SE NON ORA QUANDO

L’eloquente immagine di Mertens ieri sera

Dovevo far passare alcune ore prima di buttare giù qualcosa che, almeno per me avesse un senso compiuto.

Un momento, però. Un pensiero mi sovviene di getto e devo necessariamente condividerlo in queste righe…

Lo avevo compreso da tempo. Anzi, l’ho sempre saputo… Ho compreso che Maurizio Sarri andava trattenuto a Napoli anche al costo di pagarlo a peso d’oro (e non è una espressione metaforica ndr). Invece la dirigenza (alla quale, evidentemente, Maurizio dava ormai ombra, vista la sua personalità ed i suoi risultati) se n’è liberato come di un ferro vecchio, credendo di avere l’asso nella manica.
Ed ecco dove siamo.

Aaaahhhhh…l’ho detto (ehm… scritto ndr). Mi logorava dentro da un pezzo ed avevo cercato di ricacciare tutto nel fondo dei miei ricordi.

Ieri sera, dopo quei cambi scellerati ad intasare il fronte offensivo e con l’effetto collaterale di offrire il fianco agli attaccanti avversari, io tutto è risalito in superficie. Come un rigurgito di qualcosa mai digerito fino in fondo. Anzi, affatto.

Questo proprio quando l’attuale squadra dell’ex allenatore azzurro, pareggiando col Sassuolo, da il via libera a Conte e la sua Inter per il primato in classifica.

Il tabellino della partita col Bologna parla chiaro sulla supremazia partenopea. Ma il match di Anfield ci aveva dato l’indicazione precisa di chi fosse l’elemento imprescindibile di cui questa squadra non può fare a meno.

E’ Allan.

Senza di lui la zona nevralgica del campo resta un “copione in cerca d’autore”. Un anonimo pezzetto verde in balia degli eventi.

Poi Ancelotti fa il resto, coi suoi cambi alla disperata che danno il colpo di grazia alle residue speranze di riacciuffare il risultato.

Resta il disappunto per l’ennesima (non) decisione scellerata del direttore di gara sul fallo di Svenberg su Manolas non ravvisato nemmeno dalla VAR. Sul vantaggio felsineo c’è un fallo precedente su Maksimovic ancora non ravvisato. Dubbio l’annullamento della rete di Llorente nel primo tempo.

Insomma, ancora una volta il direttore di gara di turno (Pasqua, nella fattispecie) danneggia la squadra napoletana.

Sarà pure casuale. Sarà pure umano sbagliare. I fatti dicono che, da inizio campionato, le decisioni a sfavore del Napoli iniziano ad essere parecchie e, più che di errori, dovremmo cominciare a pensare ad un preciso disegno per ridimensionare le velleità partenopee.

Quindi, come già accennato su un altro post pubblicato stamane sulla pagina Facebook, fossi nei panni della dirigenza, mi preoccuperei più di farmi sentire nelle sedi opportune (lega, federazione, aia) su questi continui danneggiamenti, invece di concentrare tempo e risorse su provvedimento disciplinari che, al momento, non fanno altro che sortire l’effetto di un boomerang. Sia sull’immagine che sui risultati della squadra.

Non credo che Ancelotti possa continuare alla guida di questa squadra. Il “j’accuse” di ieri ai propri giocatori è probabilmente la pietra tombale di una esperienza napoletana, quella di Carletto, mai decollata.

E speriamo bene.

Giulio Ceraldi

#ForzaNapoliSempre

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