come le ha Ancelotti di fare reset. Scegliere, una buona volta. La coesistenza tra l’eredità tecnica sarriana e le nuove mete da raggiungere nel prossimo futuro ancelottiano non è possibile. Alcuni elementi devono pagare dazio. Insigne è una risorsa, al momento, fermo ai box. Mertens corre tanto ma a vuoto. E tanti ancora ruotano male. Ma il problema appare agganciato all’aspetto psicologico. Dobbiamo sostenere questo gruppo di talenti ‘’in cerca d’autore’’! L’equilibrio ed il punto di rottura. E’ arrivato il momento. Dopo la disfatta di Genova, Ancelotti cambiò idea e ridisegnò il 4-4-2. Ora dobbiamo nuovamente rompere un punto morto del non-gioco e riproporci con una versione definitiva per il prosieguo della stagione. La Sampdoria è tutt’altro rispetto a mesi fa. E’ cresciuta. Risale velocemente fino alla trequarti avversaria, dosa bene le rotazioni del reparto offensivo spalleggiato dai centrocampisti, facendo transizione e fraseggio nel contempo. Quagliarella è un osso duro. Quindi? A questo punto le scelte dei ruoli dovranno essere chiare: chi è sotto la media non deve giocare. Milik le proverà tutte per aumentare il suo bottino personale. Ma Ancelotti dovrà puntare molto (se non tutto) a centrocampo, sull’aumento di velocità d’azione, di verticalizzazione; meno passaggi, più fluidità. Questa squadra, in fondo, è quella stessa che ha tenuto testa a Liverpool e Psg; quella stessa che ha costruito un piccolo capolavoro tecnico contro la Lazio. E via dicendo. Siamo comunque là, alle spalle della Juve. In poche parole, l’unico limite è Noi stessi. Dobbiamo superarlo.

Avanti Azzurri, Avanti…

Marco Melissa

#ForzaNapoliSempre

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