La partita di Marco Melissa

Presentazione

– Personalità. Non c’è bisogno di altro.

Al Napoli spetta l’ennesimo compito arduo della stagione: mettere in campo, con la massima determinazione e tranquillità, le caratteristiche che, quasi da pilota automatico, possono fare la differenza; una sorta di carta d’identità che renda merito al cammino fatto finora.

Il Milan è il lasciapassare momentaneo per continuare la cruenta lotta di alta classifica.

Sappiamo bene, però, che la strada è ancora lunga ed avversarie come Inter e Juve non stanno mai ferme a guardare.

Contro rose di notevole livello come quella dei rossoneri, le soluzioni nella testa di Spalletti cosi come l’approccio che spetta agli azzurri esigono concentrazione e lucidità, ma anche quella salutare dose di agonismo che può dare la carica giusta al momento giusto.

Un fattore incoraggiante per gli azzurri è il recupero di alcuni infortunati che permetteranno al tecnico toscano di poter pensare a diverse opzioni durante la sfida, avendo una rosa quasi al completo.

Stesso discorso per Pioli che, pur non potendo contare sull’apporto di qualche pedina, sa bene che la rosa è lunga e nel complesso ben pronta ad una sfida cosi importante.

Sulla bilancia vanno messi anche gli impatti psicologici derivanti dal rendimento complessivo degli ultimi tempi.

Il Napoli è reduce dalla sofferta ma vittoriosa trasferta contro la Lazio, che ha fatto passare in secondo piano l’eliminazione dalla Europa League contro il Barcellona e due pareggi contro Inter e Cagliari.

Il Milan, dal canto suo, ha più che mai legato il suo recente cammino alla parola pareggio: Inter, Udinese e Salernitana per essere precisi.

Al di là di tutto ciò, la tensione si fa sentire e le aspettative sono al cardiopalmo.

La sfida è un crocevia importante per il prosieguo.

I passi falsi praticamente non sono ammessi.

Ma procediamo con ordine e passiamo all’analisi dello status delle contendenti al Diego Armando Maradona.

NAPOLI ai blocchi di partenza

– Equilibrio e Resilienza.

Note caratteristiche da dosare nel modo giusto.

Il Napoli ha mostrato più volte nel corso della stagione di possedere una notevole stabilità strutturale ed una spiccata attitudine a resistere alle avversità, minate e finanche vanificate spesso ed esclusivamente dalle persistenti assenze (per infortunio e varie, ndr) di alcuni elementi fondamentali per quadrare il cerchio.

E’ vero, non sono mancati i cali di tensione, ma in campionato si viaggia a velocità notevoli ed i passaggi a vuoto, a volte, fanno parte del gioco.

A Spalletti va riconosciuto il merito di aver saputo fare di necessità virtù.

Un esempio?

Il match d’andata contro i rossoneri.

La storia è cosi sintetizzabile: tante assenze sopperite dal tecnico toscano che è riuscito a moltiplicare alcuni nuovi titolari nonostante la lunga lista di defezioni.

Alla fine la flessibilità del calcio fluido ha prevalso, anche se di poco.

Tra poche ore si ripresenteranno questi stessi temi, sottili differenze di qualità e carattere che preludono ad una sfida ad alta intensità tattico-agonistica.

Stavolta al tecnico toscano spetta fare scelte nette e fondarsi su alcuni pilastri legati al delicato momento stagionale: la prudenza potrebbe essere preferita al coraggio, il tatticismo nel classico 4-2-3-1 dovrebbe soverchiare qualsiasi vano tentativo di improvvisarsi avventurieri di nuove soluzioni di gioco.

Passando ai dettagli pratici, Osihmen è colui che trascina; con i suoi movimenti imprevedibili costringe i centrocampisti azzurri a salire all’unisono e la difesa avversaria a spostare di continuo la propria densità.

A Zielinski sarà affidato il compito di ferreo controllo della trequarti, in modo tale da permettere ad Insigne e Politano (pronti anche Elmas e Lozano) di districarsi meglio tra le maglie avversarie, anche creando corridoi preferenziali e suggerimenti per Osihmen.

Il Milan ha una buona transizione difensiva e qualità indiscutibile; motivo per cui il centrocampo del Napoli ha un ruolo cruciale nella sfida.

