Giocatori del Sunderland esultano per un gol

L’ascesa del Sunderland, la rinascita di Jack Grealish e la crisi tattica di Liverpool e Manchester United stanno ridefinendo la corsa al titolo 2025/26.

Sono passate undici giornate, c’è la pausa per le nazionali ed è tempo di fare un primo, serio bilancio della Premier League 2025/26. Se vi aspettavate il solito copione, siete rimasti delusi. La classifica attuale non è solo uno specchio dei risultati, ma il riflesso di profonde rivoluzioni tattiche, di sessioni di mercato geniali e di fallimenti sistemici.
L’Arsenal guida la classifica con un solido margine, ma la vera storia è scritta altrove: nella sorprendente ascesa di una neopromossa al quarto posto, nel crollo verticale dei campioni in carica e nella rinascita di un giocatore da 100 milioni di sterline dato per finito. Analizziamo cosa sta succedendo.

La fortezza dell’Arsenal e l’anomalia Haaland

Al vertice, l’Arsenal di Mikel Arteta guarda tutti dall’alto con 26 punti. Nonostante l’undicesima giornata li abbia visti pareggiare 2-2 in casa del sorprendente Sunderland, l’Opta Supercomputer li considera ancora i favoriti assoluti per il titolo, con una probabilità del 65.49%.
Tuttavia, la loro leadership non si fonda più su un attacco scintillante, ma su una solidità difensiva d’élite. La ragione principale di questa trasformazione ha un nome: Martin Zubimendi. L’acquisto estivo è stato descritto come uno “schermo pulito e ordinato nello stampo di Rodri”. Il suo impatto statistico è innegabile: secondo in tutta la lega per passaggi completati (627) e un muro in fase di interdizione (33 contrasti e intercettazioni). La sua presenza ha liberato Declan Rice (valutato come il terzo miglior giocatore della lega), creando una cerniera di centrocampo quasi invalicabile.
Al secondo posto, il Manchester City (22 punti) è galvanizzato dalla netta vittoria per 3-0 contro il Liverpool. I dati statistici, però , rivelano una dipendenza quasi totale dei Citizens da Erling Haaland. Il norvegese sta tenendo in piedi la baracca con numeri irreali: guida la classifica marcatori con 14 gol e, dato ancor più eloquente, guida la lega per “grandi occasioni ricevute” (22), ben sette in più del secondo classificato. Il City, al momento, è Haaland.
Chiude il podio un silenzioso Chelsea (20 punti), reduce da un 3-0 contro i Wolves e indicato da Opta come il favorito per il quarto posto.

La rivelazione assoluta: Il fenomeno Sunderland

La storia più bella di questa stagione è, senza dubbio, il Sunderland. Tornati in Premier League dopo otto anni di assenza, i Black Cats occupano il quarto posto in classifica con 19 punti. Le previsioni pre-campionato parlavano di una dura lotta per la salvezza; oggi parliamo di corsa all’Europa. Il pareggio per 2-2 contro la capolista Arsenal ha certificato che non si tratta di un caso.
Questo successo è figlio di due fattori: un’architettura tattica superiore e un reclutamento perfetto.
L’allenatore, Régis Le Bris, ha costruito una squadra pragmatica e letale. Il Sunderland non è interessato al possesso palla (43.7%, il quarto più basso della lega). Il loro piano è chiaro: un blocco difensivo disciplinato e profondo che assorbe la pressione, per poi scatenare transizioni verticali e rapide.
Questo sistema funziona perché è supportato da giocatori d’élite in ruoli chiave.
Il regista: Granit Xhaka. Tornato in Premier League, è il leader “metronomico” della squadra. Le sue statistiche eclissano quelle dei suoi compagni: primo per tocchi (741), passaggi completati (505), occasioni create (16) e recuperi palla (50). Ha anche fornito 3 assist.
Il muro difensivo: Il Sunderland ha due difensori centrali classificati tra i primi 10 dell’intera lega. Il nuovo acquisto Nordi Mukiele è attualmente valutato come il secondo miglior giocatore della Premier League, mentre l’eroe della promozione Dan Ballard è nono.
Il portiere: Il successo difensivo è cementato da Robin Roefs, che detiene la più alta percentuale di parate dell’intero campionato (79.17%).

