
Domenica sera lo Stadio Olimpico non sarà solo il teatro di una partita di calcio. Sarà l’epicentro di uno scontro sismico tra la nuova egemonia atletica della Roma e l’orgoglio dei campioni d’Italia del Napoli. Tra rivoluzioni tattiche e un’emergenza infortuni senza precedenti, ecco perché questa sfida vale un pezzo di scudetto.
C’è un’elettricità diversa nell’aria di Roma in questi giorni. Non è solo l’attesa per il “Derby del Sole”, una classica che da sempre divide l’Italia centro-meridionale in due fazioni cromatiche accese. È la consapevolezza che, per la prima volta dopo anni, la squadra giallorossa si presenta all’appuntamento non come una sfidante speranzosa, ma come la capolista da battere.
Domenica 30 novembre, alle 20:45, la tredicesima giornata della Serie A 2025/2026 ci regalerà un verdetto che potrebbe indirizzare l’intera stagione. Da una parte la Roma di Gian Piero Gasperini, prima in classifica con 27 punti e una difesa di ferro. Dall’altra il Napoli di Antonio Conte, terzo a 25 punti, campione in carica ma costretto a fare i conti con una sorte avversa che sembra essersi accanita sui suoi gioielli più preziosi.
La rivoluzione Gasperini: Intensità al potere
Quando la famiglia Friedkin ha scelto Gasperini lo scorso giugno, l’obiettivo era chiaro: trasformare una squadra talentuosa ma incostante in una macchina da guerra atletica . Cinque mesi dopo, il risultato è sotto gli occhi di tutti. La Roma non gioca più “di attesa”; la Roma aggredisce.
Il marchio di fabbrica del tecnico di Grugliasco è evidente in ogni statistica. I giallorossi arrivano a questo scontro con 4 vittorie nelle ultime 5 partite e una differenza reti di +9, la migliore tra le pretendenti al titolo. Ma è il dato sui gol subiti a impressionare: solo 6 in 12 gare. La difesa a tre, guidata da un Gianluca Mancini in versione leader totale e supportata da uomini come Mario Hermoso, ha eretto un muro davanti a Mile Svilar.
E poi c’è la scintilla creativa. In un sistema che richiede polmoni d’acciaio, il genio di Matìas Soulé sta brillando come non mai. L’argentino è il capocannoniere della squadra con 4 reti e un indice di pericolosità (xG) di 1.92, numeri che certificano la sua centralità nel progetto. Con Dybala a inventare e Pellegrini a cucire il gioco, la Roma ha trovato quell’equilibrio tra furore agonistico e qualità tecnica che mancava da tempo.
Napoli: L’arte della sopravvivenza
Se a Roma si respira entusiasmo, a Napoli si vive in trincea. Antonio Conte, al suo secondo anno sulla panchina azzurra dopo il trionfale scudetto 2025, si trova a dover gestire un’emergenza che farebbe tremare i polsi a chiunque. La lista degli indisponibili per la sfida dell’Olimpico assomiglia a un All-Star Team della Serie A.
Non ci sarà Kevin De Bruyne, il colpo da novanta del mercato estivo, arrivato a parametro zero dal Manchester City per regalare sogni ma fermato da un problema muscolare. E mancherà, ancora una volta, anche il totem offensivo Romelu Lukaku, insieme al pilastro del centrocampo Zambo Anguissa.
In questo scenario apocalittico, il Napoli si aggrappa al carattere del suo allenatore. Conte è un maestro nelle situazioni di difficoltà: quando viene messo all’angolo, le sue squadre reagiscono con una ferocia inaspettata. La vittoria per 3-1 contro l’Atalanta nell’ultimo turno e il successo in Champions contro il Qarabag sono la prova che, anche senza le sue stelle, il Napoli ha un’anima.
La chiave attica: Duelli a tutto campo
Che partita dobbiamo aspettarci? La risposta è nel DNA dei due allenatori. Gasperini cercherà di trasformare il match in una serie di duelli individuali a tutto campo. La sua Roma presserà alto, cercando di soffocare la costruzione del Napoli e costringendo i partenopei all’errore.
Il duello chiave sarà probabilmente a centrocampo. Senza la qualità di De Bruyne e la fisicità di Anguissa, il Napoli si affiderà a Scott McTominay e Stanislav Lobotka. Lo scozzese, in particolare, dovrà fare gli straordinari: il suo compito sarà quello di reggere l’urto fisico di Manu Koné e Bryan Cristante, cercando poi di inserirsi in zona gol come ha già dimostrato di saper fare in Europa.
Sulle fasce, attenzione allo scontro tra il capitano azzurro Giovanni Di Lorenzo e l’esuberanza di Wesley França (o chi per lui occuperà la sinistra giallorossa). Se la Roma riuscirà a sfondare sugli esterni, costringendo il Napoli a schiacciarsi nella propria area, per la difesa di Conte — che schiera un inedito terzetto con Beukema e Buongiorno — sarà una serata lunghissima.
I protagonisti inattesi: Ferguson e Højlund
Con i giganti fuori gioco, i riflettori si spostano sulle nuove leve. Nella Roma potrebbe trovare spazio a gara in corso Evan Ferguson, il giovane bomber irlandese arrivato in prestito dal Brighton. La sua fisicità potrebbe essere l’arma per scardinare la difesa napoletana se la partita dovesse rimanere bloccata.
Dall’altra parte, il peso dell’attacco graverà sulle spalle di Rasmus Højlund. Il danese ha il compito ingrato di non far rimpiangere, ancora una volta, Lukaku. Le sue caratteristiche sono diverse — meno gioco di sponda, più profondità — e Conte cercherà di sfruttarle per colpire la Roma in contropiede, approfittando dello spazio lasciato alle spalle dalla linea difensiva alta dei giallorossi .
Roma-Napoli di domenica sera è uno spartiacque, ma non una sentenza. Per la Roma è l’occasione di andare a +5 su una diretta concorrente e legittimare le ambizioni tricolori davanti al proprio pubblico. Per il Napoli è una prova di resistenza: uscire indenni dall’Olimpico in queste condizioni varrebbe quanto una vittoria.
Sarà una battaglia di nervi, di tattica e di cuore. Gasperini vuole la consacrazione, Conte cerca l’impresa. Il campionato è ancora lunghissimo e maggio è lontano, ma i segnali che arriveranno dall’Olimpico potrebbero pesare come macigni sulla psicologia della corsa al titolo
Giulio Ceraldi
Forza Napoli. Sempre.
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