IL MATCH DI MARCO

a cura di Marco Melissa

Non è periodo in cui ci si può concedere un attimo di tregua, di rifiatare.

Dopo l’impegno di campionato a dir poco arduo con il Torino, ecco subito in arrivo un terzo turno di Europa League che si preannuncia decisivo ai fini del prosieguo del cammino degli azzurri nelle competizioni europee.

Il Legia Varsavia rappresenta l’attuale punta del’iceberg di questo girone C, motivo in più per Spalletti di porre particolare attenzione a scelte tecniche che possano dare lo stesso rendimento palesato in campionato e risalire, così, l’attuale classifica del girone.

Ma procediamo con ordine e passiamo all’analisi dello status delle contendenti al Maradona.

NAPOLI ai blocchi di partenza

– E’ vero che per restare con i piedi per terra e mantenere la concentrazione è costantemente necessaria una cospicua dose settimanale di “sfida decisiva” per definire ogni nuovo avversario.

Questa volta, però, è imperativo categorico poiché il Legia Varsavia guida il girone. Non fa certo piacere vedere numeri e tanto meno godersi uno spettacolo che, nel diretto paragone campionato-Europa League, vede una evidente e dolorosa contraddizione. Da una parte un ruolino di marcia fino ad ora esemplare in campionato che, però, dall’altra parte viene parzialmente sminuito da un rendimento basso in europa con quell’unico punto conquistato contro il Leicester.

Considerando le assenze di Manolas e Malcuit e la squalifica di Mario Rui, Spalletti, confermando il suo 4-3-3, che all’occorrenza si trasforma in un buon 4-2-3-1, potrebbe confermare la recente difesa (Di Lorenzo-Rrahmani-Koulibaly) schierando Juan Jesus (ma scalpita anche Zanoli) come novità sulla sinistra.

Anguissa e Demme (ai box pronti anche Elmas e Ruiz) dovrebbero garantire il supporto al trio Lozano-Zielinski-Insigne, in appoggio al rientrante Mertens (Osihmen partirebbe dalla panchina).

Questa volta le variabili da apportare in corsa sul fronte offensivo sono nelle mani di Ounas e Petagna. La cosa più importante, però, è fare tesoro della lezione contro lo Spartak ed evitare di cadere in tranelli di vario genere tesi dagli avversari, soprattutto sul piano emotivo, e cercare di portare avanti comunque con radicata convinzione le densità tattiche sulla trequarti avversaria ed evitare di esporsi troppo dal centrocampo a salire, soprattutto in fase di non possesso.

LEGIA VARSAVIA ai blocchi di partenza

– Sei punti, zero gol subiti, prima posizione del girone C.

Il biglietto da visita del Legia Varsavia parla da solo: i legionari polacchi si stanno ben comportando in questa fase dell’Europa League. Ma per il rendimento della squadra di Michniewicz, allo stato attuale, vale un discorso speculare a quello degli azzurri, anche se a fattori invertiti: in europa tutto procede a gonfie vele, mentre le ultime tre sconfitte ed una posizione da quart’ultimo posto in classifica, in zona retrocessione, stanno minando l’andamento nel campionato interno.

Una sconfitta al Maradona potrebbe costare addirittura la panchina al tecnico polacco che, nelle previsioni, schiererà la formazione che fino ad ora ha brillato in europa: prediligendo un 3-5-1-1, avranno un certo peso le assenze della punta Pekhart e del portiere Boruc, che sarà sostituito dal giovane Miszta.

Il trio difensivo (considerando l’assenza dell’ottimo Abu Hanna), composto da Wieteska-Nawrocki-Jedrzejczyk, lavorerà alle spalle di un nutrito centrocampo.

Al centro Slisz, Kharatin e Martins, mentre sugli esterni ci saranno i temibili Johansson e Mladenovic.

Sulla tre quarti dovrebbe agire il lusitano Josuè, alle spalle del bomber di casa Emreli.

Gli azzurri dovranno chiudere bene le linee centrali in considerazione del fatto che i legionari prediligono creare densità ed interdizione al centro sfruttando le caratteristiche di buona velocità degli esterni, utili a servire il duttile duo offensivo.

In sintesi

– Non ci sono estremi tatticismi o approcci di attesa che tengano. Gli azzurri devono puntare al sodo, in modo semplice ed efficace, come dimostrato più volte finora.

In Europa League la squadra di Spalletti non è riuscita ad esprimere il proprio potenziale e, ad oggi, il Legia rappresenta forse l’occasione più ardua tra le tante a disposizione del girone.

I numeri danno ragione al Napoli (due precedenti vittoriosi, proprio nelle sfide europee), ma non è sulle statistiche che va impostata una sfida che si preannuncia bollente.

Il tecnico Michniewicz è forse all’ultima spiaggia per influenzare la dirigenza polacca. Quindi gli azzurri, mettendo da parte qualsiasi pronostico su eventuali turnover, devono premere sull’acceleratore a tutto campo, anche con ragionevole attenzione ed acume tecnico-tattico, per riportare la propria classifica in Europa League ai livelli che merita.

Come sempre, Avanti Azzurri, avanti…

Marco Melissa

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