A voi che siete stati beccati per strada, perché dovevate comprare la PlayStation a vostro figlio, perché evidentemente lo avete cresciuto senza il benché minimo concetto di cosa sia il sacrificio nei momenti difficili e di come sia il tempo la cosa più preziosa da donare, col vostro “pargolo” che vi vede soltanto come un “Bancomat vivente”.
A voi che non avete resistito a correre sotto la “pettola di mammà”, anche al costo di infettare proprio lei, i nonni e chissà quanti altri. Troppo egoisti e senza la benché minima coscienza o senso civico che se il contagio si estende al Sud agli stessi ritmi settentrionali noi non abbiamo le stesse strutture ospedaliere, lo stesso numero di letti e che Dio ci aiuti.
A voi che non perdete occasione per ostentare la vostra imbecillità, anche in momenti come questo, coi vostri striscioni patetici.
A voi che, nonostante gli appelli e le rassicurazioni delle autorità sui beni alimentari che non si esauriranno, continuate ad accaparrarvi derrate come se non ci fosse un domani, fottendovene di lasciare senza niente chi viene dopo di voi.
A voi che “siete giovani” e quindi “invincibili” e che continuate a fare il cazzo che vi pare, fottendovene della situazione intorno a voi e con genitori che evidentemente vi hanno (non) educato come dei piccoli dittatori ai quali tutto è dovuto.
A tutte queste “belle personcine” dico… Avete rotto il cazzo. Col vostro “predicare bene e razzolare male”. Col vostro fare sempre le vittime di qualcosa o di qualcuno. Coi vostri tronfi “si sapeva” (e poi non sapevate un cazzo). Con la vostra incapacità di prendervi un’ombra di responsabilità. Col vostro puntare il dito sempre sugli altri. Perchè è sempre colpa di qualcun altro.
Restate a casa e cercate di essere migliori.
Insieme ce la faremo. Ma insieme e non ognuno per i cazzi propri.
Giulio Ceraldi