I giganti feriti: L’analisi della crisi di Liverpool e Manchester United

Le delusioni più cocenti si trovano a metà classifica, dove Liverpool e Manchester United languono appaiati a 18 punti, rispettivamente all’ottavo e settimo posto.
Per il Liverpool, campione in carica, la transizione da Klopp ad Arne Slot si sta rivelando traumatica. La sconfitta per 3-0 contro il City ha mostrato un divario tecnico e tattico allarmante. L’analisi di recenti sconfitte, come quella contro lo United, ha evidenziato vulnerabilità croniche sui calci piazzati e critiche a Slot per essere “troppo fedele ai giocatori fuori forma.
Ma è al Manchester United che la crisi appare sistemica. Le speranze estive di un rilancio con Ruben Amorim si scontrano con una dura realtà tattica, nonostante un pareggio esterno per 2-2 con il Tottenham. Il problema è nel sistema. Amorim persiste nell’utilizzare un centrocampo a due, un doppio pivot. Gli allenatori avversari hanno trovato la contromisura: sovraccaricano deliberatamente quell’area centrale, portando le ali verso l’interno per creare superiorità numeriche (es. 3 contro 2). I dati difensivi sono la prova di questo fallimento: lo United è 17° in Premier League per Expected Goals Against (xGA) e 18° per xGA da palla inattiva. Amorim ha dichiarato che “il problema non è il sistema, il problema sono i risultati”, ma l’analisi suggerisce che i risultati sono la diretta conseguenza del sistema.

I dominatori: La rinascita di Grealish e gli strikers “operai”

Se la classifica a squadre è sorprendente, quella dei singoli giocatori è rivoluzionaria.
Il caso Jack Grealish:
La storia di redenzione più bella è quella di Jack Grealish. Considerato un acquisto fallimentare da 100 milioni di sterline al Manchester City, dove aveva iniziato una sola partita di campionato in tutto il 2025 perché Guardiola ormai preferiva ali più dirette come Doku, Grealish ha cercato una via d’uscita. Ha accettato sacrifici finanziari per un prestito all’Everton.
L’impatto è stato devastante. Nominato “Player of the Month” della Premier League ad agosto, Grealish è rinato. Il motivo è tattico: all’Everton non è più un ingranaggio disciplinato in un sistema, ma è tornato a essere il fulcro e la forza motrice che era all’Aston Villa.
Le sue statistiche sono dominanti:
1° a pari merito in Premier League per assist (4).
1° a pari merito per occasioni create su azione (23).
1° in assoluto per falli subiti (4.13 per 90).
1° in assoluto per recuperi palla nel terzo finale (11).

Gli attaccanti della “other 14”

La corsa alla Scarpa d’Oro vede Haaland (14 gol) seguito non dai soliti noti, ma da un gruppo di attaccanti di squadre di media classifica.
Igor Thiago (Brentford): Secondo in classifica marcatori con 8 gol. Il 24enne brasiliano sta sostituendo Ivan Toney con un eccellente tasso di conversione (32%).
Antoine Semenyo (Bournemouth): 6 gol, ma il suo impatto è totale. Ha anche 3 assist e il suo rating lo classifica come il quarto miglior giocatore dell’intera lega.
Danny Welbeck (Brighton): A 34 anni, ha 6 gol e, soprattutto, il miglior tasso di conversione dell’intera Premier League (42.86%).
Junior Kroupi (Bournemouth): Il “poacher” più letale della lega. Ha 4 gol, ma segna ogni 63,50 minuti, il rapporto minuti/gol più veloce del campionato, battendo persino Haaland.

Uno sguardo al futuro: I giovani emergenti

Infine, due nomi da segnare sul taccuino. La prima, luminosa nota lieta della stagione deludente del Liverpool è Rio Ngumoha. Classe 2008, dopo aver infiammato il pre-campionato, ha già 4 presenze in Premier League. Ha segnato al debutto contro il Newcastle, diventando il marcatore più giovane nella storia del Liverpool (16 anni e 361 giorni).
Al Brighton, Jack Hinshelwood, classe 2005 e altro talento atteso, sta trovando spazio con 4 presenze e 172 minuti giocati.
Dopo undici giornate, la Premier League 2025/26 è un campionato definito dalla solidità difensiva dell’Arsenal, da un miracolo tattico sul Wearside, dalla rinascita di una stella a Goodison Park e da una profonda crisi d’identità per i giganti di Liverpool e Manchester.

Giulio Ceraldi

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