
Una notte che prometteva riscatto si è trasformata in un’amara fotocopia di frustrazione. Allo Stadio Diego Armando Maradona, il Napoli di Antonio Conte non va oltre uno 0-0 contro l’Eintracht Francoforte nella quarta giornata della League Phase di Champions League. È un pareggio brutto, figlio di un dominio territoriale quasi assoluto ma reso sterile da una cronica mancanza di lucidità e da due errori colossali sotto porta. A fine gara, la delusione sportiva lascia spazio alla polemica tattica e a una frase sibillina di Conte che fa tremare l’ambiente.
La scacchiera tattica: Il dominio inefficace e il muro “italianista”
Antonio Conte non ha sorpreso, schierando il suo Napoli con il consueto 4-3-3. Le scelte erano chiare: il ritorno di Lobotka in regia, affiancato da Anguissa e McTominay, e il tridente Politano-Hojlund-Elmas. Di fronte, l’allenatore tedesco Dino Toppmöller ha eretto una fortezza, un 3-4-2-1 guidato dalla solidità di Koch e dell’ex Bologna Theate.
Come previsto, il Napoli ha tenuto il “pallino del gioco per grandissima parte della partita”. Le statistiche finali sono emblematiche: 63% di possesso palla per gli azzurri contro il 37% tedesco. Eppure, questo predominio non si è mai tradotto in vero pericolo. L’Eintracht ha messo in atto quello che Antonio Conte, visibilmente infastidito, ha definito un “catenaccio italiano”.
“Fa strano vedere una squadra tedesca che fa un calcio così difensivo”, ha dichiarato Conte nel post-partita. “L’avessimo fatto noi in Germania si sarebbe parlato di catenaccio”.
Una critica che non ha scalfito la soddisfazione tedesca. Lo stesso Toppmöller ha definito la tattica “italianista”, lodandone l’esecuzione, mentre il difensore Theate ha confermato il piano gara: “Oggi eravamo un po’ bassi, ma abbiamo giocato benissimo in difesa. Loro non hanno fatto molti tiri in porta… siamo soddisfatti per il risultato finale”.
La trappola ha funzionato. Nonostante il 63% di possesso, il Napoli ha prodotto solo 11 tiri totali. L’Eintracht, con il 37% di possesso, ne ha effettuati 5. Il dato più crudele, e che spiega perfettamente lo 0-0, è quello dei tiri in porta: 4 per parte. L’assedio del Napoli è stato sterile; la difesa e contropiede dell’Eintracht, clinicamente efficiente.
L’anatomia di un gol mancato
La cronaca della partita è un elenco di rimpianti. Il Napoli è partito “brillante nei primi venti minuti”, con Elmas (il migliore dei suoi) a creare scompiglio e Hojlund murato prima da Theate e poi dal portiere Zetterer.
Dopo la sfuriata iniziale, la partita si è spenta, fino a un finale incandescente. Paradossalmente, è stato l’Eintracht ad avere la prima vera palla-gol. Al 70°, su un’azione fortunosa, il neo-entrato Knauff si è trovato solo e ha calciato forte, ma Milinkovic-Savic ha risposto con una parata decisiva, l’unica della sua serata.
Poi, è iniziato il festival degli errori azzurri.
Minuto 76: La scelta errata di Anguissa. Servito in area, il centrocampista ha tutto il tempo di girarsi e calciare da ottima posizione. Invece di concludere, commette un errore di valutazione fatale e sceglie un passaggio in mezzo dove la difesa tedesca, schierata, libera senza affanni.
Minuto 83: Il gol divorato da McTominay. È l’azione più clamorosa del match. Una ripartenza sontuosa porta Anguissa al cross a rimorchio. Scott McTominay, il peggiore in campo, arriva nel suo classico inserimento ed è tutto solo in area. È un rigore in movimento. L’esecuzione è disastrosa: spara alle stelle, calciato in orbita.
Minuto 90+5: Il doppio miracolo di Zetterer. Nel caotico recupero, il portiere tedesco salva il risultato due volte: prima vola su un colpo di testa di Elmas, poi sulla ribattuta si supera su una spaccata di Hojlund da pochi passi.
Moviola: Proteste VAR e nervosismo Conte
La frustrazione del Napoli è montata anche per la direzione dell’arbitro portoghese João Pinheiro. Lo stesso Conte è stato ammonito per proteste già alla fine del primo tempo, segno di un nervosismo crescente.
Nel finale, gli azzurri hanno reclamato due rigori. Il primo, per un tocco di mano di Koch, è stato correttamente ignorato (palla sul corpo). Il secondo è stato molto più dubbio. Theate, in caduta, ha bloccato la palla con il gomito mentre Neres era lanciato a rete. Dopo un rapidissimo check, il VAR ha giudicato il braccio in appoggio e coerente con il movimento, non concedendo il penalty. Un episodio definito “molto border” che ha solo aggiunto sale sulle ferite.
Conte sibillino: “Chi deve giudicare, prenda decisioni”
Nel post-partita, Conte ha difeso la prestazione, puntando il dito solo sulla finalizzazione: “Ci è mancato solo il gol”. “Mi preoccuperebbe di più se non creassimo le occasioni. Ne abbiamo avute di clamorose, ma alla fine devi fare gol”.
Ma la vera notizia è arrivata in chiusura di collegamento con Sky Sport. Visibilmente amareggiato, forse anche per le critiche ricevute nonostante il primato in campionato, Conte ha lanciato un messaggio enigmatico:
“Noi ce la stiamo mettendo tutta, poi ci riusciremo, non ci riusciremo… ci sarà chi deve giudicare e prendere anche eventualmente delle decisioni”.
Parole pesanti, interpretate da molti come un avvertimento diretto alla dirigenza, quasi a mettere in discussione il progetto o la sua stessa panchina se l’ambiente non dovesse ricompattarsi.
Prospettive: Un cammino europeo in salita
Al di là delle polemiche, il dato di fatto è che il cammino del Napoli in Champions si complica. Con questo pareggio, Napoli ed Eintracht restano appaiate a 4 punti dopo 4 partite.
Come ammesso dallo stesso Conte, “entrare direttamente agli ottavi è difficile”. Gli azzurri restano pienamente in zona playoff (riservata alle posizioni dalla 9 alla 24), ma il vero problema è la zavorra della differenza reti. Il pesante -5, ereditato dalla disfatta per 6-2 subita a Eindhoven, non è stato minimamente intaccato. Questo 0-0 è un’occasione persa, un punto che non serve a granché per la classifica e che costringerà il Napoli a un finale di girone (a partire dalla prossima sfida col Qarabag) senza più possibilità di errore.
Giulio Ceraldi
Forza Napoli. Sempre.
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