
Ieri, sulla pagina Facebook de Il Ciuccio sulla Maglia del Napoli, avevo manifestato seri dubbi sulla qualità del gioco azzurro espresso a Benevento.
Alcuni si sono mostrati d’accordo. Qualcuno ha civilmente dissentito. Qualcun altro ha usato toni meno civili guadagnandosi il mio benservito. Succede.
Soltanto giovedì sera (e non l’anno scorso ndr) in molti usavano toni che definirò eufemisticamente pessimisti nei confronti della squadra e del futuro della sua stagione, dopo la sconfitta in Europa League. Ed io non ero tra questi.
Perciò adesso mi sento in diritto di dire che, nonostante il piacere di avere assistito alla quarta vittoria azzurra di fila in campionato (esclusa la – ci auguriamo temporanea – sconfitta a tavolino), ho notato una (per me) preoccupante regressione nell’atteggiamento della squadra ed in alcuni “rimpasti tattici” del Mister.
La squadra ha ricominciato ad abbassare notevolmente i ritmi di gioco. Si predilige il possesso palla più per vie orizzontali che verticali, senza necessariamente accelerare le giocate e tentando ad accentrarsi verso l’area avversaria provocando spesso una sorta di “blocco del traffico” nell’ultima trequarti d’attacco. Spesso si ripiega in retropassaggi ed a fraseggi da fermo (scena vista spesso durante il match di ieri ndr). Tipico atteggiamento di chi, non trova sbocchi alla manovra.
Se a questo aggiungiamo un Lozano spostato sul lato opposto a quello che contro i bergamaschi e nelle partite precedenti aveva portato l’attaccante messicano agli onori delle cronache, (coi suoi quattro gol), malservito dai compagni e fondamentalmente non a suo agio in quella posizione. Víctor Osimhen servito poco e male, mai lanciato negli spazi (così come lo stesso Lozano) per poter scardinare in velocità le difese avversarie e creare varchi ai compagni: caratteristica per la quale è stato apprezzato in questa primissima fase della stagione.
La rete di Lorenzo Insigne? Una meraviglia nella fattura e nella tecnica. Ma tatticamente il capitano è stato più volte ripreso da Gattuso perché rallentava la manovra ed abbassava troppo il baricentro dell’azione (è stato detto anche dai telecronisti da bordo campo, non mi invento niente). Poi, nel prosieguo della partita, anche il capitano ha cambiato un po’ l’atteggiamento in campo e i risultati si sono visti.
Lo stesso Meret non avvia l’azione come il suo collega colombiano. Non guida la difesa come Ospina e, infatti, la padronanza sfoggiata dal reparto arretrato di questo inizio di stagione (soltanto una rete al passivo fino alla vigilia con l’AZ Alkmaar) è svanita proprio nelle ultime due partite. E tra i pali c’era lui. Sarà un caso ma è così.
Comunque, sono sicuro che già con i baschi della Real Sociedad rivedremo il Napoli spumeggiante ed arrembante che più amiamo.
Una cosa vorrei che fosse chiara: chi vi scrive non tifa Napoli, è nú malàt’ê Napule. Ma questo non vuol dire non poter avere una propria opinione sulle cose e non poter criticare costruttivamente, per il bene del nostro Napoli.
Giulio Ceraldi
#ForzaNapoliSempre