La tempesta è passata…oppure no???
Frase allegorica ad un unico indirizzo: il Napoli di Ancelotti dopo la sfida contro il Liverpool.
Se ne sono scritte e dette tante.
Dal catastrofismo preannunciato (dettato dal prematuro addio di Sarri) alla non indovinata integrazione della rosa, fino al (ciliegina sulla torta) dubbio amletico sulle reali capacità del Mr. Carlo di raccogliere e migliorare una scomoda eredità.
Insomma, è già cronaca di una morte di campionato annunciata?
Dopo qualche giorno, con la ferita di Dublino che si sta rimarginando tra i tifosi (anche se a gran fatica) è il caso di abbozzare una lettura, anzi, di rileggere la prestazione contro il Liverpool. Al fine di verificare, innanzitutto, se le tante accuse di “flop” hanno ragion d’essere e, in aggiunta, mettere sulla bilancia ingredienti potenzialmente interessanti da testare stasera, eventualmente, nella sfida in terra svizzera contro il Borussia Dortmund.
Gli azzurri partono contro i Reds in evidente stile ancelottiano. Difesa (volutamente) alta, centrocampo che si allarga verso le corsie esterne e con tendenza prevalente sulla destra.
In poche parole, un atteggiamento tattico che non si sposa (necessariamente) bene, oggi, con le gambe ancora poco fluide dei vari reparti.
Risultato: Milner e Wijnaldum, in appena nove minuti, mettono nero su bianco.
La riflessione a cui dobbiamo puntare (senza condannare) è: poco importa se le sbavature di Insigne e Karnezis siano determinanti. Quel che doveva e deve essere osservato è la costruzione del nuovo Napoli post-Sarri.
Si vede, anzi si intravede solo a tratti. Appena i Reds abbassano la guardia, ecco che vengono fuori le personalità dei singoli che dovrebbero fare la differenza in campionato (ma c’è ancora da aspettare la fine del rodaggio, giusto per mantenere la calma nell’animo dei tifosi scettici ndr).
Fabián Ruiz ed Hamsik si destreggiano come possono. Insigne prova ad infastidire la difesa con la complicità del reparto opposto, presieduto da Callejòn.
La difesa, dal canto suo, si stringe ed allarga con meccanismi tutti da verificare.
Tirando le somme: il Napoli incassa il colpo ma fa vedere che sta resettando pian piano la mentalità sarriana per lasciar posto a cambi di gioco/sezioni di campo repentine, attraverso verticalizzazioni su pressing alto.
Una “nuova pelle“, giusto per placare l’animo di chi vorrebbe già oggi un collettivo da vinco-tutto.
E’ vero, manca ancora fluidità di gioco e profondità di manovra, ma lo si ripete: ci vuole il tempo di rodaggio.
Nella ripresa vengono cambiate le carte ma l’intenzione del tecnico di Reggiolo è sempre la stessa. Provare e riprovare a venir fuori a testa alta dalla difesa. Spingere, alzando il baricentro e tentando schemi e misure sia sul compagno di reparto che verso l’attacco. Molti giocatori, infatti, si conoscono a memoria, sulla falsariga dei diktat di Sarri, ma altri sono nuovi.
Mr. Carlo, quindi, da uomo d’esperienza pretende integrazione di gioco e cambi di velocità. Proprio per far conoscere meglio i rispettivi movimenti.
Ancelotti lavora sulla mentalità del singolo da integrare in un corpo di gioco in via di definizione.
Nella ripresa Mario Rui, così come gli inserimenti successivi di Maksimovic, Ounas, Verdi, Diawara, Inglese e Rog non cambiano la matrice di intesa della squadra.
Il Liverpool, dal canto suo, mette al sicuro la sfida con Salah, Sturridge e Moreno.
Ma quello che emerge con il trascorrere dei minuti sono sguardi, urla e sudore “comuni”. Si è cominciato a intravedere un’unica “voce” (anche se arrabbiata per il risultato) che può e vuole crescere. Con la consapevolezza di un bagaglio tecnico importante (Maurizio Sarri) da usare in direzione crescita.
Quindi? Flop definitivo? Il Napoli che vedremo è in questa cocente sconfitta?
Verticalizzazioni su pressing da centrocampo a salire, con la complicità di una difesa alta. Schemi rischiosi, ma che vanno rodati. Insieme ad altri mille particolari da verificare.
Parliamo piuttosto di anti-flop, allora. Con un Napoli capace di essere veloce e pressante, anche se ancora impreciso e poco profondo.
Che bella cosa ch’è la diversità di lettura.
Tra addetti ai lavori, tifosi e varie, aleggia un’aria già troppo pesante. Non si va da nessuna parte cosi.
Si devono tenere i piedi per terra. Si deve avere pazienza.
Stasera c’è il Borussia.
Poi altri.
Ma sempre e solo con la speranza azzurra nel cuore (quella sempre rodata).
Avanti Azzurri, Avanti!
Marco Melissa
#ForzaNapoliSempre