LIVERPOOL VS NAPOLI PROVIAMOCI SENZA FARE CALCOLI

Ignorare completamente i numeri. Questa è la parola d’ordine.

Il Napoli è a Liverpool per giocarsi, ad Anfield, una buona fetta di questa stagione. Sarebbe quindi illogico e controproducente scendere in campo, domani sera, giocando col calcolatore nella testa che rendiconti, con il trascorrere dei minuti e degli eventi, il verdetto. Tanti fattori sconsigliano questa strada.

I Reds si presentano all’incontro con un poker d’autore in campionato ai danni del Bournemouth, che gli è valso il primato in classifica. Il morale, quindi, e la forma fisica sono in uno stato invidiabile. Ma, dall’altra parte, c’è anche l’incognita Psg che proverà a violare il Marakana della Stella Rossa.

In poche parole, il termine organizzazione dovrebbe essere il vero tormentone nell’approccio alla gara.

Gli azzurri stanno dimostrando di avere carattere, sempre più in linea con la natura di Ancelotti. Klopp è però uomo d’esperienza e sa rischiare quando è il momento. Quindi gli ingredienti della grande sfida ci sono tutti.
Dal turnover-sorpresa alla teoria dei giochi: le certezze sono tutte nelle ultime settimane di campionato. Il tecnico di Reggiolo continua a far girare i suoi, ma nella testa ha i suoi pilastri. Non li molla di un centimetro. Ci lavora sopra per farli consolidare ancor di più. Il discorso, semmai, potrebbe scivolare sull’ennesima soluzione individuale a sorpresa. Ricordiamoci che una maglia non corrisponde a quel ruolo-posizione-movimento. È mutevole. In senso propositivo. Deve sorprendere e mai essere passivo.

Ora il problema risiede nella notevole capacità di enfasi agonistica che il Liverpool riesce ad improvvisare in quel di Anfield. Una “macchia rossa” che si sposta rapidamente, creando diga laddove occorre.

Il nodo azzurro, invece, è legato alla necessaria lucidità in fase di impostazione dal centrocampo a salire. Le sovrapposizioni, viste di recente, richiamano alcune soluzioni di continuità che ben si sposano con il montante reti. Ma in questo match si dovrebbe fare di più. Battere il Liverpool significa sposare in pieno anche una parte consistente della teoria dei giochi. Leggendo il tutto da un punto di vista non strettamente matematico, gli azzurri hanno ampiamente dimostrato di rispettare i diktat del “gioco cooperativo” (nel rispetto fedele di Nash). Quando ci sono dei passaggi a vuoto, quando notiamo che si spegne proprio la luce, ecco che il gioco tende a diventare a somma zero, cioè uno vince e l’altro perde. Il non-lavoro ancelottiano dell’uno provoca una destabilizzazione degli altri, costringendoli a variare il tema ed agevolando il recupero avversario. Allora? Adrenalina a mille e niente attimi di smarrimento. Il “somma-zero” va ribaltato sui nostri avversari.
La ripartenza che fa la differenza: la gara d’andata è un motivo dominante nella mente di tutti, soprattutto dei tifosi. Al San Paolo la geometria fantasiosa di Ancelotti ha contrastato non poco le armi più pungenti dei Reds. A Liverpool si ripresenteranno le stesse difficoltà di lettura. In campionato Klopp ha lavorato ancora sulle caratteristiche di accelerazione dei suoi, capaci di effettuare repentini “stop and go”. Blocco degli avversari e ripartenza in verticale. Non che faccia male pensare al 4-4-2 con rettifiche del baricentro. Ancelotti, questa volta, potrebbe ripensare proprio alla variabile mista dal centrocampo, portando il modulo ad un pimpante 4-2-3-1 per ubriacare le mosse avversarie. Pensiamo, innanzitutto, a come aprire varchi offensivi. Fabián Ruiz e Callejòn sono cursori rapidi, ma l’opera di Insigne e del probabile Mertens serviranno non poco agli inserimenti di Mario Rui e Hamsik. Ma i campanelli d’allarme sono tanti, soprattutto dal fronte offensivo inglese.

Cinquanta metri.

Sarebbe auspicabile che gli azzurri tenessero il proprio baricentro entro questa lunghezza, quindi piuttosto basso, proprio per arginare la velocità di contrattacco dei nostri avversari. Ma anche raddoppi sulle corsie laterali da parte dei nostri esterni. Ma non un raddoppio qualsiasi. Sono necessari quelli pronti, asfissianti e puntuali. Non ci si può permettere una distrazione. Salah verrà, forte di una tripletta contro il Bournemouth, con accanto Firmino-Mané. Questo rende la scelta di Klopp orientata al classico 4-3-3 ma con qualche ulteriore variazione nelle soluzioni di Keita e Wijnaldum. Gran lavoro, ovviamente, per bloccare gli accentramenti. Su questo ci dovrà essere il contributo onnipresente di Allan e Koulibaly, con l’aggiunta di filtri come Fabián Ruiz e Callejòn. Per non parlare della presenza pesante che dovranno metterci Albiol e il probabile Maksimovic per chiudere ogni tentativo indirizzato alla porta difesa da Ospina.
Forza, programmazione, razionalità e fantasia. Ad Anfield gli azzurri dovranno metterci di tutto. A questo punto la paura non deve…far paura. Se si cade ci si rialzerà, perché quello che è stato fatto fino ad ora è comunque lodevole.

Gli azzurri non sono soli.

Ancelotti non è solo.

C’è un urlo di entusiasmo dei tifosi che ha preso il volo e che, dopo oltre duemila chilometri, atterrerà sugli spalti di Anfield.

I calcoli li lasciamo per le statistiche.

I numeri veri li dobbiamo mettere in campo.

Proviamoci.
Avanti Azzurri, Avanti…

Marco Melissa

#ForzaNapoliSempre

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