La partita di Marco Melissa

Presentazione

– Imperativo categorico.

Il Napoli deve rapidamente mandare in soffitta le amarezze europee e cercare di dispensare ancora qualità e determinazione per nobilitare il seguito del campionato.

Con il Barcellona si è chiusa la porta della qualificazione agli ottavi di Europa League, ma ora tutta l’attenzione deve essere puntata sulla Lazio.

E’ una fase delicata, soprattutto perché la lotta d’alta classifica è quanto mai cruenta e ricca di insidie.

La squadra di Sarri, proprio come gli azzurri, ha salutato la competizione continentale dando il lasciapassare al Porto e ora è più che mai orientata a proseguire la lotta stagionale a ritmi serrati.

Spalletti avrà a che fare ancora una volta con qualche assenza importante ai fini dell’equilibrio tecnico della sua rosa e dovrà ben preparare psicologicamente la squadra per arginare non solo lo straripante Immobile ma anche la qualità complessiva del collettivo biancoceleste.

Certo, dopo Cagliari e la sfida contro i catalani, si sono addensate nubi e sono partite molte critiche all’indirizzo del tecnico di Certaldo, della sua capacità di continuare a vestire il Napoli di abiti che facciano comunque la differenza e rendano competitiva la squadra.

Ora, più che mai, è il momento di confermare il buon lavoro svolto. Ma procediamo con ordine e passiamo all’analisi dello status delle contendenti all’Olimpico.

NAPOLI ai blocchi di partenza

– Nessun passo più lungo della gamba.

Più che un proverbio, una condizione imposta dall’esperienza.

In primis è necessario applicarlo alla lettera contro la Lazio e per il resto della stagione.

Quanto accaduto dapprima con la Coppa Italia, e poche sere fa con l’Europa League, avrà sicuramente un effetto tecnico importante: continuare ad affermare la propria pura personalità con semplicità ed efficacia, e dare priorità al divertimento, ma tutto ciò indossando l’abito giusto per l’occasione.

In poche parole, evitare di inciampare psicologicamente in ambizioni eccessive, definendo quindi al meglio una taglia giusta per ogni giocatore-ruolo a seconda dell’avversario da affrontare. Da questo punto di vista a Spalletti vanno riconosciuti senza alcun dubbio grandi meriti per aver creato un collettivo che gira bene rispetto alle ultime stagioni, di aver dato nuova linfa vitale ad alcuni giocatori e nuovi propositi d’alta classifica per i tifosi, e soprattutto, non ce lo dimentichiamo mai, di aver gestito al meglio le assenze a cascata divise tra infortuni-covid-Coppa d’Africa.

Sicuramente non fa bene vedere situazioni legate a gap atletici ed emotivi.

Ma si va avanti.

Contro i biancocelesti si potrebbe partire con un fronte d’attacco in cui inserire sin da subito Politano a destra, Zielinski centrale ed Insigne sulla sinistra (pronto Elmas a subentrare come jolly), e tentare più soluzioni contando su un duo mediano Fabian Ruiz-Demme, più mobile e propositivo (con l’alternativa del recuperato-last minute Lobotka).

Osihmen potrebbe aver necessità di un pit-stop in più; pronti Mertens o Petagna.

In difesa ci dovrebbero essere i soliti Rrahmani e Koulibaly centrali, con Di Lorenzo e Mario Rui ai lati.

Ospina tra i pali.

Sul piano tattico, il possesso dal basso, risalendo pian piano in modo tale da chiamare subito il pressing avversario, sia in prima linea che in seconda, è l’arma migliore per sfruttare le penetrazioni in verticale di Osihmen, ma se si è slegati e lunghi (vedi Barcellona ndr) non si va da nessuna parte.

Allora meglio il triangolo rovesciato d’impostazione offensiva, con Fabian in apertura, che trasforma di fatto il 4-2-3-1 in 4-3-3, che potrebbe tranquillamente funzionare contro i biancocelesti, ma a patto di impostare alcuni punti fermi: gioco corto, in modo tale che il regista spagnolo trovi sia Demme che i trequartisti pronti a chiudere il raccordo tra centrocampo ed attacco, e scalate in accoppiata Insigne-Politano, spalleggiati da Fabian e Piotr, per permettere a Victor o Mertens di mandare più facilmente in tilt la difesa laziale.

LAZIO ai blocchi di partenza

– Non è un momento negativo.

Per la Lazio una simile premessa è d’obbligo ed è essenzialmente legata ai risultati ottenuti in tempi recenti ma anche alle prestazioni in crescendo.

Non dimentichiamo che sul piano statistico la Lazio condivide proprio con il Napoli (che primeggia anche se di poco, ndr) le prime posizioni per numero di passaggi riusciti (Napoli a 509, con 88% di realizzo; Lazio a 495, con 87% di realizzo), segno eloquente della qualità di base e della capacità di esprimere un gioco lineare e preciso da parte dei biancocelesti.

Contro gli azzurri Sarri avrà a disposizione quasi tutta la rosa, fatta eccezione per Lazzari.

L’assetto di partenza del tridente d’attacco dovrebbe contare su Felipe Anderson, Immobile e Zaccagni (Pedro come alternativa).

A centrocampo dovrebbe essere scelto il trio Milinkovic, Leiva e Luis Alberto.

In difesa, Luiz Felipe e Patric centrali (Acerbi pronto a subentrare), con Marusic e Radu ai lati (pronti a subentrare Acerbi e Hysaj).

In porta Strakosha.

Come detto in conferenza stampa, Sarri punterà molto su un buon approccio mentale alla sfida contro gli azzurri piuttosto che sul lato fisico considerando il fatto che entrambe le contendenti arrivano da gare europee molto dispendiose da tutti i punti di vista.

Sul piano strettamente tattico, il Napoli dovrebbe sin da subito cercare di arginare il pressing alto laziale fatto di riaggressione dal centro ad aprire sulle corsie esterne.

Come visto anche nella gara d’andata, occorrerebbe mandare in tilt i movimenti a scalare di Luis Alberto e Milinkovic, in modo tale da mantenere lunghe le distanze per la manovra biancoceleste.

Anche questa volta sarà fondamentale per l’undici di Spalletti il timing nel pressare i laziali ovvero nello spezzare il loro pressing alto, allo scopo di ridurre all’osso i rifornimenti per gli attaccanti; Immobile e Zaccagni necessitano di un’attenzione particolare e sarà, quindi, necessario fare molto filtro in mediana ed evitare di dare troppi metri agli avversari in fase di impostazione.

In sintesi

– Un chiaro segnale di vitalità.

Questo è Il toccasana necessario al Napoli per non continuare a soffrire di rimorsi (cioè punti persi strada facendo, ndr) e lottare con vigore contro le big d’alta classifica.

Convincere contro la Lazio sarebbe il segno inequivocabile delle radici forti della squadra azzurra, dell’ennesima prova che si può perdere contro un avversario di valore (leggi Barcellona, ndr) ma che si ha la capacità di rialzarsi subito.

La Lazio aspira a risalire ancor di più la classifica, forte di un attacco prolifico e di tanta voglia di fare. Ingredienti, insomma, per vedere all’opera ventidue leoni in campo. Velocità-lucidità-vigore agonistico: la formula è presto fatta per rendere merito al cammino fin qui costruito da Spalletti ed i suoi ragazzi; il suo calcio liquido è sempre fluido, è un’arma da giocarsi al meglio.

Ma è necessario che tutti abbiano mordente a mille, che arrivino primi sui palloni e sui contrasti.

E tanta, tanta determinazione…

Come sempre, Avanti Azzurri, avanti…

Marco Melissa

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