Dal concetto di non-regista alla transizione di sistema: Spalletti ha reso da sempre molto fluido il corpo d’impostazione centro-trequarti, con questo triangolo rovesciato che si deforma a seconda dei movimenti laterali; se ne deduce la non necessaria presenza di un regista di ruolo, con Fabian e Lobotka (oppure Anguissa) che possono ancora una volta vestire i panni di edificatori di un sistema offensivo che trova in Zielinski la soluzione finale in termini di equilibrio d’attacco.

I punti fermi, quindi, sono chiari: giocare, come sempre, dalle vie centrali verso l’esterno, fare molta copertura (leggi Politano, Lobotka e Di Lorenzo, ndr) con scivolamento dei centrocampisti a favore di una difesa che, come nel match d’andata, sarà costretta agli straordinari.

Ospina dirige il pacchetto difensivo standard, con Koulibaly e Rrahmani al centro, e la coppia Di Lorenzo-Mario Rui ai lati. Grande attenzione e concentrazione e, soprattutto, pressione alta.

MILAN ai blocchi di partenza

– Strategia. La parola d’ordine di Pioli è tassativa.

Il tecnico emiliano è ben conscio del valore degli azzurri e ha sicuramente fatto tesoro delle opzioni adottate nella gara d’andata.

C’è sicuramente pressione sui rossoneri, reduci da alcuni pareggi che ne hanno rallentato la corsa al vertice.

Ma nelle ultime ore, a parte la defezione di una pedina importante come Kjaer, il recupero di Romagnoli e Ibrahimovic conferiscono maggiori alternative tattiche nello scacchiere.

Il Napoli deve cercare di spezzare l’interdizione avversaria e mandare a vuoto la densità tipica sul fronte offensivo dei rossoneri che prediligono grande intensità, ritmo e spesso optano per l’uno contro uno dall’esterno verso il centro.

Nonostante uno schema di partenza speculare, il 4-2-3-1 di Pioli tende ad essere più coperto e conservativo sul centro sinistra, anche in considerazione delle caratteristiche di alcuni suoi elementi. Maignan tra i pali guiderà la coppia centrale Kalulu-Tomori (pronto anche Romagnoli), con Calabria e Theo Hernandez sulle corsie esterne.

In mediana i maggiori dubbi: Bennacer e Tonali (pronto anche Rebic), con Kessiè centrale sulla trequarti, affiancato da Saelemaekers e Leao, e Giroud (o Ibra) unica punta.

Valida alternativa sarebbe Kessiè in mediana al posto di Bennacer, e l’inserimento di Messias o Diaz in avanti. In buona sostanza, il Milan assume sempre una posizione molto omogenea, in ogni reparto, e sa sfruttare la propria maggiore fisicità, le corsie esterne, specie a sinistra, grazie alla rapidità di Leao e Theo Hernandez che sono molto temibili.

L’impostazione al centro è spesso affidata a Bennacer o Tonali che sanno creare densità in zona offensiva e le improvvise accelerazioni trovano terreno fertile nell’estro di Leao o Giroud e nella potenza dell’onnipresente Ibrahimovic.

Dove deve puntare quindi l’offensiva del Napoli?

La chiave sulla quale agire dovrebbe essere un testa a testa in mediana-centrocampo, molto tattico e poco fisico.

Il trio di qualità Tonali-Kessie-Bennacer può essere contrastato a dovere, alternativamente, dalla duttilità di Zielinski, col suo fraseggio stretto ed il suo dribbling secco, dalla fantasia di Fabian e dalla imprevedibilità di movimento di Lobotka, con le sue palle filtranti.

In linea sommaria si dovrebbe attuare un pressing offensivo con riaggressione immediata ed ininterrotta.

In sintesi

– La differenza tecnica che apre il solco.

Il Napoli deve puntare al massimo rigore in termini di precisione e lucidità in fase d’impostazione.

La squadra operaia di qualità vista a San Siro può fare la differenza con il trascorrere dei minuti.

La carica agonistica può dare una spinta in più, ma da questo punto di vista il Milan è un avversario molto temibile, ha molta gamba da mettere in campo e non si risparmierà sicuramente.

A Spalletti l’arduo ma necessario compito di catechizzare il gruppo verso la non-attesa, una tendenza a non adattarsi al momento dell’avversario ma anticiparlo attaccandolo, controllandone intensità e soluzioni tattiche.

Gli spalti gremiti fino al 75% la dicono tutta sul clima che si respirerà tra poche ore.

Il solco della qualità azzurra è tutta nell’affermazione della propria personalità, in quel credo nelle proprie qualità…

Come sempre, Avanti Azzurri, avanti…

Marco Melissa

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