Il campionato non è finito a San Siro.
La situazione si complica,
certo. E di parecchio. Non fosse altro che per il fatto di non essere più padroni del nostro destino.
Adesso si comincia a smanettare, inevitabilmente, di numeri, percentuali e tanti, troppi se.
Ma tant’è.
Vittime della nostra bellezza? Forse. Quel pallonetto di Insigne, finito oltre la traversa, è la griffe del Napoli di Milano. All’imprecisione nell’ultima trequarti, ai pullman nerazzurri di traverso ed alle ignobili sviste arbitrali (vedi il fallaccio di Gagliardini su Mertens) si somma lo sterile narcisismo del gesto atletico di chi non riesce, per propria natura, ad ammantarsi di pragmatismo.
Ora si rincorre. Nulla è perduto. Ci attendono, retoricamente o meno, dieci finali. È un fatto.
Il campionato, molto probabilmente, si deciderà ad aprile.
Lì si capirà quanto questa squadra sia pronta a riprendersi il primato.
Ma bisogna arrivarci a quello scontro. E senza mollare di un millimetro. Qualsiasi sbavatura, da qui in avanti, sarebbe fatale.
La chiosa, come spesso accade, resta la stessa. Chi vivrà vedrà.
Giulio Ceraldi
#ForzaNapoliSempre