
Non lasciatevi ingannare dallo 0-0. Il tabellino della partita di ieri al Diego Armando Maradona tra Napoli e Como è la fotografia più bugiarda della decima giornata di Serie A. Non è stato uno stallo tattico, né una partita bloccata. È stato un “testacoda anomalo” in cui la capolista, il Napoli di Antonio Conte, è stata messa sotto scacco, dominata nel gioco e salvata solo da un episodio e da un eroe. Il Como di Cesc Fabregas, ha lasciato il campo con l’amaro in bocca, consapevole di aver perso due punti d’oro.
Il duello più atteso era quello in panchina tra due ex compagni del Chelsea, Conte e Fabregas. E l’allievo, almeno ieri, ha impartito una lezione tattica al maestro.
Il capolavoro tattico di Fabregas
Il dato che, da solo, smonta la narrativa di un pareggio equilibrato è il possesso palla: 55% per il Como, 45% per il Napoli. In casa della capolista. Fabregas non è venuto a Napoli per parcheggiare il bus; è venuto per imporre il suo gioco.
Il suo 4-2-3-1 è stato audace, intelligente e coraggioso Con un pressing alto e una squadra giovanissima (sette giocatori sotto i 22 anni in campo), il Como ha soffocato le fonti di gioco del Napoli. La coppia di mediani Perrone-Caqueret ha annullato la costruzione centrale, mentre la vivacità di talenti come Nico Paz e Assane Diao ha tenuto la difesa azzurra in costante apprensione. Non è un caso che un opinionista si sia spinto a definire Fabregas “secondo solo a Luis Enrique e a Guardiola”. La prestazione di ieri ha confermato che il Como non è più una sorpresa, ma una solida realtà.
Il paradosso di un Napoli sterile
Dall’altra parte, il Napoli di Conte ha vissuto il suo paradosso tattico. Gli azzurri sono primi in campionato per “Field Tilt”, ovvero per dominio territoriale e passaggi nell’ultimo terzo di campo. Eppure, la prestazione di ieri è stata universalmente definita “opaca, prevedibile, lenta e sterile”.
Come è possibile? Il Napoli è riuscito ad arrivare sulla trequarti, ma una volta lì, la manovra si è spenta. L’intero tridente offensivo—Hojlund, Politano e Neres (tutti valutati 5.5 in pagella) — è stato letteralmente “inghiottito” dalla difesa organizzata del Como. Mancavano ritmo, verticalità e coraggio nell’uno contro uno. Nonostante gli 8 tiri nello specchio, nessuno ha veramente impensierito il portiere Butez . A questo si sono aggiunti gli infortuni in partita di Gilmour e Spinazzola, che hanno ulteriormente complicato i piani di Conte.
L’eroe e il colpevole: Anatomia di un rigore
La partita, e forse un pezzo di campionato, si è decisa al 26° minuto. Su un filtrante, Alvaro Morata anticipa Milinkovic-Savic in uscita: l’intervento del portiere è netto, il rigore è solare. È il momento sliding-door del match.
Sul dischetto si presenta Morata (voto 5), il grande colpevole della serata. Di fronte a lui, Vanja Milinkovic-Savic (voto 7, MVP), il “baluardo” del Napoli. Il portiere serbo ipnotizza l’attaccante e respinge il tiro.
Non è stata fortuna, è specializzazione. Questo è il secondo rigore consecutivo parato da VMS, dopo quello su Camarda del Lecce. Le statistiche sono impressionanti: Milinkovic-Savic ha parato 6 degli ultimi 10 rigori che ha affrontato. Un salvataggio che vale un punto e maschera tutti i limiti offensivi della squadra.
Il verdetto: Amarezza e sollievo
La fotografia perfetta della partita è racchiusa nelle dichiarazioni post-gara.
Cesc Fabregas: “Vado via con un pò di amaro in bocca perché quando giochi così devi vincere”.
Antonio Conte: “Sono più contento oggi di altre volte in cui abbiamo vinto… è un risultato giusto”.
Il tecnico della neopromossa è deluso per non aver vinto; l’allenatore della capolista è sollevato per non aver perso. Questo 0-0 è una “frenata” che riapre i giochi in vetta, con il Napoli ora a +1 sulla Roma. Per il Como, è la “consacrazione” definitiva: il quinto posto è blindato e le ambizioni europee sono più credibili che mai.
Giulio Ceraldi
Forza Napoli. Sempre.
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