
In tempi di zone rosse è difficile parlare d’altro che non sia la solita stramaledetta pandemia. Ed infatti anche ciò di cui stò per scrivervi è strettamente collegato ad essa.
Ieri un noto giurista napoletano, intervistato da un sito d’informazione sportiva, metteva in risalto, se ancora ce ne fosse stato bisogno, la liceità e la infondatezza delle ragioni addotte a motivazione del pronunciamento dell’altro giorno dell’arbitro (da arbitrato, non dal campo ndr) della FIGC in relazione al ricorso della SSC Napoli riguardante la sconfitta a tavolino con la Juventus ed il punto di penalizzazione.
Dei toni forti e degli estremi, sottolineati da più autorevoli parti del mondo giuridico campano, per una rivalsa della SSC Napoli nelle sedi competenti credo si sia scritto già in quantità pressoché industriale (e giustamente, aggiungo).
Quel che mi preme mettere in risalto è il numero, sparuto ma incredibilmente rumoroso, di chi, pur dichiarandosi tifoso azzurro, sostiene che il Napoli, sostanzialmente, dovrebbe chinare il capo e rinunciare a procedere coi successivi gradi di giudizio, ivi inclusa la giustizia ordinaria. Alcuni, aggiungo io, chiaramente con innati sensi di inferiorità (vedi alla voce “se ci dipingono sempre come degli imbroglioncelli, a noi napoletani, un fondo di verità ci sarà pure” ndr) e quindi con risvolti vagamente e “pericolosamente” lombrosiani.
Piccola parentesi (nemmeno tanto piccola): in tutto questo tourbillon di botte e risposte io posso anche comprendere, calandomi nei panni di quelli che devono difendere il carrozzone calcio a tutti i costi, che non ci sia la benché minima intenzione di innovare (vedi l’uso che si fa oggi del VAR ndr), di entrare nel merito delle querelle senza irrigidimenti preconcetti. Il fatto è che il prezzo di questa continua atmosfera di restaurazione e di autoreferenzialità rischia di rompere il giocattolo-calcio definitivamente. Questo perché, oltre ai mancati ricavi derivanti dalla pandemia, continua inesorabile l’emorragia di pubblico televisivo. Ciò è sicuramente fenomeno non facile da spiegare con una sola motivazione ma certamente la mediocrità delle direzioni di gara non aiuta. Se negli anni e ad una visione più attenta dei singoli episodi, le decisioni sono sempre state prese in modo da favorire, direttamente od indirettamente, una “determinata parte”, si può intuire che l’interesse, il mordente di un torneo praticamente “preconfezionato” possa soltanto essere destinato a scemare.
Tornando a “quelli che il Napoli doveva partire”, è chiaro che abbiano, a suo tempo, scelto “la pillola blu” ed è a loro che dedico questo passaggio dal famoso film-cult The Matrix:
“È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola blu, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.“
A buon intenditor poche parole.
Giulio Ceraldi
#ForzaNapoliSempre