TRA FUTURO E TRAPASSATO REMOTO

I calendari della Serie A sono stati resi noti ieri. Si inizia il 20 agosto a Verona, con l’Hellas. Poi, il 27, in casa col Cagliari. Della campagna abbonamenti 2017/18 nemmeno l’ombra. Questa è la “nuova frontiera” di Aurelio De Laurentiis. Snaturare la fedeltà a vantaggio del profitto. Vendere il singolo evento frutta evidentemente più dell’intero pacchetto. Il progetto (o presunto tale) funziona, però, a metà. Eh sì, perché se da una parte si registrano incassi decenti (i record non si battono da un pezzo) negli incontri di cartello, dall’altra parte si assiste ad un San Paolo sempre più desolato nelle partite “normali. Evidentemente neanche la miseria dei nemmeno diecimila abbonati della scorsa stagione hanno influito, quest’anno, sulla politica societaria di ignorare (volutamente) il tifoso affezionato. E non ci si può nemmeno giustificare con la situazione di eterno precariato tra il club azzurro ed il Comune di Napoli. È così da sempre. Anche le condizioni del catino di Fuorigrotta non danno alibi. Seppur per il rotto della cuffia, il San Paolo ha già avuto l’agibilità per le gare nazionali ed internazionali. Insomma, quella di Aurelio De Laurentiis è una scelta ponderata e non l’ennesimo buco organizzativo societario. Ciò che davvero preme al presidente sono i contratti tv. Per l’Italia e per l’estero. Per questi ultimi De Laurentiis ha ricevuto l’applauso dei colleghi per aver votato a favore del pacchetto-estero appena venduto per la prossima stagione. Poi c’è il discorso riguardante i nuovi potenziali fruitori del prodotto-Napoli. I cinesi. Tutte le strategie finanziarie campagna acquisti e cessioni sono rivolte al mercato orientale. Infatti quello appena concluso potrebbe verosimilmente l’ultimo ritiro a Dimaro (contratto scaduto e parti lontanissime sui parametri per rinnovarlo). Ci si allinea alle alrre, in barba alle comitive di tifosi, di famiglie che, numerosissimi sono accorsi a Dimaro per seguire da vicino i loro beniamini. È la legge del business, bambola. I soldi delle tournée sono linfa fresca per le casse di un club e nemmeno il Napoli puo più permettersi di ignorarne il “fascino”. E allora diamo la stura al supporto virtuale, al tifo digitale, sempre più distante, fisicamente e, forse, anche sentimentalmente dal calore di un coro, di un urlo, di un applauso. Si tifa col telecomando ben saldo in mano. È il “tifo-on-demand”. Ma, vi prego, non dite al presidente che il sito della SSC Napoli fà un pò…”tenerezza” e che certe “dirette-social” sembrano fatte da un vecchietto che a malapena sà accendere e spegnere un pc. No. Non fateglielo sapere. Sennò poi s’incazza. Sapete com’è fatto Aurelione, no?! Giulio Ceraldi @CiuccioMagliaNapoli #ForzaNapoliSempre

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