Tradizione e “ritocco”…o rivoluzione?!

Rincorrere la notizia “appena battuta” è ciò che in questi giorni catalizza inequivocabilmente tifosi ed appassionati del calcio nostrano. Allo stesso tempo, però, dietro l’angolo, c’è il rischio di illudere-deludere le aspettative che si sono nutrite verso un determinato “affare”! Fatta tale premessa, occorre a mio avviso “scavare” in modo più approfondito nelle ipotesi, avvalorate o meno da acquisti sul mercato, che andranno da qui a breve ad interessare le scelte tecnico-tattiche di Ancelotti.
Ma procediamo per gradi. Innanzitutto Napoli: si sa da sempre, è una “Piazza” importante, bella e “scomoda” allo stesso tempo. I tifosi sono eternamente in pole position quando si tratta di sostenere squadra e dirigenza, a prescindere dai risultati ottenuti. Lo dimostra la stagione appena terminata.
Sarri e il “suo” Napoli hanno “polverizzato” ogni record numerico; certo che le news che rimbalzano in questi giorni sul futuro del tecnico, tra Chelsea-Zenit-Real ed uno “stop”-anno sabbatico, lasciano perplessi un po’ tutti, ma l’epilogo e tutto da verificare. In ogni caso Sarri è riuscito ad imporre un suo metodo, ben tradotto in reti e gioco di qualità, anche se ci siamo ritrovati con la bacheca dei trofei ancora vuota. A questo punto poco importa al vero tifoso. L’azzurro rimane azzurro e continua a combattere. Ma una riflessione è doverosa. Sarri è riuscito anche in ben altra impresa: imprimere col sigillo la parola “tradizione”. Proprio cosi. Ogni schema tattico, ogni strategia di campionato ed ogni singola sfida dovrà sempre fare i conti con i capisaldi numerici e non della stagione 2017-2018! Nella mente dei tifosi vi sono le imprese vincenti, ma anche le sconfitte, sempre “illuminate” in qualche modo da una particolarità, seppur piccola, che l’hanno scolpite nei cuori, mantenendo viva la speranza dell’ennesima, importante vittoria…che non è ancora arrivata!
E’ il caso di dire che il vero “problema” nasce dalla riflessione appena fatta. Il Presidente ha scelto: Carlo Ancelotti è il nuovo “paradigma” sul quale concentrare tutte le speranze. Ma i prossimi passi da fare danno già vita ad un logico enigma: rispettare la tradizione “sarriana” magari con qualche neoacquisto che rinforzi un gruppo già consolidato, oppure cambiare copione (attori-giocatori e schemi-impostazione tattica)?
La risposta la si potrebbe affidare ad una mera osservazione statistica. Guardando le mosse di mercato della società azzurra degli ultimi campionati ci si rende conto che il “ritocco” è la priorità rispettata; una scelta indovinata visti i risultati. Ma, lo sappiamo, si vuole di più. Napoli chiama Risultati. Scudetto o Coppe che siano. Bel gioco, certamente…ma con il “lieto fine”. Anche a costo di non appagare “sempre” i palati fini del calcio. Avanziamo, allora, un’ipotesi: “l’operaio” insito nella natura sarriana può essere l’ideale trampolino di lancio per innesti di peso tecnico-tattico sinonimo di ennesimo “salto di qualità”? Ancelotti ha una sua filosofia ben delineata: marcature miste zona-uomo, ripartenze “feroci”, ma anche spazio praticamente a qualunque giocatore (concede molto sul piano dell’inventiva). Qualcuno potrebbe definirla “maggior elasticità” o simili. In ogni modo i tifosi sperano in un ideale filo conduttore tra il vecchio tecnico ed il nuovo corso che porti, finalmente, gioco e risultati “importanti”.
A tal proposito media e stampa pongono già in evidenza le ipotesi più svariate: Verdi, Torreira, Badelj, Fabian Ruiz e Vrsaljko per citare i più “gettonati” di questi ultimi giorni. Ma non manca chi sogna: Benzema, Vidal, Boateng, Leno e via dicendo. Ma il denominatore comune va trovato. Gli innesti serviranno a rinforzare la rosa, e su questo tutti ci scommettono. Se, invece, guardassimo Ancelotti in versione non tradizionale, in poche parole “rivoluzione”?! Il bottino di vittorie (tra vittorie italiane, europee ed internazionali) è un lasciapassare che porrebbe basi solide per un “ripensamento” sulla continuità della filosofia sarriana. 4-3-3 o 4-2-3-1 o altro che sia, dovrebbero essere solo un “antipasto” gustoso per il tifoso che sogna, da troppo tempo. Il denominatore comune, in buona sostanza, è il vero nodo che il neotecnico dovrà sciogliere, al più presto. I tempi, anche sono stretti, anzi strettissimi. La concorrenza è, come al solito, agguerrita. La dirigenza e, soprattutto, Giuntoli, dovrebbero iniziare a mettere nero su bianco ancor prima di vedere “Carlo” all’opera in Trentino. Si deve partire bene, non con il fiato sul collo, attendendo invano “affari” mai conclusi (leggi Younes)!
I tifosi, Napoli tutta, aspetta…
Avanti azzurri, avanti…

Marco Melissa

#ForzaNapoliSempre

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