La nostra locandina

Se guardassimo solo la classifica, la trasferta di domani al Bluenergy Stadium sembrerebbe una tappa di passaggio. Il Napoli, secondo in classifica a pari merito col Milan (31 punti), fa visita a un’Udinese che naviga a metà classifica. Ma il calcio non si gioca sui fogli Excel, e la sfida di domenica alle 15:00 nasconde insidie che potrebbero far deragliare la corsa scudetto degli azzurri.
Tra un’infermeria che sembra un bollettino di guerra, la testa inevitabilmente proiettata alla Supercoppa di Riyadh e un avversario tatticamente rognoso, Antonio Conte si trova di fronte ad uno dei “crash test” più difficili della stagione finora sostenuti. Analizziamo perché questa partita è una trappola perfetta e quali mosse disperate (o geniali) potremmo vedere.

Codice rosso in sala macchine: La morte del “Conte-Ball”?

Il cuore del calcio di Antonio Conte è il centrocampo. È lì che si costruisce il ritmo, è lì che si soffoca l’avversario. Domani, però, quel cuore batterà in modo aritmico. L’assenza contemporanea di Stanislav Lobotka (il cervello), Billy Gilmour (il vice-cervello) e Frank Anguissa (i muscoli) non è un semplice problema di formazione: è una crisi strutturale.
Senza un regista di ruolo in grado di pulire l’uscita palla, il Napoli rischia di andare in apnea contro il pressing friulano. La soluzione obbligata sembra essere la coppia McTominay-Elmas. Sulla carta, c’è talento. Nella pratica, c’è un enorme rischio tattico:
Scott McTominay non è un regista. È un incursore devastante, ma chiedergli di gestire i tempi davanti alla difesa è come chiedere a un velocista di correre una maratona tenendo il ritmo. Inoltre, le notizie da Lisbona sono preoccupanti: lo scozzese ha giocato imbottito di antidolorifici e la sua condizione fisica è precaria. Rischiarlo dal 1′ è un azzardo medico che Conte deve prendersi per mancanza di alternative.
Eljif Elmas porta dinamismo, ma tende a portare palla e a “disordinare” lo scacchiere. Contro il 3-5-2 dell’Udinese, che fa della densità centrale la sua forza, una mediana a due così “leggera” tatticamente rischia di essere inghiottita.
La domanda tattica: Vedremo Di Lorenzo stringere costantemente dentro il campo per fare il “terzo” mediano aggiunto? È l’unica via per non lasciare McTominay ed Elmas in balia delle onde.

L’avversario: L’Udinese di Runjaić non è una vittima sacrificale

Attenzione a sottovalutare i friulani. Kosta Runjaić ha plasmato una squadra solida, che arriva dalla convincente vittoria per 2-0 a Parma. Il loro 3-5-2 è speculare a quello del Napoli in fase difensiva, ma ha armi diverse.
La difesa, guidata dal nuovo acquisto Oumar Solet, è veloce e aggressiva. Ma è davanti che l’Udinese fa paura. La rinascita di Nicolò Zaniolo è una delle storie del campionato: il suo gol a Parma (stop a seguire e tiro in girata) è stato un manifesto di potenza e tecnica. Lui e Keinan Davis (un armadio a quattro ante che farà impazzire Rrahmani) possono mettere in crisi chiunque, specialmente una difesa azzurra che dovrà fare a meno dell’esperienza di Juan Jesus (botta al polpaccio) e che si affiderà a un Vanja Milinković-Savić ancora sotto shock dopo la prestazione opaca contro il Benfica.
Se il Napoli perde palla in costruzione (cosa probabile senza Lobotka), le transizioni di Zaniolo e le cavalcate degli esterni Modesto e Ekkelenkamp potrebbero essere letali.

Il rebus attacco: Perché Lucca è la chiave (e non solo per il gol dell’ex)

Qui arriviamo al punto nevralgico della nostra analisi. Rasmus Højlund è stato straordinario finora, ma domani non dovrebbe giocare. E non solo per turnover in vista del Milan.
Schierare Lorenzo Lucca dal primo minuto non è romanticismo (il classico “gol dell’ex”), è necessità tattica pura.

Ecco perché Conte dovrebbe puntare tutto sul gigante di 2,01 metri

Bypassare il centrocampo: Come detto, il Napoli non ha registi. Costruire dal basso sarà un incubo. La soluzione? Palla lunga. Avere Lucca permette a Milinković-Savić e ai difensori di lanciare lungo saltando la linea di pressione dell’Udinese.
Il mismatch aereo: I dati ci dicono che Oumar Solet, pur essendo un ottimo difensore, vince solo il 55% dei duelli aerei. Lucca, in questo fondamentale, è nell’élite europea. È l’arma perfetta per sbloccare una partita che si preannuncia sporca e bloccata.
Gestione energie: Højlund è un giocatore di strappi e profondità. In una partita dove il Napoli avrà difficoltà a verticalizzare palla a terra, rischierebbe di girare a vuoto. Meglio tenerlo fresco per la velocità del Milan in Supercoppa.

La carta della disperazione (o della fantasia): Antonio Vergara

Con una panchina corta e Politano/Neres spremuti, potremmo vedere una sorpresa. Antonio Vergara, rientrato alla base e trattato da Conte come un gioiellino da sgrezzare, potrebbe essere il fattore X.
In una gara bloccata, dove gli schemi saltano, serve chi salta l’uomo nello stretto. Vergara, col suo mancino che parte da destra per accentrarsi, può creare quella superiorità numerica che il centrocampo non riuscirà a garantire. Se la partita non si sblocca al 60′, aspettatevi il suo ingresso.

L’ombra di Riyadh: Priorità al campionato o alla gloria immediata?

Infine, l’elefante nella stanza. Giovedì 18 dicembre si gioca la semifinale di Supercoppa contro il Milan a Riyadh.
La logica direbbe: “Il campionato è lungo, la Supercoppa è un trofeo subito”. Ma Conte sa che perdere punti a Udine, con l’Inter che insegue, potrebbe creare una crepa psicologica difficile da sanare.
Tuttavia, rischiare un McTominay al 50% o un Rrahmani diffidato/stanco potrebbe costare carissimo in Arabia Saudita. La sensazione è che Conte chiederà alla squadra una partita di “sofferenza organizzata”: baricentro più basso, meno pressing ultra-offensivo, più lancio lungo su Lucca e gestione delle energie.

Udinese-Napoli non sarà una partita per esteti. Sarà una battaglia di nervi, muscoli e palloni alti.
La mia previsione? Il Napoli dovrà snaturarsi per sopravvivere. Se Conte avrà l’umiltà di giocare una partita “brutta”, affidandosi ai lanci per Lucca e alla difesa posizionale, i tre punti sono possibili. Se cercherà di replicare il suo calcio abituale con gli interpreti sbagliati, Zaniolo e compagni faranno festa.
Uomo partita su cui scommettere: Lorenzo Lucca. È la sua notte, è il suo stadio, è la partita che serve al Napoli.

Giulio Ceraldi

Forza Napoli. Sempre.

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