Stasera, allo Stadio Giuseppe Meazza di San Siro, a Milano, va in scena una sfida da calcio dei grandi numeri ma anche di prestigiose tradizioni.
Il Napoli e l’Inter. Due mondi calcistici lontani che condividono però l’ambizione delle posizioni alte di classifica del campionato, con un occhio costantemente rivolto all’ambito europeo. Due progetti societari che, partiti da impalcature tecniche radicate in una solida tradizione, non hanno mai disdegnato la sfida di un mercato in perenne evoluzione. Un mercato diviso tra investimenti su giovani di talento e gestione oculata dei bilanci, allo scopo di essere sempre centrati sul piano qualitativo. La sfida di stasera sarà, con molta probabilità, l’ennesima “infrangi-numeri”. Le statistiche, favorevoli ai nerazzurri, vanno prese spesso con le pinze. Le tantissime sfide hanno vissuto, infatti, su una totale incertezza nel risultato finale, derivante dalla frequente capacità di queste contendenti di ribaltare ciò che sembrava ormai scontato.
Ancelotti, lo sappiamo ormai, fa a meno dei numeri di ogni genere. Cerca la miglior soluzione da applicare con i migliori interpreti da utilizzare. Contro una corazzata come l’Inter si deve ricorrere agli straordinar. La squadra di Spalletti ha una difesa efficace quanto quella azzurra ma in questo momento punge meno sul piano offensivo. Tutto ciò rappresenta una bella premessa, ma tra grandi squadre le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
– Turnover tra progresso e regresso
Il pensiero del nostro tecnico è in continua evoluzione e tutto il gruppo si impegna alla ricerca di quel denominatore comune vincente. Fin qui l’unione tra Ancelotti e la squadra appare sempre più consolidata. Ma il tecnico emiliano non perde mai occasione per ribadire l’essenziale semplicità del suo modo di vedere il calcio e, soprattutto, l’evoluzione in atto dei massimi sistemi tattici. Nelle ultime conferenze stampa Ancelotti ha lasciato chiaramente intendere che il turnover è un maggior stimolo per tutti e, nel contempo, è una scappatoia contro gli infortuni. In poche parole allunga il ciclo di vita di muscoli e nervi della rosa a disposizione. Ma va ben oltre. L’eccessiva ed ossessiva ricerca del gioco con palla a terra, l’uso frequente delle ripartenze dalla difesa con le discese dei portieri e tutto ciò che ne deriva porta ad una diversa interpretazione del ruolo-motivazione dei singoli, con ripercussioni negative sul piano agonistico. Una sorta di regresso nel tentativo di trovare la chiave giusta alle nuove impostazioni tattiche. Ma si può mai tollerare uno spettacolo di precise coordinate geometriche prive, però, di adrenalina? Ancelotti non ci sta. Vuole versatilità. Il Napoli sta evolvendo in questo senso ma mancano ancora molte connessioni tra i reparti.
– Adattamenti tattici d’obbligo
Il 4-4-2 che contraddistingue gli azzurri lascia spesso il posto ad un 3-2-4-1 in fase attiva che giova molto in chiave di impostazione. Questo dovrebbe essere il motivo conduttore degli azzurri anche contro l’Inter. La tendenza a spostare il baricentro da destra verso sinistra, man mano che sale la linea di gioco, pone l’obbligo di adattare l’uso del passaggio corto alla densità di posizione del momento. In poche parole, per saltare la linea difensiva avversaria occorre avere densità di triangolazioni veloci e strette, anche senza la contemporanea superiorità numerica.
Ancelotti punterà probabilmente ancora una volta sui due centrocampisti centrali Hamsik ed Allan per prevenire il gioco in transizione avversario. Spalletti, dal canto suo, non starà a guardare. L’Inter è una di quelle squadre che non rinunciano sistematicamente al possesso e giocano spesso in modo aggressivo. Il Napoli, di conseguenza, deve star attento a non farsi togliere il tempo di possesso per organizzare la propria manovra. Sarebbe ottimale inserire Milik, spalleggiato dalle incursioni di Ghoulam sulla sinistra. L’algerino avrebbe così più alternative offensive rispetto ad uno scarico arretrato oppure ad un cross tagliato sul primo palo. Stesso discorso va fatto per il lato destro presieduto da Callejòn. Tutto questo arginerebbe l’attuale momento di carestia offensiva da parte di Insigne e Mertens i quali dovrebbero rinunciare ad un pò di centralità di posizione.
Anche in difesa le soluzioni vanno riviste continuamente. La costruzione della difesa a tre, che si alterna a quella a quattro, mette Hysaj (o Maksimovic) e Mario Rui nelle condizioni di agire da cursori di copertura/spinta verso il centro del gioc. Albiol e Koulibaly devono tenere insieme tutte le fila del discorso con la massima velocità ed attenzione. Icardi, Perisic e soprattutto Politano sono elementi che si inseriscono facilmente nei corridoi verticali avversari. Ma non dimentichiamo pure che Vrsaljko e De Vrij sono ostacoli ardui da superare. Sempre in linea retta precisa. Joao Mario non perde mai occasione per proporre densità numerica dove occorre, dalla difesa a centrocampo.
Sarà una battaglia cruenta.
La calma e la semplicità di Ancelotti, condite da concretezza e sofferenza, dovranno essere in ogni parte del campo.
Non fa differenza, ormai, parlare di vittorie sporche anziché di turnover giusti.
La qualità c’è e i tifosi ci credono.
Avanti Azzurri, Avanti…
Marco Melissa
#ForzaNapoliSempre