
Nella notte dell’Olimpico, dove la tensione si tagliava col coltello e la classifica prometteva scossoni, è andata in scena una lezione di realismo calcistico. Roma-Napoli 0-1 non è stato solo un risultato; è stato il manifesto di due filosofie agli antipodi. Da una parte l’idealismo aggressivo di Gian Piero Gasperini, dall’altra il cinismo calcolato di Antonio Conte. Ha vinto il secondo, grazie a una rete di David Neres e a una fase difensiva che ha ricordato le grandi squadre capaci di soffrire per vincere campionati.
Analizziamo nel dettaglio come il Napoli ha disinnescato la “macchina da pressing” giallorossa e perché questa sconfitta suona come un campanello d’allarme tattico per la Roma negli scontri diretti.
Il piano gara: L’illusione del controllo
Chi guarda solo le statistiche superficiali potrebbe parlare di una Roma sfortunata: quasi il 60% di possesso palla, 12 tiri totali contro gli 8 del Napoli, una supremazia territoriale evidente . Ma nel calcio, il possesso senza penetrazione è solo un esercizio estetico.
Antonio Conte, privo di pedine fondamentali come Anguissa e De Bruyne, ha disegnato un 3-4-3 (che diventava 5-4-1) con un obiettivo chiaro: rinunciare alla palla per controllare lo spazio. Sapeva che la Roma di Gasperini vive di duelli uomo su uomo a tutto campo. Accettare la sfida fisica avrebbe significato esporre una mediana ridisegnata (Lobotka-McTominay) a rischi inutili. Invece, Conte ha scelto di abbassare il baricentro, attirando la linea difensiva della Roma – composta da Mancini, Ndicka ed Hermoso – quasi sulla linea di centrocampo.
La Roma è caduta nella trappola. Ha fatto girare palla perimetralmente, ma ha trovato il centro del campo intasato dalla densità di Lobotka e dai ripiegamenti di Politano e Olivera. Il risultato? Un possesso palla sterile, lento e prevedibile, incapace di generare un alto indice di Expected Goals (xG), fermo a un modesto 1.2 nonostante la mole di gioco .
Il momento chiave: La transizione e la velocità
La partita si è decisa al 36′ del primo tempo, in un’azione che dovrebbe essere mostrata nelle scuole calcio per spiegare il concetto di “transizione offensiva diretta”.
Tutto nasce da una palla persa da Koné sulla trequarti offensiva (su cui torneremo tra poco). Ciò che accade dopo è devastante per la Roma: il Napoli non cerca di consolidare il possesso, ma verticalizza immediatamente. David Neres, schierato largo proprio per isolare i difensori della Roma, riceve palla e punta la porta.
Qui emerge il limite strutturale del sistema “uomo su uomo” di Gasperini: se la prima pressione fallisce, si aprono praterie. Neres ha coperto circa 80 metri di campo palla al piede. Mancini ed Hermoso, costretti a difendere in campo aperto contro uno dei giocatori più veloci della Serie A, sono sembrati impotenti. Il gol non è stato un caso, ma l’esecuzione perfetta di uno spartito preparato: colpire la Roma alle spalle dei braccetti difensivi.
L’episodio da moviola: Fallo o “dinamica di gioco”?
Impossibile non citare le polemiche che hanno infiammato il post-partita. L’intervento di Rrahmani su Koné all’origine del gol ha diviso critica e tifosi. Gasperini è stato netto: “Rrahmani alza il piede e sgambetta Koné”.
Tuttavia, l’analisi tecnica dell’episodio suggerisce una lettura diversa, più “europea”. Rrahmani tocca prima il pallone; il contatto successivo è considerato “dinamica di gioco”. L’arbitro Massa ha lasciato correre e il VAR, non ravvisando un “chiaro ed evidente errore”, non è intervenuto. Al di là delle recriminazioni, resta il dato tattico: la Roma si è fermata a protestare o ha perso l’attimo, mentre il Napoli correva verso la porta. In partite di questo livello, la reattività mentale conta quanto quella fisica.
La “gabbia” del secondo tempo
Nella ripresa, abbiamo assistito alla versione più “Contiana” del Napoli. Avanti 1-0, la squadra si è chiusa in un blocco basso impenetrabile.
Gasperini ha provato a scardinare il muro inserendo qualità: dentro Dybala per Soulé, poi Baldanzi per Ferguson. L’idea era togliere riferimenti fisici e puntare sul dribbling nello stretto. Ma Dybala, costretto a scendere a centrocampo per toccare palla, si è allontanato dalla zona pericolosa.
Lobotka ha giganteggiato in mezzo al campo, gestendo i ritmi e permettendo alla squadra di respirare, mentre Buongiorno e Rrahmani hanno dominato il gioco aereo sui (pochi) cross tentati da Wesley e Celik. L’unica vera crepa nel muro azzurro si è vista al 90′, quando Baldanzi ha trovato il varco giusto, ma un intervento prodigioso di Milinkovic-Savic ha blindato i tre punti.
Top e Flop: Chi ha deciso il match
David Neres (MVP – Voto 8): Non solo il gol. È stato una spina nel fianco costante, l’unico capace di cambiare passo in una partita bloccata tatticamente. La sua velocità è l’antidoto perfetto contro le difese alte.
Stanislav Lobotka (Voto 7): Il cervello del Napoli. Senza Anguissa, ha raddoppiato il lavoro di filtro e ha pulito ogni pallone scottante.
Lorenzo Pellegrini (Flop – Voto 5): Nervoso, impreciso, mai decisivo. La sua sostituzione tra i mugugni racconta di un capitano che fatica a trovare la sua dimensione in questo sistema tattico.
La difesa della Roma (Voto 5.5): Non per impegno, ma per caratteristiche. Mancini e Hermoso soffrono terribilmente la velocità pura in campo aperto. Un difetto che le big sanno come sfruttare.
Cosa ci dice la classifica
Con questa vittoria, il Napoli aggancia il Milan in vetta a 28 punti, lanciando un messaggio chiarissimo: la squadra è guarita, solida e sa vincere “sporco”.
Per la Roma (ferma a 27 punti con l’Inter), è la quarta sconfitta in campionato, la terza in casa in uno scontro diretto, e sempre per 1-0. C’è un pattern preoccupante: contro squadre organizzate che chiudono gli spazi, i giallorossi faticano a creare e subiscono fatalmente in ripartenza. Gasperini dovrà lavorare sulle alternative al “piano A”, perché l’aggressione a tutto campo, seppur affascinante, si sta rivelando un’arma a doppio taglio contro le grandi.
Il campionato è ancora lungo, ma notti come questa spesso segnano il confine tra chi partecipa alla corsa e chi la vuole vincere.
Giulio Ceraldi
Forza Napoli. Sempre.
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