IL SALVATORE DELLA PATRIA

Prima di tutto volevo esprimere la mia vicinanza e solidarietà a tutte le famiglie coinvolte nell’assurda, ennesima tragedia italiana consumatasi ieri a Genova, città alla quale sono particolarmente legato.

A poche ore dalla fine del calcio mercato, che quest’anno coincide con l’inizio del campionato, sembra ormai delineata la griglia di partenza per la corsa scudetto. Purtroppo anche quest’anno la squadra da battere sembra essere la Juventus che, con l’arrivo di CR7 (e non solo lui), ha confermato la sua leadership in Italia. E le altre? Cosa hanno fatto le altre per opporsi a questo strapotere che ormai dura da diversi, troppi anni? Beh, le milanesi hanno sicuramente operato bene. Soprattutto l’Inter ha rafforzato la rosa in modo attento ed oculato. Anche la Roma ha investito tanto, soprattutto in virtù delle cessioni di Alisson e Nainggolan.

E il Napoli?

Ecco. Appunto.

Il Napoli, croce e delizia di tutti i tifosi azzurri. Soprattutto considerando il fatto che il nostro presidente è semplicemente un imprenditore prestato al mondo del calcio. Un uomo d’affari al quale interessa solo ed esclusivamente la possibilità di creare plusvalenze e fare cassa.

Il mercato del Napoli è stato al limite della sufficienza, con l’uscita di Reina e Jorginho e gli arrivi di Ruiz, Verdi e Meret. Tre giovani di prospettiva. Purtroppo l’agognato top player non arriverà. Anzi, si fa addirittura fatica a prendere un terzo portiere. Robetta di poca cosa. Una semplice operazione da 2/3 milioni di euro. Semplice, sì, ma non per il Napoli. Una società che dimostra, inevitabilmente ed ogni volta, la sua incapacità di operare sul mercato in modo serio e concreto.

A questo punto mi sorge il dubbio se sia Cristiano Giuntoli ad essere incapace o Aurelio De Laurentiis, col suo penoso ed insopportabile autoritarismo, a complicare tutte le trattative.

È un mistero tutto azzurro.

Resta il fatto che, a poche ore dall’inizio del campionato, vedo un Napoli abbastanza in difficoltà, rispetto all’anno scorso. Sia dal punto di vista del gioco che dal punto di vista mentale. C’è tanta, tanta confusione.
Le partenze di Jorginho e (in particolare) di Reina non saranno facilmente rimpiazzabili. Soprattutto da “giovani di belle speranze“. Ovviamente l’incognita più grande resta l’arrivo di Carlo Ancelotti. Tecnico osannato come un “salvatore della patria”. Un allenatore che dovrà fare i conti con una piazza esigente e dal palato fine come quella napoletana. Un pubblico, quello di Napoli, che ultimamente si era piacevolmente abituato al meraviglioso gioco di Sarri (cacciato inspiegabilmente da Aurelio De Laurentiis…ma questa è storia vecchia).
L’ingaggio di Ancelotti è stato sicuramente una genialata, un colpo ad effetto che però rischia di avere un “effetto boomerang”, qualora non arrivassero i risultati “urlati ai quattro venti” dallo stesso Ancelotti. Carletto ha più volte ribadito di avere una squadra forte e competitiva.

Mah…se lo dice lui…

Io, francamente, considerando il trascorso vincente e glorioso del tecnico di Reggiolo, trovo difficoltà a comprendere la scelta di Ancelotti di venire a Napoli. Soprattutto perché conosceva la mentalità imprenditoriale, affarista e totalitaria del patron azzurro che di “cacciare soldi” per allestire una squadra vincente proprio non ne ha nessunissima intenzione. Probabilmente, prima di venire, avrà avuto qualche garanzia sull’allestimento di una squadra competitiva…anche se ancora non si è ben capito per che cosa. Oppure gli ha promesso qualche parte in uno dei suoi cinepanettoni.

Staremo a vedere.

Con De Laurentiis c’è sempre da imparare. Nel bene e soprattutto nel male.
Speriamo bene, allora.

Sergio D’Angelo

#ForzaNapoliSempre

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