
Anche la Serie A riparte.
Urrà, evviva, finalmente… anzi bah!?
Sono passati due mesi da quel 2 a 1 al San Paolo col quale battemmo il Torino.
Sembra quasi che sia passata un’era geologica. Troppo è accaduto da quel 29 febbraio per ricominciare come nulla fosse.
Personalmente non posso nemmeno scrivere, qui, adesso, che mi stia mancando il calcio. Io, come quella di qualunque altro essere umano su questo pianeta, ho vissuto e continuo a vivere una esperienza senza precedenti. Qualcosa di così forte ed invasivo, limitante e preoccupante da cambiare inevitabilmente il modo di vedere le cose della vita. E il calcio è una di queste.
Si diceva e si scriveva che questa pandemia ci avrebbe resi migliori. Io continuo a vedere in giro la stessa rabbia di sempre amplificata, adesso, dai vari lockdown e dalla solita ignominia del “sazio che non crede il digiuno“. Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
Da una parte lo strazio (inteso come rottura dei “cosiddetti”), tornando al pallone, dei presidenti scontenti di calendari ed orari. Dall’altra la guerra tra il network detentore della maggioranza del pacchetto televisivo per la Serie A (Sky Italia ndr) e la Lega Calcio per l’ultima rata da corrispondere e che potrebbe addirittura comportare l’oscuramento delle ultime sei giornate di campionato da parte della Lega stessa. Il tutto per guardare lo “spettacolo lunare” dei match a porte chiuse e magari con qualche pagliacciata cartonata sugli spalti (vedi alla voce Bundesliga ndr).
Il tutto in stridente contrasto con le prime pagine degli ultimi sessanta e più giorni delle testate giornalistiche mondiali. E’ il solito circo che vive fuori dal mondo. E’ il calcio.
Io mi astraggo.
Giulio Ceraldi
#ForzaNapoliSempre