Domenica, alle 12:30, la venticinquesima giornata del campionato di Serie A riporterà alla ribalta l’epico Derby della Mole, il più antico d’Italia. Stavolta va in scena il ritorno, allo stadio Grande Torino.
Il Torino arriva a questo match con la scomoda eredità di una partita d’andata persa per 4 a 0, oltre che con la costante di un granata espulso quando la partita sarebbe ancora tecnicamente aperta ad ogni altra possibile evenienza. Così, tanto per destabilizzare il clima. È strategia di gioco (non corretta, ma pur sempre costante) anche questa.
Tuttavia, mi piace pensare che il mio Toro si lascerà alle spalle quella brutta sconfitta (oltre che quella ulteriore, in Coppa Italia), forte della sua situazione attuale, rappresentata da un filone positivo con tre vittorie e due pareggi, frutto della recente gestione Mazzarri.
Di contro, quegli altri arriveranno spavaldi, come sempre, pensando di avere di fronte un avversario facile da battere, amareggiati dal recente pareggio casalingo in Champions League che potrebbe rendere difficoltoso il passaggio al turno successivo, intenzionati a raggiungere e superare la capolista Napoli, che è soltanto uno dei loro nemici storici.
Nelle piole (tipiche osterie torinesi) e nei bar dei quartieri più popolari della città (ma non solo) non si parla d’altro in questi giorni. Il clima pre-derby è sempre caldo qui, poiché questo derby, più di altri, rappresenta lo scontro delle parti sociali: su un versante la spocchia di chi ha perennemente vita facile, di chi può permettersi di comprare la ‘’buona sorte’’ nelle avversità, di chi non ha limitazioni di budget durante il calciomercato; sul versante opposto l’umiltà di chi sa che dovrà correre il doppio per ottenere la metà dei risultati, di chi delle avversità ne ha fatto bandiera, di chi non si rende, e forse non si è mai reso, protagonista di un sontuoso calciomercato.
Vale la pena citare anche il Campionato Primavera, poiché si giocherà il derby proprio in questo stesso weekend (sabato alle 13:00, Stadio Filadelfia), evidenziando un torneo decisamente molto più equilibrato, che vede il Toro un punto sopra, con la bellezza di nove scudetti contro quattro; questo fatto può/deve far riflettere: vuoi vedere che laddove non contano i soldi e gli interessi marci delle grandi società può contare anche una squadra come il Toro?
Tornando al derby di domenica, se proprio devo ammetterlo, un elemento che mi genera timore e sfiducia purtroppo esiste ed è proprio rappresentato dall’atteggiamento dei giocatori granata, i quali molto spesso dimostrano di non conoscere l’enorme blasone di questa squadra, né il significato più profondo del derby stesso, non mostrano prova di effettivo attaccamento alla maglia, né di riconoscenza verso l’instancabile tifoseria e la sua titanica pazienza, non raggiungono il rettangolo di gioco con la baldanza e la convinzione di urlare verso quegli altri, facendo riferimento ad una splendida dichiarazione del mito Puliciclone: noi siamo il Toro e voi no!
Yavanna
#ForzaNapoliSempre