
Mi innamorai calcisticamente parlando di Benjamin Šeško già dalla prima volta in cui lo vidi giocare in una gara di Champions League, impegnato col suo Salisburgo. Il club austriaco si sta dimostrando negli anni sempre più lungimirante nell’accaparrarsi i migliori talenti giovanili, andando a scandagliare anche mercati meno noti, dal Nord Europa (basti ricordare l’esempio del micidiale centravanti norvegese Haaland) all’Africa Centrale, fino ad avventurarsi nel Sol Levante; il felice modus operandi si rinnovò anche nel caso di Sesko, attaccante sloveno nativo di Radece nel 2003.
Cosa mi colpì di questo ragazzo? Cos’era che me lo faceva differenziare da molti altri talenti in rampa di lancio, di cui ben si discute negli ambienti giovanili? Se da una parte i numeri parlavano per lui (e andrò a snocciolarne alcuni qualche riga più giù), ho imparato in tanti anni da addetto ai lavori, con attenzione particolare proprio alle competizioni Under, che da soli non bastano. Quanti giocatori considerati fenomeni da ragazzi non hanno saputo replicare certe gesta una volta entrati nel calcio professionistico? Mi bastarono poche semplici azioni per rendermi conto di trovarmi dinnanzi a un futuro campioncino: la tecnica di base, la grande potenza, la notevole progressione palla al piede e gli inserimenti negli spazi, non ultime la freddezza sotto porta e il sublime sinistro. Un repertorio vastissimo, insomma, che lo configurava come un rappresentante del ruolo offensivo assolutamente moderno, funzionale al gioco della sua squadra e con una personalità evidente nonostante all’epoca fosse appena maggiorenne. I suoi progressi sul campo si vedono di partita in partita, e trovando continuità in un club comunque di fascia media/alta abituato negli ultimi anni alla più prestigiosa vetrina europea, era naturale che il suo nome prima o poi venisse adocchiato dalle big.
Credo sia fuorviante il paragone più volte tirato in ballo dai vari giornalisti con il già citato attaccante in forza al Machester City; certo, come Haaland, pure Sesko si sta affermando appunto nel Salisburgo ma, almeno da un punto di vista prettamente tecnico, se qualche affinità è stata in effetti riscontrata, rimangono maggiori le differenze tra i due. Anche a Sesko dobbiamo riconoscere una certa precocità nell’aver esordito a determinati livelli, soprattutto nella sua Nazionale dove può vantare il record di più giovane debuttante di sempre con i suoi 18 anni, oltre a un’ottima prolificità sotto porta, ma credo che non potrà mai avvicinarsi come numero di gol al suo illustre predecessore.
In compenso però Sesko come detto può essere utilizzato in più versioni e garantire un rendimento elevato ogni volta, stupendo e destabilizzando con il suo efficace mix di tecnica pura e potenza. Sembra possedere la velocità di Mbappè e la potenza di Ibrahimovic (mi ero dimenticato di dire che supera il metro e novanta di altezza). Il Salisburgo ne rimase folgorato vedendolo sfondare tra i pari età in Patria, quando nei settori giovanili di Domžale e Krško spiccava con facilità disarmante (con la squadra Under 15 mise a referto qualcosa come 59 gol in 23 partite!) e lo accolse tra i suoi ranghi nel 2019, sborsando la modica cifra di 2,5 milioni di euro al piccolo club sloveno, quando il Nostro aveva compiuto da poco 16 anni. Il primo passaggio fu alla società satellite del Liefering, nella seconda divisione austriaca, giusto per rodare le sue qualità: è ancora minorenne ma il fisico si sta formando, mentre non difetta in carattere e personalità. Arriva il primo gol da professionista ma è nella stagione successiva che il suo talento deborda mostrando al Salisburgo tutta la bontà dell’operazione che lo ha condotto sin lì: le reti diventano 21 in 29 partite, ma sono soprattutto le prestazioni a imporlo come possibile nuovo titolare per il club gestito dalla Red Bull.
Viene inserito dal Guardian tra i migliori 60 calciatori nati nel 2003 e di lui si inizia a parlare con sempre maggiore insistenza, accostandolo a grosse squadre, tra le quali si mette in fila anche il Milan (che a breve se lo ritroverà contro nel girone di Champions League)
Il resto è storia, con Sesko artefice di partite importanti sia nella Bundesliga austriaca, in un reparto avanzato dove trova parecchia concorrenza, che in Champions, per non dire della propria Nazionale che in lui ha trovato finalmente un fromboliere offensivo da fare invidia a selezioni ben più blasonate. Si sta pur sempre parlando di un 2003, che da una parte sta in modo naturale bruciando le tappe, ma che essendo finito in una squadra come il Salisburgo non rischia certo di bruciarsi. L’iter scelto per lui è quello di altre giovani stelline transitate con successo da quelle parti: quindi, gradualmente si scalano posizioni, si cresce esponenzialmente ma senza fare salti mortali, si ha il tempo di sbagliare, come dovrebbe accadere ovunque… anche se sappiamo bene che non è così. E, da tradizione, il prossimo step di Sesko verso la conquista dei più grandi palcoscenici calcistici, sarà quello del Lipsia, società anch’essa sviluppata sotto l’egida della Red Bull.
Nel frattempo sono sicuro che l’attaccante sloveno da qui a fine stagione sarà ancora capace di deliziarci, come nell’occasione dello splendido gol “alla Van Basten” segnato di recente con la sua Slovenia contro la Svezia in una gara valevole per la Uefa Nations League: un’autentica delizia per gli occhi!
Gianni Gardon