
La partita in programma sabato 1° novembre 2025 allo Stadio Diego Armando Maradona non è solo una partita. È un manifesto. Napoli-Como rappresenta un affascinante scontro ideologico, un confronto tra due visioni del calcio che non potrebbero essere più distanti. Da un lato, il Napoli di Antonio Conte, capolista forgiata sull’intensità, sul pragmatismo e su un’organizzazione scientifica. Dall’altro, il Como di Cesc Fàbregas, una neopromossa ambiziosa che, rinvigorita da un mercato estivo da oltre 100 milioni di euro, propone un calcio di coraggio e possesso palla, quasi sfrontato nella sua ricerca della bellezza.
Il duello in panchina è un romanzo nel romanzo. Conte, il sergente di ferro pluridecorato, il cui credo si riassume nel binomio “fame e lavoro”, plasma squadre a sua immagine e somiglianza: macchine da guerra impeccabili. Fàbregas, il “maestro” emergente, è un visionario che sta traducendo la sua impareggiabile intelligenza da calciatore in un modello di gioco propositivo e audace, quasi dogmatico.
Eppure, a rendere questo scontro ancora più incerto e affascinante, interviene una variabile impazzita: la pesante ondata di infortuni che ha decimato il Napoli. Le assenze simultanee di giocatori del calibro di Kevin De Bruyne e Stanislav Lobotka non sono semplici defezioni. Sono un colpo al cuore del sistema di Conte, che si vede privato del suo cervello tattico e del suo metronomo. Questo fattore agisce da “grande livellatore”, trasformando un confronto sulla carta sbilanciato in una contesa dall’esito imprevedibile.
Si genera così un paradosso tattico. La forza del Como risiede nella sua capacità di costruire dal basso per attirare la pressione e colpire negli spazi, un approccio che ricorda quello di De Zerbi. Normalmente, questo stile si esporrebbe al punto di forza per eccellenza del Napoli di Conte: un pressing alto e letale. Ma senza i suoi migliori interpreti, il meccanismo partenopeo rischia di incepparsi. Di conseguenza, Fàbregas si trova nella condizione quasi ideale per testare il suo coraggioso sistema contro un gigante indebolito proprio nelle armi che più avrebbero potuto ferirlo.
Il calcio coraggioso di Fàbregas: Come gioca il Como dei miracoli
Le parole chiave che definiscono l’identità del Como di Cesc Fàbregas sono “coraggio” e “libertà”. L’allenatore spagnolo ha costruito una squadra che non snatura mai la propria identità, proponendo un calcio propositivo a prescindere dall’avversario. La sua filosofia si basa su un’impalcatura tattica strutturata, un 4-2-3-1, all’interno della quale i giocatori di maggior talento godono della libertà necessaria per determinare le partite.
L’ispirazione attinge dalle scuole di pensiero più moderne, in particolare quella guardiolista e dezerbiana. La costruzione dal basso è uno strumento strategico per attirare la pressione, allungare le linee rivali e creare corridoi verticali da attaccare. In fase di non possesso, la squadra aggredisce alta, con una linea difensiva coraggiosamente posizionata vicino a centrocampo per facilitare un pressing feroce e una riaggressione immediata. Questo approccio, sebbene efficace, rappresenta anche il principale tallone d’Achille del sistema, poiché concede inevitabilmente spazio alle proprie spalle, rendendo la squadra vulnerabile ai contropiedi.
Il centro di gravità di tutta la manovra è il giovane talento argentino Nico Paz. Schierato come trequartista, agisce in realtà come un elettrone libero, abbassandosi per costruire, svariando sul fronte offensivo e inserendosi in area. La sua connessione con il terminale offensivo, un centravanti di caratura internazionale come Álvaro Morata, e con il metronomo Máximo Perrone, è la chiave per capitalizzare il controllo del gioco.
La legge di Conte: Intensità e pragmatismo alla guida del Napoli
I pilastri del calcio di Antonio Conte sono immutabili: intensità disumana, organizzazione maniacale, spirito di sacrificio e mentalità vincente. A differenza di Fàbregas, per Conte il possesso palla non è l’obiettivo, ma uno strumento per la verticalità e il pragmatismo. Il suo Napoli, schierato su una base di 4-3-3, è una macchina offensiva poliedrica, capace di segnare in molteplici modi: isolando gli esterni per l’uno contro uno, attaccando l’area con cross potenti, inserendosi con le mezzali o cercando la profondità per la velocità della punta.
