
Tra le più fulgide sensazioni dell’ultimo Mondiale va annoverato anche il nome di Mohammed Kudus, classe 2000 di proprietà dell’Ajax che di diritto si è preso la scena da stella nascente della Nazionale ghanese.
Ghana che da sempre viene definito il “Brasile africano”, proprio per il fiorire copioso di grandi talenti ma che da qualche anno non riusciva più a esprimere grande potenziale tecnico (l’ultimo nome di un certo peso è stato Ayew).
Era noto però che in rampa di lancio, desideroso di una consacrazione internazionale dopo le grandi prestazioni nel campionato olandese, ci fosse un trequartista dal mancino niente male, e di fatto Kudus è riuscito a imporsi a suon di giocate, gol e assist che almeno per un po’ hanno fatto sognare i suoi connazionali e i tanti estimatori sparsi nel globo che attendevano di vederlo all’opera nella più importante rassegna iridata.
Kudus non ha tradito le attese ma la sua storia parte da molto lontano, da quando appena dodicenne riuscì ad entrare nella “Right To Dream Academy”, la scuola calcio fondata ad Accra, la capitale del suo Paese, da quel Tom Vernon che poi sarebbe diventato anni dopo il presidente del Nordsjaelland, militante nella prima serie danese.
Si è trattato quindi di una sorta di primo viatico per arrivare al grande calcio, in quanto da allora il ragazzo è cresciuto sotto la lente di ingrandimento di talent scout che avevano la missione di portare i loro migliori assistiti in Europa. E in tal senso Kudus sin da giovanissimo mise in mostra doti fisiche e tecniche superiori alla media dei compagni, agendo principalmente da incursore sulla fascia con grandi propensioni offensive.
Vernon all’epoca lavorava per il Manchester Utd e fu proprio quello il club maggiormente vicino ad accaparrarsi quel talento grezzo ma poi la cosa non si concretizzò e il Nostro trascorse altri anni formativi in patria.
Nel frattempo però, come detto, Vernon acquisì le quote di un club europeo e Kudus volò così in Danimarca bruciando letteralmente le tappe. Era il 2018 e lui, appena maggiorenne, entra in pianta stabile tra i titolari, mostrando muscoli abbinati a qualità tecniche di prim’ordine.
In due campionati mette a referto 51 presenze condite da ben 14 reti, non male per uno che non fa l’attaccante di professione, assolutamente sufficienti per attirare le attenzioni di grosse squadre.
L’Ajax, da sempre attentissima su questo fronte, lo acquista per una cifra di poco inferiore ai 10 milioni di euro, un investimento di certo ingente ma in fondo equo, visto che Kudus incarna tutto quello che un calciatore moderno deve possedere per emergere a grandi livelli.
Aggregato alle giovanili il suo biglietto da visita recita 5 gol in 5 presenze, da allora è fisso in prima squadra, con tanto di precoce esordio anche in Champions in una gara che vedrà i Lancieri soccombere in casa contro il super Liverpool di Klopp. Tuttavia quella partita verrà ricordata soprattutto per il brutto infortunio occorsogli dopo nove minuti soltanto. Si rompe il menisco e la ripresa sarà invero complicata, con i tempi di recupero inesorabilmente lunghi.
Sul più bello quindi, quando il periodo di ambientamento era già stato superato alla grande, con il ghanese abile a destreggiarsi (da classica filosofia olandese) in più zone del campo (da centrocampista centrale, interno, trequartista e ala), Kudus è costretto a fermarsi, rientrando solo a metà stagione. Quella successiva (la 2021/22) sarà soprattutto di assestamento e consolidamento, ma in realtà all’orizzonte c’è l’allenatore che avrà l’intuizione di avanzarlo di qualche metro, liberando definitivamente il suo talento.
Con Alfred Schreuder, infatti, Kudus si trova a giostrare perfino da centravanti, per quanto atipico e libero di svariare: arrivano così gol a grappoli, giocate determinanti per la sua squadra e la sensazione che sia quella la posizione a lui più congegnale, dove poter esprimere tutta la sua fantasia e creatività.
All’inizio di questa stagione, prima ancora dell’exploit Mondiale (assist all’esordio contro il Portogallo, prima della splendida doppietta contro la Corea del Sud), Kudus aveva già ampiamente brillato in Champions League, scacciando definitivamente i demoni di quell’infortunio.
Tra le sue vittime in Europa figura anche il Napoli a cui aveva segnato prima che Kvaratskhelia e compagni subissassero di reti l’Ajax a domicilio.
Un gran calciatore davvero Kudus, qualcosa di molto più di un prospetto, che farebbe assolutamente comodo ai nostri migliori club ma che quasi inevitabilmente finirà altrove al termine di questa stagione.
Gianni Gardon