
C’è una scena, alla fine di Napoli-Milan, che racconta la serata di Riyadh meglio di qualsiasi statistica. Antonio Conte festeggia in mezzo al campo, abbracciando uno per uno i suoi giocatori con quella foga agonistica che lo contraddistingue; Massimiliano Allegri, pochi metri più in là, imbocca il tunnel degli spogliatoi a testa bassa, scuro in volto, senza concedere il rituale saluto al rivale. In quel mancato incrocio c’è tutta la distanza siderale che si è vista per novanta minuti all’Al-Awwal Park: da una parte una squadra con un’anima di ferro, dall’altra un gruppo smarrito nelle sue incertezze.
Il 2-0 con cui il Napoli stacca il pass per la finale di Supercoppa non è solo un risultato: è una sentenza. In una notte che doveva sancire il riscatto rossonero dopo l’eliminazione in Coppa Italia, abbiamo assistito invece alla consacrazione del “Conte-ball” in versione partenopea e all’apertura ufficiale della crisi per il diavolo rossonero.
Il paradosso del possesso: Quando avere la palla non basta
Se guardaste solo il tabellino del possesso palla (59% Milan, 41% Napoli), potreste pensare a una partita dominata dai rossoneri e decisa dalla sfortuna. La realtà del campo ha raccontato una storia diametralmente opposta. Il Milan ha tenuto il pallone, sì, ma lo ha fatto girare in quella che i tattici chiamano “U-shape”: una circolazione sterile da terzino a terzino, lenta e prevedibile, che non ha mai scalfito il blocco difensivo del Napoli.
Antonio Conte ha preparato la partita perfetta. Ha lasciato sfogare il Milan, conscio che senza le accelerazioni di Rafael Leao (assenza pesantissima, la sua), la squadra di Allegri avrebbe faticato a creare superiorità numerica. Il Napoli si è disposto con un 5-4-1 in fase di non possesso che sembrava un muro di gomma: ogni volta che il Milan provava a entrare, rimbalzava indietro. E appena recuperata palla? Verticalizzazioni immediate, feroci, a cercare la profondità.
Hojlund vs De Winter: Il duello che ha deciso la gara
Ogni partita ha una chiave di volta, un duello individuale che sposta gli equilibri. Ieri sera, quella chiave è stata la sfida impari tra Rasmus Højlund e Koni De Winter. È stato quasi crudele vedere la facilità con cui il centravanti danese ha disposto a piacimento del difensore belga.
Conte ha individuato in De Winter l’anello debole della catena difensiva rossonera e ha ordinato ai suoi di martellarlo sistematicamente. Il primo gol nasce proprio da qui: Højlund protegge palla, sposta fisicamente l’avversario e calcia. Sulla respinta (rivedibile) di Maignan, David Neres è un falco ad avventarsi per l’1-0.
Ma è sul secondo gol, al 63′, che il divario è diventato imbarazzante. Sul cross tagliato di Spinazzola, De Winter ha commesso l’errore capitale del difensore: guardare la palla e perdere l’uomo. Højlund gli è passato davanti con una fame diversa, girando in rete il pallone che ha chiuso i giochi. Come ha sottolineato Christian Panucci nel post-partita: “Se vuoi giocare nel Milan, non puoi marcare così”.
L’importanza di chiamarsi Neres (e l’enigma Nkunku)
Se Højlund è stato l’MVP indiscusso, una menzione d’onore va a David Neres. Il brasiliano, spesso accusato di essere discontinuo, ieri è stato chirurgico. Non solo il gol, ma un lavoro oscuro in fase di ripiegamento che ha permesso a Di Lorenzo di non soffrire mai le (poche) discese di Estupiñán.
Dall’altra parte, il confronto è impietoso per Christopher Nkunku. L’acquisto da 38 milioni del Milan è stato l’immagine della sterilità offensiva della sua squadra. Ha avuto sui piedi l’unica vera palla gol della serata, due minuti prima del vantaggio del Napoli, e l’ha sparata alta. Lì si è spenta la luce del Milan. In queste partite, i campioni devono essere cinici: il Napoli lo è stato (1.40 xG con 11 tiri), il Milan no (1.28 xG “drogati” dal volume ma poveri di qualità).
Veleni, arbitri e nervi tesi
Non sarebbe un big match italiano senza la sua dose di polemiche. La partita è stata nervosa, spigolosa, gestita dall’arbitro Zufferli con un metro che ha scontentato un po’ tutti.
Il Napoli ha protestato furiosamente per due episodi: il mancato rosso a Rabiot nel primo tempo (intervento duro su Politano) e, soprattutto, il contatto in area tra Maignan e lo stesso Politano nella ripresa. Il portiere francese, in uscita, ha colpito l’esterno azzurro al volto: il VAR ha optato per il silent check, scatenando la furia di Conte in panchina.
E poi, quel finale. Il “gelo” tra i due allenatori è la fotografia di una rivalità che va oltre il campo. Conte, che ha urlato “Ma basta!” verso la panchina avversaria durante la gara, nel post-partita ha rivendicato con orgoglio la sua presenza: “Non siamo qui per invito, questa finale ce la siamo guadagnata”. Una stoccata a chi (come il Milan, finalista di Coppa Italia) partecipa grazie al format della Final Four, mentre il Napoli è lì con lo Scudetto sul petto.
Cosa ci lascia questa notte araba?
Per il Napoli, Riyadh certifica la guarigione. Le scorie delle sconfitte con Udinese e Benfica sono lavate via. Conte ha ritrovato la sua squadra: solida, cattiva, organizzata. Ora attende la vincente di Inter-Bologna con la consapevolezza di chi, in gara secca, può battere chiunque.
Per il Milan, è notte fonda. Fuori dalla Coppa Italia, fuori dalla Supercoppa, con un distacco in campionato che inizia a preoccupare. Allegri parla di “percorso di crescita” e difende Nkunku, ma la sensazione è che senza Leao questa squadra non abbia un piano B credibile. La difesa subisce gol con una facilità disarmante e la manovra è lenta. Se non ci sarà una scossa immediata, la stagione rossonera rischia di diventare un lungo, doloroso inseguimento al quarto posto.
Il deserto ha emesso il suo verdetto: il Leone azzurro ruggisce ancora, il Diavolo dovrà leccarsi le ferite e capire, in fretta, cosa vuole fare da grande.
Giulio Ceraldi
Forza Napoli. Sempre.
P.S. Non prendete impegni per stasera! Alle ore 22:30 vi aspetto in diretta streaming sui canali Facebook, YouTube e Twitch del blog per una puntata speciale de Il Ciuccio sulla Maglia del Napoli SHOW. Ospite d’eccezione Roberto Stanzione, con cui analizzeremo a caldo ogni dettaglio di questa splendida vittoria. Non mancate!
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