Un ruolo fondamentale è ricoperto dalle mezzali incursore. Giocatori come Scott McTominay e Frank Anguissa sono armi tattiche decisive per la loro abilità nell’attaccare l’area senza palla, sfruttando gli spazi creati dai movimenti della punta centrale.
In fase di non possesso, la squadra si schiera con un solidissimo e compatto blocco 5-4-1, riducendo drasticamente lo spazio tra i reparti e applicando un pressing aggressivo per forzare l’errore. Ma è nelle transizioni che il gioco di Conte diventa letale. Una volta recuperato il possesso, l’imperativo è la verticalizzazione immediata per attaccare l’avversario in campo aperto.
Con le pesanti assenze che affliggono la squadra, le responsabilità si ridistribuiscono. In regia, l’assenza di Lobotka proietta Billy Gilmour nel ruolo di metronomo. In attacco, con il pieno recupero di Rasmus Højlund, Conte ha a disposizione l’arma perfetta per il suo gioco. Il danese, rientrato dall’infortunio e subito in campo contro il Lecce, ha nell’attacco alla profondità la sua caratteristica principale, e la sua velocità sarà la spina nel fianco per la difesa alta del Como.
I duelli chiave sul prato del Maradona
Centrocampo: Muscoli partenopei contro tecnica lariana
Il cuore della partita si giocherà qui. Il triangolo tecnico del Como (Perrone, Da Cunha, Paz) sfiderà la diga fisica del Napoli (Gilmour, Anguissa, McTominay). L’assenza di Lobotka costringe Conte a schierare Gilmour, un regista meno fisico ma con un’intelligenza tattica che potrebbe rivelarsi la mossa a sorpresa. Il suo compito non sarà dominare fisicamente, ma “specchiarsi” sui movimenti di Nico Paz, chiudendo le linee di passaggio verso il fulcro creativo del Como e trasformando una necessità in una soluzione tattica mirata.
Il rischio calcolato: La costruzione dal basso del Como sotto scacco
Questo è il tema tattico centrale. Il Como attirerà deliberatamente il pressing del Napoli per superarlo e attaccare in campo aperto. Se la qualità tecnica dei lariani prevarrà, si apriranno praterie per Paz e Morata. Se, invece, il pressing di Conte avrà la meglio, il Napoli potrà innescare transizioni offensive a pochi metri dalla porta, uno scenario da incubo per la difesa di Fàbregas.
Højlund, il velocista danese pronto a punire la difesa alta di Fàbregas
La principale debolezza strutturale del Como è lo spazio lasciato alle spalle della difesa. L’arma perfetta per sfruttare questa vulnerabilità è proprio Rasmus Højlund. È lecito attendersi che il Napoli cerchi sistematicamente di innescare la sua punta con passanti dalle retrovie o imbucate dalla trequarti, costringendo i centrali del Como a una partita di continue corse all’indietro per coprire la profondità.
Formazioni probabili e pronostico tattico
Le assenze pesano, soprattutto in casa Napoli. De Bruyne, Lobotka e Meret sono fuori causa, mentre il Como deve rinunciare a un perno difensivo come Dossena e probabilmente a un uomo d’esperienza come Sergi Roberto.

Si prevede una partita a due volti. Il Como cercherà di fare la partita, il Napoli probabilmente accetterà di abbassare il baricentro per colpire in ripartenza. La chiave sarà la “qualità dell’errore”: il Como non potrà permettersi sbavature in costruzione, mentre il Napoli dovrà essere cinico nel capitalizzare le transizioni.
In conclusione, la sfida del Maradona è un test di maturità per il progetto di Fàbregas e un test di resilienza per la macchina di Conte. Le assenze in casa partenopea aprono a uno scenario in cui l’idealismo e la qualità tecnica del Como potrebbero avere la meglio sulla forza d’urto di un gigante ferito. Se i lariani giocheranno con il consueto coraggio ma senza ingenuità, hanno la concreta possibilità di creare la sorpresa. Se il Napoli, invece, dimostrerà che l’organizzazione e l’intensità possono sopperire anche all’assenza dei migliori talenti, porterà a casa una vittoria da grande squadra.
Giulio Ceraldi
Forza Napoli. Napoli.
Lascia un commento