Dobbiamo parlare di calcio?
Siete sicuri?
Ok. Facciamolo. Ma in fretta.
Una tripletta di Giovanni Simeone stende un Napoli irriconoscibile.
Vi va bene così? A me sì.
Può bastare.
Ora, se non vi dispiace, voglio parlare d’altro.
Voglio parlare di come tutti noi tifosi (di qualsiasi squadra che non sia la non-colorata) siamo, a nostra insaputa, conniventi di un sistema corrotto (e che rispecchia fedelmente i connotati del Paese ndr) come quello del calcio italiano.
Come?
Continuando a pomparci soldi tramite biglietti per andare negli stadi, abbonamenti alle pay tv. E per vedere cosa? Una rappresentazione teatrale che risponde al nome di Campionato Italiano di Calcio di Serie A. Qualcosa che, impropriamente, continuiamo a chiamare sport ma che di sportività non ha più nulla. Al confronto il wrestling diventa uno sport per eccellenza.
Eppure sarebbe così semplice fermare questa giostra.
Come?
Staccando la spina. Chiudendo i “rubinetti” dei nostri portafogli.
Ma non ce la facciamo. È più forte di noi. Preferiamo farci prendere per i fondelli da questo baraccone da circo, piuttosto che rompere il giocattolo corrotto.
Ieri sera, se Moratti fosse stato ancora il proprietario della beneamata, a Spalletti non sarebbe stato permesso neanche di riprendersi i suoi effetti personali dall’armadietto. Glieli avrebbero spediti col corriere espresso. Perché, con Moratti, Spalletti sarebbe stato cacciato a calci dall’Inter, dopo aver giocato chiaramente per perdere (l’apoteosi: il cambio Icardi-Santon sul due a uno per I nerazzurri – uno che ti fa reparto da solo per uno pseudo-difensore che non gioca da un pezzo – genio incompreso ndr).
Se poi volessimo andare sull’esoterico potrei invitarvi a rivedere gli strani “immobilismi” di Handanovic su (almeno) due delle tre reti bianconere. Roba da X-Files. Complottismo.
Allegri che cambierà Khedira ma non Miralem Pjanić, nonostante il bosniaco fosse a rischio cartellino rosso per la sua “esuberanza”, poi, confermerà le tesi complottiste di cui sopra. Il fallaccio di Pjanić sarà, poi, soltanto la logica conseguenza del tutto.
E allora, di quale campionato vogliamo più parlare? Di quello del quale il Napoli è l’indiscusso vincitore morale oppure di quello probabilmente perso (nonostante la matematica non ci “condanni” ancora) per colpa di De Laurentiis cattivone che “non caccia i soldi”?
Se De Laurentiis ha una colpa (e non è il solo tra i presidenti di Serie A ndr) è quella di tacere a questo scempio.
Perché francamente, caro Aurelio, il tuo silenzio proprio non lo capisco.
Ma è la condizione di un momento.
Questo campionato finirà. Le lodi sperticate dei media celebreranno l’ennesimo titolo farlocco della Juventus.
Poi il Mondiale ed il mercato prenderanno il sopravvento.
La nuova stagione sarà alle porte e la nostra memoria da formichine speranzose ci ripulirà la mente dei brutti ricordi e saremo pronti, di nuovo, a pompare soldi e speranze nel campionato che verrà.
Viva l’Italia!
Giulio Ceraldi
#ForzaNapoliSempre&Comunque