
Presentazione – Attriti europei.
Dentro e fuori il campo. E’ proprio il caso di dirlo: tra Napoli ed Eintracht la sfida di Champions sta assumendo le sembianze di una vera saga, dai risvolti sportivi ma anche extrasportivi. Mi piace pensare, in primis, ad un ottavo di finale di fondamentale importanza per gli azzurri che premono sulla divulgazione della propria qualità anche nel panorama europeo; l’undici di Francoforte, dal canto suo, non verrà a fare il turista e proverà a ribaltare pronostici e simili a proprio favore. In seconda istanza, però, non si può negare un’occhiata alle ultime vicende riguardanti i tifosi tedeschi. E’ indubbio che si resta sbigottiti al cospetto di un quasi ping-pong tra la magistratura del Tar campano ed i provvedimenti amministrativi dietro-front della prefettura a fronte del ricorso della società tedesca contra il divieto di vendita di biglietti. Il problema è che non è finita: il dibattimento post decisione del Giudice Abruzzese si protrae, da un punto di vista procedurale, fino al 4 aprile. Un paradosso senza precedenti visto che a quella data saremo prossimi ai quarti di finale. Al di là di questi aspetti di contorno, gli ingredienti principali della sfida chiamano in ballo elementi tecnici, tattici e psicologici non indifferenti. Dopo il testa a testa appassionante alla Deutsche Bank Arena, tra poche ore ci si aspetta un simile seguito amplificato, però, dalla necessità di giocarsi fino all’ultimo il tutto per tutto per il passaggio di turno. Spalletti non è sulla lunghezza d’onda degli esperimenti-sorpresa tattici e deve perseguire un pragmatismo efficiente per rispondere ad un Glasner che approccerà qualche variazione sul tema mescolando un po’ le carte ed, in particolare, gli assi nella manica al momento giusto; il tecnico toscano deve infondere chiarezza d’intenti al gruppo per evitare di affondare nelle paludi dell’atteggiamento apparentemente conservativo dei tedeschi che nasconde molte insidie. Ora, però, analizziamo i dettagli attraverso l’analisi dello status delle contendenti al Diego Armando Maradona.
NAPOLI ai blocchi di partenza – Lucidità al servizio della finalizzazione e viceversa. Non è la versione divulgativa di una equazione matematico-calcistica ma un’esigenza impellente. Mettere nero su bianco contro avversari come l’Eintracht non è mai facile, soprattutto quando all’orizzonte si intravede il cartello dei quarti di finale. Per questo è pura necessità per gli azzurri leggere attentamente le fasi della gara e, soprattutto, l’evoluzione delle soluzioni tedesche come già messo in pratica nella serata d’andata a Francoforte. Turnover no, non conviene; Spalletti può chiedere prudenza ai suoi ma senza tralasciare la certosina costruzione della ‘’Batwt’’ (best alternative to worst trouble): un acronimo che prende spunto dal mondo giuridico ma che, in questo caso, va inteso in senso utilitaristico per gli azzurri i quali devono puntare alla semplicità d’approccio e mai complicarsi la vita al cospetto di qualunque soluzione avversaria. I casi bollenti da affrontare si possono mutuare dalla gara d’andata: i tedeschi vanno bloccati sui loro tentativi di schermare Lobo con un argine a tre uomini, isolandolo anche da Zielo e Zambo. Il blocco medio dell’Eintracht, fatto di poco pressing ma linea di difesa alta che induce all’errore sul filone d’attacco da seguire, va aggirato con meno quantità offensiva basata sul giropalla e più verticalizzazioni, sia dalla parte di Lozano (vero fendente decisivo per la difesa tedesca all’andata) che di Kvara. In poche parole, il rombo del centroattacco si deve deformare con una continua interdizione, con sovrapposizioni e tagli dall’esterno verso il centro area creando un mix ubriacante di buona tattica collettiva ed individuale allo stesso tempo. Il resto spetta al probabile Gollini (Meret ha ancora qualche problema al polso), cosi come Kim e Rrahmani, e soprattutto Olivera, dovranno difendere in modo attento e con uno schieramento molto più raggruppato e pronto a variare le transizioni posi-negative.
EINTRACHT ai blocchi di partenza – Aggressività intermittente e percentuale invidiabile di tiri bloccati. Con queste note caratteristiche (ben affermate nel match d’andata) si presenta tra poche ore un Eintracht sicuramente intenzionato a dar seguito all’avventura in Champions grazie a credenziali di assoluta qualità. Glasner deve in parte ricorrere a qualche rimescolamento di ruoli ma probabilmente non toccherà il suo modulo, insidioso e di difficile lettura per gli avversari. Il 3-4-2-1, con linea di difesa alta, stabilità sulla trequarti e chiusura di ogni linea di passaggio dovrebbe rappresentare ancora il must del tecnico austriaco. Per il Napoli si prospetta un vero elenco di alert da interpretare al meglio. E’ vero, infatti, che non ci sarà Kolo Muani (squalificato per l’espulsione rimediata all’andata) e probabilmente l’acciaccato Lindstrom, due fattori di vantaggio per i tedeschi nella costruzioni del quasi-vuoto intorno al nostro centrocampo; gli azzurri devono soprattutto arginare il movimento all’unisono tipico dei mediani e trequartisti, andare in velocità a chiudere i motorini Sow e Kamada (o Rode) ovvero modificare il rombo all’apice basso per chiudere spazi a Goetze e Borrè ed impedire al probabile Alario di incidere troppo sulla nostra difesa. Un Gegenpressing misto, con meno gioco di posizione, potrebbe essere l’arma azzurra utile a mandare in tilt la buona transizione negativa che riesce ai tedeschi: Hasebe è sempre ben coordinato con i laterali Tuta e N’Dicka e per arrivare dalle parti di Trapp è necessario arginare (in fase di costruzione) i tentativi di disturbo di Buta e Max che all’andata hanno messo in crisi, almeno nelle fasi iniziali, la precisione azzurra.
In sintesi – Lettura delle singole fasi di gara ed esaltazione della tecnica realizzativa. Al Napoli due compiti di ardua attuazione al cospetto di un Eintracht che le proverà davvero tutte per restare agganciato ad un obiettivo stagionale importante. Gli azzurri non possono star seduti su allori statistici che ne rivelano una superiorità in termini di indice di prestazione 1vs1 cosi come per il PPV (Pass Progression Value = passaggi a centrocampo); contro un avversario simile si deve fare di più, molto di più. Qui non conta la precisione; va bene un galleggiare attendista, ma l’importante è poi essere determinati e coscienti nell’esplodere con le proprie armi migliori. I tedeschi alterneranno tutti i dettami mostrati, ma se qualità azzurra c’è, qualità deve opporre il meglio di se. Senza soluzione di continuità…
Come sempre, Avanti Azzurri, avanti…
Marco Melissa