
Le luci dell’Al-Awwal Park di Riyadh sono pronte ad accendersi. Non è solo una semifinale, non è solo un trofeo “di metà stagione”. La sfida tra il Napoli di Antonio Conte e il Milan di Massimiliano Allegri, in programma domani sera (18 dicembre 2025), è un crocevia fondamentale per due squadre che arrivano in Arabia Saudita con l’anima ammaccata ma con la fame intatta.
Da una parte i Campioni d’Italia, reduci da uno “sbandamento” inaspettato tra Champions e campionato. Dall’altra i detentori del trofeo, un Milan rivoluzionato che pareggia troppo ma non muore mai.
Il “Game Changer”: Niente supplementari, solo adrenalina
Prima di parlare di tattica, dobbiamo parlare di psicologia. Il regolamento della EA SPORTS FC Supercup per l’edizione 2025/2026 ha una clausola che cambia drasticamente l’approccio alla gara: niente tempi supplementari nelle semifinali.
Se al 90° minuto più recupero il risultato sarà in parità, si andrà direttamente ai calci di rigore. Questo dettaglio non è marginale; altera la “teoria dei giochi” della partita.
Sapere di non dover gestire le energie per 120 minuti permetterà a Conte e Allegri di chiedere un ritmo forsennato fin dall’inizio. Ma c’è il rovescio della medaglia: negli ultimi 15 minuti, la paura di subire un gol irrecuperabile potrebbe bloccare le gambe, trasformando il finale in una partita a scacchi. E qui, i portieri diventano divinità.
Napoli: La “nuova” era e la freccia olandese
Il Napoli sbarca a Riyadh con un umore nero, il colore preferito da Antonio Conte per costruire le sue rivincite. Le sconfitte contro Benfica e Udinese hanno incrinato le certezze costruite in autunno. Conte in conferenza stampa è stato chiaro: serve trasformare la delusione in “furore agonistico”.
Dopo la cessione dolorosa ma remunerativa di Khvicha Kvaratskhelia al PSG lo scorso gennaio, il Napoli ha dovuto ridisegnare la sua identità offensiva. Il peso della creatività sulla sinistra ora è tutto sulle spalle di Noa Lang. L’esterno olandese, arrivato dal PSV per raccogliere l’eredità del georgiano, è un giocatore diverso: meno potente fisicamente ma elettrico e imprevedibile nello stretto. Sarà lui, insieme a David Neres, a dover innescare la punta.
E chi sarà la punta? Romelu Lukaku è convocato, è con il gruppo, ma Conte non ha usato mezzi termini: “Non ha minuti nelle gambe”. Partirà dalla panchina, pronto forse per un assalto finale disperato. La maglia da titolare andrà a Rasmus Hojlund. Il danese, con la sua velocità in profondità, è l’arma perfetta per spaccare la difesa alta del Milan, specialmente ora che il centrocampo ritrova il suo metronomo: il recupero di Stanislav Lobotka è la notizia migliore per Conte.
Milan: La “pareggite” e la gioventù al potere
Se il Napoli è arrabbiato, il Milan è… strano. La squadra di Allegri, confermato in panchina fino al 2026 , sembra abbonata al segno “X”. I pareggi recenti (2-2 con il Sassuolo, 2-2 con il Pisa) raccontano di una squadra che crea, segna, ma non sa chiudere la porta.
L’emergenza infortuni in casa rossonera è reale: fuori Santiago Gimenez (operato alla caviglia) e fuori il leader difensivo Matteo Gabbia. Rafael Leao è a Riyadh, ma Allegri ha fatto capire che il portoghese non è al 100% e difficilmente partirà titolare: sarà l’arma tattica a gara in corso.
Ma dove il Milan trova la luce? Nella miscela esplosiva tra “vecchi saggi” e giovanissimi.
L’eterno Modric: A 39 anni, Luka Modric è ancora il faro. Arrivato a parametro zero, è lui che dovrà eludere il pressing di McTominay e dettare i tempi.
La sorpresa Bartesaghi: Segnatevi questo nome. Davide Bartesaghi, classe 2005, terzino sinistro del progetto “Milan Futuro”. Nell’ultima gara contro il Sassuolo ha segnato una doppietta incredibile. Allegri non ha paura di lanciarlo titolare in una semifinale, preferendolo a opzioni più esperte. È la scommessa che potrebbe decidere il match.
La chiave tattica: Ordine vs Caos Creativo
Sarà una partita a specchio deformato. Il Napoli cercherà l’ampiezza con Di Lorenzo e Spinazzola (titolare al posto dell’acciaccato Olivera ) per isolare Noa Lang nell’uno contro uno. Il piano gara è chiaro: aggressione alta, recupero palla con McTominay e verticalizzazione immediata per Hojlund.
Il Milan risponderà con un 3-5-2 ibrido. Senza un vero numero 9 fisico, la coppia Pulisic-Nkunku agirà senza dare punti di riferimento. Questo potrebbe mandare in crisi i tre centrali del Napoli (Beukema, Rrahmani, Buongiorno), che amano il contatto fisico ma soffrono gli attaccanti rapidi che si sfilano dalla marcatura. Alexis Saelemaekers sarà l’ago della bilancia: esterno a tutta fascia o incursore aggiunto, il “giocatore dell’equilibrio” per Allegri.
Il duello finale: Maignan vs Milinkovic-Savic
Se la partita dovesse finire ai rigori, chi ha il vantaggio?
Sulla carta, il Milan. Mike Maignan non è solo un portiere, è un fattore psicologico per chi calcia.
Il Napoli risponde con il gigante Vanja Milinkovic-Savic, arrivato in estate dal Torino. I suoi 202 cm coprono la porta, ma la sua reattività sui rigori in una sfida così pesante è tutta da testare con la maglia azzurra.
Le statistiche dicono “Under 2.5”: 9 delle ultime 11 sfide tra queste due squadre sono state chiuse e tattiche. Tuttavia, le difese attuali non sono imperforabili.
Vedo una partita bloccata dalla paura nel primo tempo, che potrebbe esplodere nella ripresa. Il Napoli ha più struttura fisica, il Milan più imprevedibilità tecnica anche senza Leao.
Sensazione? 1-1 al 90′. E poi, la lotteria dei rigori.
Allegri ha un conto aperto con Conte (che ha vinto 5 degli ultimi 9 scontri diretti), ma in gara secca il livornese è un maestro della sopravvivenza.
Preparate i popcorn (e forse la camomilla). Domani sera a Riyadh non si scherza.
Giulio Ceraldi
Forza Napoli. Sempre.
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