LA LEZIONE DI RUSSIA 2018 (3)

La Francia è Campione del Mondo.

Noblesse oblige.

In un Mondiale dove molti, moltissimi pronostici sono andati a farsi cordialmente benedire e dove (quasi) tutte le “grandi” hanno fallito, i Bleu di Deshamps (che pure in patria aveva un discreto stuolo di scettici a remargli contro) hanno centrato il bersaglio.

I bravissimi croati hanno dovuto arrendersi alla maggior qualità degli avversari, aiutati anche, questi ultimi, dalla dea bendata che, come sempre (e alla fine), fa sempre la differenza.

Una spazzolata di Mandzukic su calcio piazzato ed un’infelice schiaffetto alla palla di Perisic hanno reso inutile il predominio territoriale croato di gran parte della prima frazione di gioco.

Poi il gran gol di Pogba, che si ritrovava fortunosamente il pallone sui piedi dopo una respinta della difesa e l’ennesima perla di Kylian Mbappe hanno consegnato il trofeo calcistico più ambito del pianeta nelle mani dei transalpini. Nonostante il maldestro dribbling di Lloris sul solito Mandzukic.

La pioggia battente ha “benedetto” la premiazione pur senza smorzare l’entusiasmo dei vincitori.

È il talento (quello vero) a fare la differenza.

E il fatto che le prime tre nazionali, alla fine del torneo iridato siano Francia, Croazia e Belgio non è un caso.

L’Inghilterra, pur non abbondando di talenti, ha compensato la forbice col cuore. Ci ha creduto ed è arrivata laddove non arrivava da ventotto anni.

Noi siamo rimasti a guardare. Un pò perché, francamente, il nostro problema è generazionale, se ancora siamo finiti con l’affidarci ai soliti “vecchietti”.

Per il resto il nostro problema è nell’approccio a certe competizioni. Troppa supponenza, poca disponibilità al sacrificio e tanta, tanta arroganza di chi ancora crede che basti il colore di una maglia con quattro stelle dorate sul petto a spaventare l’avversario e batterlo.

Mai come in questa occasione il Mondiale ha dimostrato che per vincere ci vuole ben altro.

Arrivederci in Qatar. Nel 2022.

Nel frattempo, cospargiamoci pure il nostro “capo pallonaro” di cenere.

Ce lo meritiamo.

Giulio Ceraldi

#ForzaNapoliSempre

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