
Due immagini su tutto.
Il tributo dei calciatori e del tecnico viola ai vincitori dello scudetto e lo scudetto a testa in giù con le scritte “BOTTINO DI GUERRA” e “CAMPIONI IN ITALIA” (la prima in cima al tricolore e la seconda sotto lo stesso).
Poi c’è stata la partita. Senza storia. Azzurri in passerella, prima e dopo la partita.
C’è aria di celebrazione e tutte le differenze, tutti i veleni dei mesi scorsi si sono dissolti, fusi in un unico moto gioioso (parole al miele? Scrivo soltanto ciò che penso davvero e mai come adesso c’è l’occasione di ricompattarci sotto un unica egida: il Napoli e soltanto il Napoli).
I poveri di spirito, i bacchettoni, i benpensanti e i “krumiri dell’opportunismo” marchieranno lo striscione della B di pessimo gusto. Io ci trovo una incredibile capacità di sintesi (semplicemente geniali).
Lo vedi nelle pieghe di tanti articoli, servizi, resoconti: per il resto del Paese eravamo e siamo tutt’ora fenomeno folkloristico e poco più.
A loro va bene così.
A noi no.
E questo è quanto.
Giulio Ceraldi
Forza Napoli. Sempre.