
Mercoledì sera, quando le luci dell’Estádio da Luz taglieranno l’oscurità umida di Lisbona, non andrà in scena solo una partita di calcio. Quella tra Benfica e Napoli è una resa dei conti esistenziale. È il sesto capitolo di una Champions League spietata, dove ogni punto perso è un chiodo sulla bara delle ambizioni europee.
Ma soprattutto, è il ritorno di una delle rivalità più acide, teatrali e affascinanti del calcio moderno: José Mourinho contro Antonio Conte.
Dimenticate le strette di mano di circostanza. La storia tra questi due è fatta di “pagliacci” (cit. Mourinho), di “piccoli uomini” (cit. Conte) e di una filosofia condivisa ma divisiva: la vittoria non è una possibilità, è una necessità biologica. “La competizione è una battaglia,” disse una volta Conte.
Tuttavia, il destino ha un senso dell’umorismo crudele. I due generali arrivano a questa battaglia con gli eserciti decimati. Se vi aspettate il calcio champagne, cambiate canale. Se volete vedere una lezione di sopravvivenza tattica tra due maestri della sofferenza, benvenuti all’inferno del Da Luz.
Qui Napoli: L’euforia del dopo-Juve, il dramma dell’infermeria
Il Napoli sbarca in Portogallo con il morale alle stelle ma con le gambe a pezzi. La vittoria di domenica sera contro la Juventus (2-1) è stata un capolavoro di resilienza, firmata da una doppietta di un Rasmus Højlund in stato di grazia. Il danese si è caricato la squadra sulle spalle, trasformando in oro i pochi palloni toccabili.
Ma il bollettino medico del lunedì mattina è stato una doccia gelata per Antonio Conte. Il centrocampo, il motore pulsante del suo 3-4-2-1, è stato spazzato via.
Kevin De Bruyne: Il “Re” belga, arrivato in estate per dare l’assalto alla Champions, è fuori da un pezzo, ormai. Lo strappo alla coscia lo terrà ai box fino al 2026 inoltrato.
Frank Anguissa e Stanislav Lobotka: I due pretoriani del centrocampo sono entrambi out per problemi muscolari.
Billy Gilmour: Anche lo scozzese, prima alternativa, è indisponibile.
Conte si trova di fronte a un rompicapo tattico quasi irrisolvibile. Chi giocherà in mezzo al campo? L’unico “superstite” è Scott McTominay, l’eroe silenzioso di questa stagione. Accanto a lui, Conte dovrà inventare. Potrebbe rispolverare Eljif Elmas in una posizione più arretrata o lanciare nella mischia il giovane Antonio Vergara in una notte da leoni. È un’emergenza totale che costringerà il Napoli a giocare una partita di pura reazione: baricentro basso, denti stretti e palla lunga per la velocità di Højlund e dell’ex di turno, David Neres.
Qui Benfica: Le aquile senza ali
Se Atene piange, Sparta non ride. Il Benfica di José Mourinho è una squadra che vive sul filo del rasoio. Con soli 3 punti in classifica e una differenza reti negativa, i portoghesi sono con le spalle al muro. Devono vincere. Non esistono altri risultati.
Mourinho, tornato sulla panchina che lo lanciò 25 anni fa, sta faticando a imprimere il suo marchio. La squadra è fragile (4 sconfitte in 5 gare europee) e, come il Napoli, ha perso i suoi pezzi pregiati.
Senza il filtro di Florentino Luis a centrocampo, il Benfica è una squadra sbilanciata.
La speranza ha un nome: Georgiy Sudakov. Il talento ucraino (arrivato dallo Shakhtar) si sta prendendo la scena, ma predicare nel deserto è difficile. Davanti, tutto il peso è su Vangelis Pavlidis, bomber greco letale in area ma che rischia di morire di solitudine se i rifornimenti non arrivano.
La chiave tattica: Il paradosso del possesso
Ecco la vera ironia della serata: avremo due allenatori che adorano lasciare la palla agli avversari per colpirli in transizione, costretti dalle circostanze a fare l’opposto.
Il Benfica, giocando in casa e dovendo vincere per forza, sarà costretto a fare la partita. Questo è lo scenario peggiore per Mourinho e il migliore per Conte. Nonostante le assenze, il Napoli ha le armi perfette per far male in contropiede.
Immaginate la scena: il Benfica spinge sulle ali dei 60.000 del Da Luz, perde palla sulla trequarti (dove manca Florentino a fare diga), e McTominay lancia immediatamente nello spazio per David Neres. Il brasiliano, che conosce ogni zolla di quello stadio avendoci giocato fino all’anno scorso, avrà una voglia matta di dimostrare al suo ex club di aver sbagliato a cederlo.
Il duello chiave sarà Nicolás Otamendi contro Rasmus Højlund. Il capitano del Benfica ha l’esperienza e la “garra”, ma Højlund ha la gioventù e una potenza fisica devastante. Se il Napoli riesce a isolare il danese uno contro uno con l’argentino, la partita potrebbe finire lì.
Cosa dicono i numeri (e i bookmakers)
Nonostante l’emergenza, i mercati vedono un leggero favore per il Napoli o un sostanziale equilibrio.
Precedenti: Il Napoli ha vinto le ultime sfide dirette importanti, incluso quel famoso 2-1 al Da Luz nel 2016.
Forma: Il Benfica ha vinto solo una delle ultime cinque gare. Il Napoli ne ha vinte tre delle ultime cinque, inclusa quella fondamentale contro la Juve.
Classifica: Napoli 7 punti, Benfica 3. Un pareggio qualifica quasi certamente il Napoli ai playoff e condanna il Benfica.
Questa non sarà una partita per esteti. Sarà una guerra di nervi, falli tattici e interruzioni, arbitrata dallo sloveno Slavko Vincic, uno che non tollera le sceneggiate .
Il cuore direbbe che l’atmosfera di Lisbona potrebbe spingere il Benfica oltre i propri limiti, ma la testa dice che l’organizzazione difensiva di Conte (anche con gli uomini contati) è superiore al caos attuale del Benfica. Mourinho proverà a trasformare la partita in una rissa sportiva.
Il Napoli dovrà soffrire come mai in questa stagione. Dovrà chiedere gli straordinari a Rrahmani e Buongiorno per blindare la porta di Milinković-Savić. Ma alla fine, la velocità in campo aperto potrebbe premiare gli azzurri.
Il mio pronostico? Un pareggio sporco, magari un 1-1, che farà infuriare Mourinho e permetterà a Conte di tornare in Italia con la qualificazione in tasca, pronto per la prossima battaglia. Perché per questi due, la guerra non finisce mai.
Giulio Ceraldi
Forza Napoli. Sempre.
Lascia un commento